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Raffaele Cerbone, Filippo Fois, Budoni
Il tecnico ottiene sul campo la promozione vincendo i playoff

Il Budoni di nuovo in D, il capolavoro di Cerbone: «I successi arrivano attraverso la sofferenza e i ragazzi hanno reso possibile l'impossibile»

C'è tanto di Raffaele Cerbone nel ritorno immediato in serie D del Budoni. Il tecnico campano, ma oramai sardo d'adozione, all'interno di una stagione difficilissima ha confermato tutte le sue qualità già viste nelle precedenti esperienze con Arzachena, Olbia e con lo stesso Budoni. Sa costruire le squadra, le assembla in poco tempo e le porta ad esprimere un gioco intenso, veloce, vario e redditizio, inoltre è un grande motivatore e valorizza al massimo i giovani, prova ne sia che nelle finali playoff ha schierato i 4 fuoriquota benché il regolamento nel prevedesse due. Ma Cerbone (nella foto con il presidente Filippo Fois) non ama rubare il palcoscenico ai giocatori: «Quando perdi l'allenatore ci deve mettere la faccia, quando vinci l'allenatore si fa da parte, è una questione di etica. Io sono dispiaciuto per la retrocessione dell'anno scorso ma non mi reputo colpevole, non c'erano le condizioni per far nulla in quel poco tempo a disposizione abbiamo fatto ciò che potevamo fare. Quest'anno i giocatori mi hanno seguito ma senza la loro disponibilità l'allenatore fa ben poco. Se ricevo dei complimenti sono contento, ma tutto il merito è dei giocatori e dei miei collaboratori, sono riusciti a creare un'oasi e una sorgente nel totale deserto, si sono applicati e hanno avuto la forza di seguirmi quando a novembre e dicembre sembravo un pazzo nel dire loro di porsi un obiettivo importante per avere delle motivazioni e ci siamo riusciti. Sono contento per loro, quello che ho visto quest'anno non l'ho mai visto in 31 anni di calcio, abbiamo vissuto momenti in cui anche un leone poteva essere abbattuto, noi non abbiamo mollato ed eravamo consapevoli che solo attraverso il lavoro si poteva andare avanti e superare ogni limiti. Questa è un'impresa incredibile, abbiamo reso possibile l'impossibile».

La forza del gruppo si è visto anche all'interno della stessa finale di ritorno chiusa ai supplementare con il gol del 3-3 di Santoro. «Andare sul 2-0 e ritrovarsi sotto sul 2-3 tra lo stupore generale e la poca fiducia che si è creata non era facile - continua Cerbone - ancora una volta la squadra ha dimostrato un'anima, l'ha fatto a Tortolì pareggiando in dieci contro una squadra che fino a quel momento aveva sempre vinto, l'ha fatto a Castiadas in dieci pareggiando 4-4 e l'ha rifatto col Bozner anche se non in dieci ma eravamo in difficoltà, a dimostrazione che quando tu crei un qualcosa durante l'anno di solido puoi farci sempre affidamento a prescindere da chi giochi». Il tecnico evidenzia quali difficoltà sono state superate: «Per fare i miracoli, tutti devono crederci e da noi non tutti ci credevano, solo lo staff, qualche dirigente e i giocatori, non c'era tutta questa fiducia intorno alla squadra ma l'abbiamo fatta crescere domenica dopo domenica e non a caso nelle ultime 22 partite abbiamo giocato in modo stupendo e meritavamo di vincere anche le gare perse, siamo arrivati in finale non per caso, soffrendo perché i successi arrivano attraverso la sofferenza. I ragazzi si renderanno conto di aver fatto qualcosa di fantastico». 

In questo articolo
Squadre:
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Stagione:
2016/2017
Tags:
Playoff