Il tecnico: «Ecco la verità sull'addio all'Ardara»
Il Malaspina verso l'esame Gymnasium, Falchi: «Sfida decisiva per morale e convinzione»
Dopo la vittoria per 2 a 1 nel difficilissimo match contro il Luogosanto, il Malaspina sale a quota 11 punti, a sole tre lunghezze dalla vetta.
Per la squadra allenata da Ivano Falchi, si tratta di un buon risultato, considerando soprattutto le assenze e le carenze di un organico probabilmente inferiore rispetto alle corazzate che si giocheranno, sino alla fine, la vittoria del torneo.
I cinque risultati utili collezionati dall'inizio del campionato, sono un chiaro segnale però del fatto che il Malaspina ha tutte le carte in regola per ricoprire il ruolo della outsider: sarà necessario però vincere più partite possibile, a partire dal big-match in programma per domenica prossima contro la sorprendente Gymnasium di mister Udassi
Mister Falchi, stando ai numeri siete fra le squadre più in forma del torneo; è solo un'impressione oppure i suoi ragazzi stanno vivendo un momento eccezionale?
«Stiamo cercando di metterci in carreggiata, visto che il Ploaghe, il Tissi e sicuramente il Sorso prenderanno il largo; con il tempo usciranno inevitabilmente fuori i valori di questi veri e propri squadroni.
Noi dovremmo stare li dietro, cercando di dare fastidio il più possibile alle corazzate del girone e puntando a fare un campionato dignitoso; questo è il traguardo che cercheremo di raggiungere.
Io spero di fare bene, per il momento ci stiamo riuscendo; se la società riuscirà a fare l'ultimo grande sforzo e a regalarmi qualche altra pedina, io sono convinto che potremmo toglierci grandi soddisfazioni.
Di preciso non so dove arriveremo: devo fare i conti con diversi infortuni e questo ci penalizza un po'; abbiamo già incontrato squadre come Sorso e Ploaghe, riuscendo a inquadrare meglio la situazione e il livello generale di questo campionato; con un buon organico potrebbero arrivare traguardi importanti».
Ha in mente dove, nello specifico, potrebbe essere migliorata la sua squadra?
«Dire cosa manca mi sembra una cosa poco carina.
Posso solo ribadire che completando l'organico il nostro campionato potrebbe risultare ancora più interessante.
Sarà un torneo lungo, e gli infortuni pesano notevolmente: il nostro attaccante, Palumbo, è fermo ai box, così come uno dei fuoriquota.
Sto cercando di rimediare a questa situazione con gli elementi che ho in rosa; non essendo una grandissima società le mie scelte sono comunque limitate.
E' difficile allestire squadre importanti in questo periodo di grande crisi economica, soprattutto in un piccolo centro come Osilo.
Non voglio passare per quello che si lamenta senza proporre soluzioni: al momento io sto arrancando, fortunatamente i risultati stanno arrivando ugualmente.
Il nostro obbiettivo, come già detto, è disputare un campionato dignitoso: il Malaspina è reduce da due retrocessioni e non ha più la disponibilità economica che aveva un tempo, ma qui si lavora bene, perchè
non ci sono pressioni e c'è la possibilità di fare esperienza, cosa che per me è importante visto che non ho tantissimi anni alle spalle come allenatore; c'è un programma serio, supportato da una dirigenza altrettanto seria, ho infine a disposizione delle strutture e dei mezzi per svolgere al meglio il mio compito.
Stiamo cercando di andare avanti insomma: se ci fosse girata un po' di più la fortuna staremmo li in testa con i primi; nel match contro il Ploaghe con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto anche vincere, ma va bene così, ci sono squadre che stanno peggio di noi, sicuramente».
Torniamo un attimo alla vittoria per 2 a 1 ottenuta nel confronto con il Luogosanto: che partita è stata?
«Il risultato, devo ammetterlo, è un po' bugiardo: io penso che il Luogosanto sia un'ottima squadra, che ha cercato di giocare la partita e di vincere sino all'ultimo minuto; probabilmente il pareggio sarebbe stato un risultato più equo.
Il nostro merito è quello di aver fatto un gol in più rispetto agli avversari e di essere stati bravi a soffrire per cercare di portare a casa il risultato.
Il Luogosanto ha ambizioni di vertice, ma domenica probabilmente ha pagato a caro prezzo le assenze come quelle di Sposito, Malu, Demuro, che sono giocatori di assoluto livello.
Sono convinto che si riprenderanno presto perchè hanno dei valori tecnici non indifferenti».
Domenica, intanto, siete attesi dal big-match contro la Gymnasium; una sfida che non ha bisogno di grosse presentazioni, visto l'ottimo momento che le due squadre stanno attraversando.
Pensa possa essere già decisiva?
«Noi dovremo cercare di farci sentire, di disputare insomma una prestazione importante, se vogliamo dire la nostra in questo campionato.
Non sarà una partita determinante, ma si tratta comunque di una bella prova, che dobbiamo affrontare con il massimo impegno possibile per riuscire a portare a casa un risultato utile.
Se noi dovessimo fare una grande partita, magari riuscendo a recuperare qualcuno, sarebbe una decisiva spinta per il morale e per la convinzione.
Dobbiamo cercare di stare a ridosso delle grandi, senza perdere terreno, per dare fastidio sino alla fine.
Domenica sarà una partita difficilissima, contro una squadra che seppur neo-promossa vola sulle ali dell'entusiasmo e vorrà sicuramente fare bene; ha un allenatore di grande carisma e grandissimi giocatori; qualcuno lo conosco personalmente e qualcuno è anche di Osilo, come l'ex capitano Rizzu: non ti nascondo che quest'anno mi sarebbe piaciuto averlo in squadra; sino a pochi giorni prima della chiusura del mercato sembrava potesse far parte del nostro progetto ma poi, per vari motivi, ha fatto una scelta diversa.
Ci troveremo di fronte Claudio Auneddu, con cui ho giocato a Castelsardo, c'è Falchi, c'è Pulina, c'è Marongiu: sono sicuramente una buona squadra, non lo scopro di certo io, anche se alla fine quello che contano sono i risultati, anche e soprattutto per il morale di una squadra».
I buoni risultati che sta ottenendo con il Malaspina probabilmente stanno contribuendo ad alleviare l'eventuale delusione legata al suo addio all'Ardara; si sente di dirci qualcosa in più a proposito?
«In giro, da queste parti, si sentono tante versioni sul perchè io non sia rimasto sulla panchina dell'Ardara, ma chi mi conosce e sa come son fatto, capisce benissimo i motivi che mi hanno portato ad una scelta di questo tipo.
Come prima cosa avrei preferito lasciarmi meglio con la società, perchè mi son sentito preso in giro dal comportamento di alcune persone, nonostante mi trovassi bene in quell'ambiente.
Per mettere un allenatore nelle condizioni di svolgere bene il suo lavoro non basta la fiducia, è molto importante la questione del contratto.
Un allenatore che va ad allenare una squadra senza contratto, o in una situazione poco chiara, rischia di vivere la sua esperienza in maniera poco tranquilla.
Il contratto è fondamentale per permettere al tecnico di lavorare bene, senza che questo diventi la merce dei dirigenti; è importante per mettere in chiaro non solo gli obbiettivi, ma anche le competenze, le strategie e tutte le questioni legate alla gestione di una squadra; ad Ardara invece la pensavano diversamente da questo punto di vista.
Io sono sicuro che alcuni presidenti, anche negli anni passati, abbiano potuto mandare via degli allenatori, sebbene stessero ottenendo brillanti risultati, solamente per il fatto che non ci fosse nessun contratto a disciplinare il rapporto.
Purtroppo qualcuno tiene più agli spiccioli che ai rapporti umani: sembra quasi che si siano dimenticati di tutto per due lire; io non lo faccio per i soldi, è solo una questione di rispetto per la persona e per il lavoro che c'è dietro».