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Nicola Manunza, allenatore, Monastir
«Il riposo è un bene, c'è tanto da fare per conquistare la salvezza»

Il Monastir ai box con un ricco bottino, Manunza: «Inaspettato per tutti, avrei messo la firma per 18 punti al giro di boa ma possiamo fare ancora meglio»

Il campionato entra nel vivo, i punti pesano sempre più e si stanno delineando i rapporti di forza che possono essere benissimo sovvertiti quando siamo ad un terzo del campionato. Per la 13esima giornata il turno di riposo spetta al Monastir, che entra ai box con un bottino soddisfacente di 16 punti in 12 gare e l'ottavo posto in classifica. Per Nicola Manunza, tecnico che arriva dal settore giovanile della Futura Sales e alla prima esperienza nella conduzione di una prima squadra, è tempo di un primo bilancio: «Senz'altro positivo e inaspettato per tutti. Per me, per la società stessa e per gli osservatori esterni ma non per cattiveria o mancanza di fiducia nei nostri confronti ma per un dato di fatto e cioè che il Monastir, in Eccellenza, si è sempre salvato all'ultimo respiro, e se allo storico ci metti anche la premessa che la società doveva ridurre i costi, si pensava di fare un campionato diverso. Il fatto è, però, che siamo solo ad un terzo del cammino e dobbiamo fare ancora tanto per arrivare alla salvezza».

 

In questi bei numeri c'è anche la seconda miglior difesa con 11 gol subiti

«Un dato altrettanto positivo. La fase difensiva è quella sulla quale si può lavorare di più, coinvolgendo tutti i reparti, in quella offensiva ci sono anche le giocate del singolo, a volte frutto di un qualcosa che non sempre provi in allenamento. Per noi è un motivo d'orgoglio, merito dei ragazzi che lavorano durante la settimana e si sacrificano in campo per 95'. Di sicuro è una media-gol che porta alla salvezza perché fai perlomeno diversi pareggi e se segni poi vinci. Anche perché, l'altro aspetto positivo di questo primo terzo di campionato è che abbiamo perso 4 gare, sempre di misura e quasi sempre giocando alla grande; pure con la Ferrini, la nostra peggior prestazione, poteva finire 2-2; quella di Arbus non ne parliamo perché da un rigore non datoci a 5' dalla fine nel ribaltamento di fronte abbiamo subito la rete del ko; il Ghilarza ha vinto 1-0 con un jolly da trenta metri ma credo sia stata per loro la partita casalinga in cui hanno sofferto più visti gli altri risultati che hanno ottenuto; a Muravera siamo stati condannati da un rigore dubbio a 10' dalla fine. In definitiva il Monastir non mai preso imbarcate, e mentre lo dico tocco pure ferro per scaramanzia, anche perché poi una giornata storta ci sta sempre, specie se alleni una squadra giovane con un'età media di 21 anni»

In un gruppo giovane l'importanza del portiere e capitano Zanda

«Matteo l'ho conosciuto quand'era giovane ed è stato mio compagno, negli ultimi anni ho visto poche gare sue ma l'ho sempre considerato un portiere di assoluta affidabilità che si conferma un leader nello spogliatoio e in campo. Lui e Daniele Porcu sono le due guide della nostra difesa nella quale stanno andando bene anche Falchi, Aramu prima e Littera ora, Delogu o Poddesu quando ha giocato prima dell'infortunio. Ognuno di loro sta dando il massimo ma sono convinto che si può migliorare ancora»

La vittoria più bella di quest'inizio stagione?

«Come prestazione direi quella col San Teoodoro, 3 gol segnati, 2 annullati e tante altre occasioni create, concedendo agli avversari un palo colpito e poco altro»

La più importante invece?

«L'ultima a Bosa, arrivata in uno scontro diretto in condizione di assoluta emergenza, anche per loro a dir la verità, con 14 fuoriquota sui 20 che avevo in lista. Così era già difficile far punti, addirittura si è vinto portando a casa dei punti pesantissimi per la classifica. Una vittoria, infatti, che ci permette di lavorare nella settimana della sosta con serenità controbilanciando il fatto che domenica inevitabilmente qualche avversaria farà punti mentre noi resteremo a quota 16»

In questo vostro momento positivo la pausa diventa un male o, visti gli acciaccati, si può considerare un bene?

«Sicuramente un bene. E aggiungo che non avrei voluto giocare nemmeno in Coppa Italia mercoledì prossimo per poter fare due settimane piene di lavoro e permettere agli infortunati di recuperare. Serra e Tronu spero di averli a disposizione settimana prossima, per Aramu, Cossu e Poddesu ci vorrà più tempo. Tra l'altro il campionato è iniziato due mesi fa e abbiamo disputato 12 giornate, con 3 turni infrasettimanale, perciò si è lavorato in modo pieno in 4 o 5 settimane su 8, e sono pochissime per chi, come noi, fa tre allenamenti, ha una rosa ristretta e con i tempi di recupero ridotti per molti giocatori che non posso far rifiatare. Se poi qualcuno con appena uno o due allenamenti riesce a far girare bene il meccanismo allora è un fenomeno»

Dopo la sosta c'è il Tonara che sarà sicuramente ancora ultimo visto il ritardo in classifica

«Quando incontri un avversario che arriva da periodi di grande difficoltà sono le partite peggiori. Conosco poco i giocatori, a parte gli storici Antonio Pili, Fabio Boi, Cristian Sanna, alcuni sono alla prima esperienza in Sardegna o arrivati a campionato iniziato. È una squadra affamata di punti e quando ti trovi laggiù in classifica per loro diventa fondamentale fare punti dappertutto a partire dalla gara di domenica prossima a Muravera. Dal canto nostro non possiamo permetterci di snobbare nessuno e credo che in questo campionato non se lo possano permettere nemmeno le prime tre in classifica»

Con quanti punti bisogna arrivare alla sosta di Natale?

«Una tabella in questo momento non saprei farla, finora non ne abbiamo fatte e continueremo a non farne. È chiaro che ogni allenatore guarda i numeri, io ad esempio ho visto le medie-punti delle squadre che si sono salvate nelle altre stagioni in Eccellenza. Avrei messo la firma nell'arrivare al giro di boa con 18 punti, il pre-Natale per noi è proibitivo perché incontriamo Nuorese e Muravera, basterebbe una vittoria in una delle altre tre gare contro Tonara, Taloro e Porto Rotondo. E meglio se sarà in uno scontro diretto in cui i punti valgono doppio»

Il discorso sugli arbitraggi, invece, è sparito dai commenti del dopo-gara, siete migliorati anche in questo?  

«Gli errori arbitrali a nostro sfavore hanno caratterizzato le prime giornate e si susseguivano in modo continuo e ossessivo. Lo sfogo della società, in quel momento, era volto a difendere la squadra e ciò che faceva in campo perché, di fatto, veniva danneggiata. Fortunatamente si è tornati ad una normalità, ci si è messa una pietra sopra e pensiamo più che altro ad analizzare i nostri errori e migliorare ancora gli aspetti sui quali dobbiamo crescere»

Del Monastir ma poi avete preso Federico Serra che ha alzato la qualità dell'attacco

«Il suo arrivo, il venerdì prima dell'esordio in campionato, è stato inaspettato e repentino, la classica ciliegina sulla torta in un organico che è ancora incompleto negli "over". Un innesto molto importante, ci ha dato più soluzioni davanti e, a parte il primo mese in cui doveva trovare una condizione accettabile ed è sempre subentrato, dalla 4ª all'11ª giornata ha giocato titolare e segnato 5 gol, sempre determinanti. È un ottimo giocatore ma penso possa fare ancora meglio in un attacco in cui posso disporre di Festa e Tronu che sono fondamentali per il nostro gioco. A Bosa però non avevo né Serra e né Tronu e Umberto ha segnato il gol-vittoria; prima dell'infortunio, ha dato molto in termini di assist e di sacrificio per la squadra. Se prima ho elogiato la fase difensiva della squadra, ora lo faccio per quella offensiva, con i tre attaccanti che hanno segnato 12 gol sui 15 in totale, supportati dal centrocampo nel quale Nicola Lai fa da chioccia ai più giovani»

Nelle analisi del pre-campionato si prevedeva, visto anche il calendario iniziale, un Monastir con maggiori difficoltà

«Anche io prevedevo più difficoltà, poi sono un tecnico all'inizio del percorso, assalito sempre da dubbi e che costantemente si pone domande su ogni cosa: dove sbaglio? Come posso fare meglio? In questo percorso non posso non sottolineare l'importanza degli "esperti" della squadra, come Zanda, Porcu, Lai che, con gli altri giovani-vecchi Tronu, Festa, nello spogliatoio sono più importanti dello stesso lavoro che può fare sul campo l'allenatore. Altrimenti non andresti a fare prestazioni di carattere a Bosa, Sorso, Uri. Sono poi convinto che un tecnico deve essere bravo anche a rinunciare a qualcosa del suo lavoro tattico, che potrebbe servire senz'altro ad arricchire il bagaglio di conoscenze della squadra, per lasciare quel tempo alla fase del divertimento che poi i miei giocatori stanno portando in campo la domenica. A volte si può rinunciare ad inculcare troppe nozioni perché il rischio è quello di sortire l'effetto contrario. lo da giocatore percepivo, specie quando ho avuto una certa maturità calcistica, che quando entravi in campo per l'allenamento contento e andavi via contento era uno stato psicologico che ti dava, nella gara della domenica, molto di più della singola seduta tattica. Siamo nei dilettanti e tutto non si può fare specie per chi, come noi, ha a disposizione tre allenamenti settimanali»

In questo articolo
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2018/2019
Tags:
12ª giornata