«Ruzzittu e Mulas devastanti; per vincere servono cuore, fortuna e sacrificio»
Il Porto Rotondo a pochi passi dal sogno, Usai: «Ancora non si è fatto niente, le prossime due sfide saranno fondamentali»
E' tra i più esperti della sua squadra, ed in generale, del panorama calcistico dilettantistico sardo; un vero e proprio punto di riferimento, un'istituzione, si dice spesso in questi casi. Stiamo parlando di Christian Usai, difensore classe '77 ed ex bandiera del Tavolara, pilastro dello scacchiere tattico del Porto Rotondo, da domenica di nuovo primo in classifica, con due lunghezze di vantaggio nei confronti dell'Ossese, grande rivale della stagione nella corsa, una delle più entusiasmanti degli ultimi anni, all'Eccellenza.
Quello che colpisce di più è il suo entusiasmo, che trasuda da ogni parola: l'amore per il calcio è rimasto intatto, nonostante i tanti campionati messi ormai in archivio, come se avesse iniziato a prendere a calci il pallone soltanto da pochi giorni. Ed invece, di storie da raccontare ne avrebbe moltissime. Bisogna però concentrarsi sul presente, che vede gli olbiesi guidati da mister Marini a 180' da un traguardo storico: davanti soltanto due ostacoli, a partire dalla prossima sfida in casa del Castelsardo, per poi concludere il torneo con l'impegno interno contro la Tharros.
Ora più che mai è necessario mantenere la concentrazione al top, ma non basta: per vincere bisogna curare ogni dettaglio. E non scordarsi mai di divertirsi. Perchè, è giusto ribadirlo, si tratta sempre di sport.
«Sono uno dei più vecchi in questo mondo — ammette Usai tra le risate — gioco ormai da tanti anni e credo proprio che quando appenderò le scarpette al chiodo mi farò un grande pianto». Il segreto della sua longevità agonistica, a 40 anni suonati, è presto detto. «Cerco di allenarmi sempre al massimo, è l'unica ricetta che conosco per poter continuare. Non sono particolarmente pesante, non ho tanti muscoli da portarmi appresso e questo probabilmente mi aiuta tanto. Il mio obiettivo è fare almeno un'altra stagione, mi sento piuttosto in forma, sono fiducioso in questo senso, anche perché per fortuna non ho mai subito grossi infortuni». Un giocatore indistruttibile, verrebbe da dire, che per uno strano scherzo del destino però non potrà dare una mano ai suoi compagni negli ultimi due appuntamenti, peraltro fondamentali per il titolo. «Domenica ho accusato un leggero fastidio al collaterale, inutile provare a forzare, in questi casi. Anzi, nei prossimi giorni farò una risonanza per capire l'esatta dimensione del problema».
Il difensore chiude con un bottino di sei reti e un rendimento costantemente ad altissimi livelli. «Si, è andata bene. Sono riuscito a disputare quasi tutte le partite, considerando che tanti di noi hanno dei problemi con il lavoro e spesso dobbiamo saltare qualche appuntamento, ma chi scende in campo non fa mai rimpiangere gli assenti e per fortuna la rosa è molto ampia». Usai ha dunque piena fiducia nella solidità del gruppo di cui ormai fa parte da diversi anni. «Qui ho trovato una seconda casa, dei ragazzi davvero fantastici. Durante le difficoltà siamo sempre riusciti a risollevarci alla grande, puntando proprio sul grande affiatamento tra di noi. Per il resto, siamo piuttosto sereni: le cose stanno andando proprio come ci aspettavamo tutti ad inizio anno. Non c'è nessun bisogno di nasconderci, come fanno altri: la nostra squadra è composta da giocatori di altissimo calibro, che possono fare la differenza in qualsiasi momento, ma non siamo di certo gli unici, né tanto meno i più forti: penso all'Ossese, all'Ilva, all'Ozierese, al Bosa. Le prime della classe hanno grosse potenzialità, con elementi importanti per la categoria, e il campionato è ancora apertissimo».
Il Porto Rotondo però guarda tutti dall'alto, almeno per il momento, ma l'intenzione ovviamente è quella di restarci sino alla fine. «L'infallibilità nel calcio non esiste, noi oltretutto siamo stati un po' altalenanti nel nostro cammino». Il motivo è presto detto. «Siamo una squadra molto offensiva, spesso lasciamo spazio agli avversari e ne paghiamo le conseguenze. È un campionato strano, molto equilibrato, e ogni domenica può succedere davvero di tutto, ormai è piuttosto evidente. Noi ci crediamo, sarebbe strano pensare e dire il contrario, ma se non dovessimo riuscirci, non ne faremmo di certo un dramma. Primo posto o play-off, sarà comunque una soddisfazione, discorso che vale per i dirigenti e per il presidente, ovviamente». Poter contare sui capocannonieri del torneo è una fortuna non da poco. «Ruzzittu e Mulas sono prima di tutto due ragazzi splendidi, una coppia pesante e ben assortita che ti agevola notevolmente il compito. Si compensano bene a vicenda: uno è molto forte fisicamente e ha uno spiccatissimo senso per il gol, l'altro ha talento da vendere. Auguro a tutti e due di raggiungere traguardi sempre più grandi, perché obiettivamente in Promozione non ci fanno niente». L'attacco comunque non è l'unico reparto che mette in mostra pezzi da novanta. «Ci sono molti giocatori in rosa che avrebbero avuto tutte le carte in regola per andare avanti ma hanno dovuto rinunciare, magari per problemi di lavoro, come è capitato ad Alessandro Mascia, ad esempio. Ha militato in Serie C e vanta esperienze in diversi massimi campionati stranieri ed ora sta dando una mano al Porto Rotondo. Ciò che conta maggiormente comunque è l'aspetto umano».
Mister Marini invece è una garanzia. «Ci ho giocato assieme e ho tanta confidenza: quando mi ha proposto questa avventura, diversi anni fa, non ho avuto dubbi. Sta ricoprendo un ruolo fondamentale, il classico motivatore che riesce a dialogare con grande sincerità con tutti e ti trasmette sempre una grande tranquillità, anche quando magari le cose non girano come dovrebbero». Il passo falso in casa dell'Ilvamaddalena è l'ultimo episodio negativo in ordine cronologico. «Una gara condizionata dai tantissimi episodi: sullo 0 a 0 abbiamo fallito di un soffio il gol del vantaggio, poi su una dormita generale nostra abbiamo incassato l'1 a 0. Ad inizio ripresa Ruzzittu ha colpito il palo interno e dal potenziale pari ci siamo trovati invece sul 2 a 0, con una conclusione dai 25 metri che si è insaccata all'incrocio, sono colpi che vedi raramente. In altre occasioni, come ad esempio contro la Macomerese, siamo riusciti a ribaltare la situazione, addirittura anche in inferiorità numerica, ma non sempre le cose si risolvono al meglio». L'importante in questi casi è ripartire di slancio: il 5 a 0 rifilato al Fonni è la risposta migliore che si poteva dare. «Siamo scesi in campo con la solita determinazione e con grande voglia di riscatto. Volevamo cancellare la prova dell'andata, che si era peraltro chiusa con un punteggio simile, ma a parti inverse. Il Fonni è una compagine tosta, soprattutto in casa, non è mai facile superarli».
Ora sotto con il Castelsardo, per un match che ha il sapore di una finalissima. «Una partita delicata e difficile, loro sono davvero un'ottima squadra. Dovremo affrontarla nella maniera giusta, sembra un incontro dal risultato scontato, ma credimi, non sarà così. Ci aspetta una settimana intensa, ma il mister sa bene come si fa a tenerci tutti sulla corda dal punto di vista mentale». Sotto il profilo atletico invece tutto prosegue nel migliore dei modi. «Merito soprattutto del nostro preparatore, Graziano Rotelli. Colgo l'occasione per salutarlo e ringraziarlo pubblicamente per quello che sta facendo per noi: una persona squisita che ci è sempre stato vicino, a costo anche di grossi sacrifici: arriva da Nuoro e non è semplice, soprattutto in inverno, ma ci mette a disposizione tutta la sua grande esperienza».
Ci sono tutti gli ingredienti dunque per poter sognare in grande. «Per vincere però servono tante cose: fortuna nei momenti chiave, determinazione, cuore e sacrificio. Il calcio comunque non è una scienza esatta, il verdetto del campo è imprevedibile: ho perso e vinto campionati per un punto, so come funzionano le cose insomma. L'anno scorso abbiamo sfiorato l'Eccellenza; siamo stati tra l'altro l'unica squadra che ha battuto lo Stintino sia all'andata che al ritorno, ma paradossalmente non è bastato. Io credo che quest'anno i giochi si decideranno solo all'ultimo». Parola d'ordine: massima cautela. Vietato farsi trascinare da facili entusiasmi. «Ti assicuro che non sta gioendo nessuno, non ci siamo illusi, niente è stato ancora fatto, anzi. Ci sono sei punti a disposizione, ma lavoreremo in settimana con la solita serenità».
Usai chiude con un messaggio ai suoi compagni, dall'alto della sua notevole esperienza. «Dovranno mantenere la mente libera, ma scendere in campo con la giusta cattiveria agonistica. Quando uno da tutto non ha nulla da rimproverarsi, a prescindere poi dal risultato finale». Il sogno è, ovviamente, quello di festeggiare un altro titolo. «L'Eccellenza sarebbe un palcoscenico importante, soprattutto per i ragazzi che non ci hanno mai giocato, e la società non farebbe grosse rivoluzioni, confermando tutti in blocco, ma noi siamo ancora in Promozione, non dobbiamo dimenticarlo mai, seppur in piena lotta, ma la storia è ancora tutta da scrivere. E va benissimo così».