Il tecnico: «Un po' nervosi ma vittoria meritata»
Il Selargius vince al fotofinish, Zeman sicuro: «Era scritto, ora dobbiamo continuare con la forza e la voglia vista negli ultimi 10'»
Avrebbe voluto ottenere la vittoria senza aspettare il gol all'ultimo minuto di recupero ma Karel Zeman si prende i tre punti contro il Palestrina che lanciano il Selargius in zone di classifica più serene (leggi la cronaca della gara): «Quando non vengono i risultati come è successo a noi nelle ultime tre partite ci vuole un po' per far conciliare il risultato col bel gioco, però era importante vincere per portarci a +8 dal Palestrina e la retrocessione diretta. Se non combineremo sfaceli è un distacco rassicurante e gli avversari dovranno fare molti risultati per recuperare lo svantaggio». Il tecnico dei biancorossi spiega perché dopo il gol-lampo di Patacchiola i suoi ragazzi hanno perso un po' di smalto e sicurezza: «Siamo partiti alla grande, il gol segnato dopo 2' ci ha fatto credere che la partita fosse facile, invece eravamo troppo nervosi rispetto all'impegno che stavamo affrontando e ci siamo creati difficoltà da soli, innervosendoci tra di noi anziché pensare a quello che andava fatto». Però poi difende la prestazione in una gara che presentava diverse insidie, sia tecniche che psicologiche: «Se immaginiamo che il Selargius debba fare otto gol non è giusto, credo che i valori erano quelli, cioè noi più forti degli avversari. Abbiamo vinto con merito e, anche se all'ultimo minuto, nell'arco della gara credo avessimo fatto più noi che loro».
Il gol nel recupero del Selargius sta diventando una costante in casa, Riccardo Sanna lo segnò già col Sora mentre col Terracina fu la volta di Mannoni. Per la gara col Palestrina, il tecnico Zeman, ci vede più che un nesso una logica conseguenza dell'atteggiamento della sua squadra: «Il gol finale era abbastanza scritto perché negli ultimi dieci minuti c'eravamo solo noi in campo. Il vento determinante per l'errore del portiere? Non ne voglio parlare perché quando il San Cesareo ha vinto con una punizione aiutata dal vento non ne abbiamo parlato». Così spiega la scelta di Squicciarini, classe 1997, all'esordio in casa dal 1' e in mezzo al campo: «In tutte le partite della Juniores del Selargius è sempre stato il migliore in campo, da qualche settimana ho deciso di portarlo in prima squadra per adattarsi. Siccome ci manca un regista ho deciso di fare di necessità virtù scegliendo un under che di solito gioca in altri ruoli. Sicuramente non può giocare come faceva Giuseppe Atzori ma ha fatto una gara di un '97 alla prima partita coi grandi e con discreta personalità».
Nel momento peggiore che ha attraversato la squadra tra la fine del primo tempo, nel quale il Palestrina ha segnato il gol del pari, e l'inizio della ripresa, dove i romani hanno pure fallito qualche buona occasione per passare in vantaggio, il Selargius è apparso un po' nervoso. Karel Zeman non pensa che centrino le difficoltà economiche che il club dovrebbe poter risolvere nell'immediato: «Spero che il nervosismo della gara col Palestrina fosse dettato dai passaggi sbagliati, in teoria non si dovrebbe avere altro a cui pensare se non allenarsi e fare il proprio dovere ma la società ci sta assicurando che presto i problemi verranno risolti e noi non possiamo far altro che fidarci». Poi ammette le difficoltà cui va incontro nel programmare il lavoro settimanale: «Quando arrivo al campo e sento solo la parola stipendi mi viene voglia di tornare a casa, però so bene che è una situazione che nei dilettanti accade spesso di dover affrontare ed il motivo per cui non vado a casa e rimango al campo è perché nel momento in cui verranno dati gli stipendi voglio essere certo di aver dato sempre il massimo».
Il Selargius è atteso dalla trasferta di Anzio, squadra ultima in classifica e con enormi problemi economici da affrontare. «Nel prenderci i tre punti col Palestrina - osserva Zeman - dobbiamo anche capire che nessun avversario è da sottovalutare. Bisogna continuare con la forza e la voglia che abbiamo messo negli ultimi 10'». Guai allora a parlare di obiettivi diversi dalla salvezza. «Pensare ai playoff? Così si va di male in peggio. Quando vado in panchina penso sempre di vincere tutte le gare e se la squadre ci riuscisse certi traguardi potrebbero essere raggiunti ma bisogna ammettere che ci sono dei limiti». E ricorda: «Si dà poca importante al periodo di preparazione. In condizioni normali, io avrei iniziato il 20 luglio e secondo me con 25 giorni in più di allenamenti (avendo iniziato a Ferragosto, ndr) la squadra correrebbe dieci volte più di quello che sta facendo ora. A tutte le carenze che già sapevo ci sarebbero state si è aggiunto anche il ritardo della preparazione che, inevitabilmente, si sente ancora perché in effetti non ho mai potuto lavorare come di solito ho fatto in esperienze passate. Il martedì mezza squadra non riesce a svolgere il lavoro programmato che è già il 50% in meno di quello che farei, non so mai in quanti lo reggeranno perché non hanno ancora la preparazione che devono avere».