Tempio, Iglesias, Calangianus, S.Teodoro, Ferrini, Ghilarza, Taloro
Ilva e Ossese a caccia della serie D ma è folto il gruppo a caccia di un posto al sole
A quasi cinque mesi da quel San Teodoro-Latte Dolce 0-2 che ha promosso i sassaresi in serie D dopo 38 giornate, a quattro mesi da quel Lanusei-Sant'Elena 1-1 che ha salvato i quartesi e spedito gli ogliastrini in Promozione e a quasi tre mesi da quel Budoni-Ellera 1-1 che ha permesso ai galluresi di fare il salto di categoria, ecco che torna il campionato di Eccellenza sempre con la versione dispari ma a 17 squadre (due in meno) che si concluderà il 28 aprile 2024 al termine di 34 giornate.
Fare le carte ad campionato che vedrà anche quattro retrocesse (tre dirette più un playout) non è mai facile visto che la storia, anche recente dopo le tormentate stagioni inficiate dal Covid, ha fatto sprofondare in Promozione Castiadas, Guspini e Lanusei per le quali venivano date altre prospettive stagionali, oppure la stessa Ilva - due anni fa - è risultata vincente maturando l'obiettivo solo dopo aver scavallato il girone d'andata in cui la Ferrini sembrava dominare chiunque. E proprio i maddalenini, dopo aver conosciuto la serie D per perderla al termine di un pareggio nei playout dopo aver sfiorato la salvezza diretta all'ultima giornata, vogliono riprendersi la categoria perduta ridisegnando la squadra quasi per intero riconfermando Di Pietro, Bazile, Lobrano e Sordini e dando il solito carattere argentino con gli arrivi di Dominguez, Salas, Facundo e Nicolas Maitini, Munua, in aggiunta al croato-macedone Gjurchinoski, al francese Kiwobo, all'uruguaiano Madero e ai sardi Ruzittu, Serra e Piriottu. In Coppa Italia la squadra di Cotroneo ha superato il turno non brillando (e ci mancherebbe pure) ma saltando l'ostacolo non facile del San Teodoro, lo scorso anno tra le migliori compagini alle spalle di Latte Dolce e Budoni. Al momento si potrebbe prevedere - come due anni fa - un duello con l'Ossese, che ha cambiato tecnico prendendo Mario Fadda che proprio due anni fa tolse ai bianconeri la possibilità di giocarsi il salto di categoria ai playoff nazionali. Il club bianconero arriva da una stagione sottotono e ha ritoccato la rosa arricchendola nel numero e qualità dei giocatori in tutti i reparti (in difesa Llanos, Kamana e Salvucci più il rientro di Fancellu; in attacco Villa-Mainardi; a centrocampo Scanu e Fadda) come fanno quelli che vogliono durare in alto 34 giornate.
Alle spalle del duo che, col mercato sembra avere messo qualcosa in più delle altre, ci sono diverse squadre che vogliono e possono allargare la lotta al salto di categoria. Il Tempio è una matricola che il suo presidente Sechi vuole riportare a rivivere i fasti di un campionato nazionale e ha puntato al mantenimento di buona parte del gruppo che ha vinto in Promozione, mister Cantara compreso, con nuovi inserimenti provenienti dal campionato di Promozione (Igene, Donati e diversi fuoriquota, portieri compresi), dall'Eccellenza (Virdis e Demurtas, già guidati da Cantara) e Serie D (Aiana, due anni fa decisivo nella vittoria dell'Ilva). Le altre due matricole, Villasimius e Barisardo, hanno invece intrapreso la strada della rivoluzione: nuovi i tecnici, nuovi i calciatori ma con dei distinguo: per i sarrabesi mister Manunza ha curato uno per uno gli acquisti, prendendo diversi elementi già guidati negli anni (Melis, Rinino, Savage, Ghiani, Magnin) e altri apprezzati da avversari (Camba, Argiolas, Kassama, Loi, Mastino); per gli ogliastrini il presidente Ibba ha prima individuato in Bonomi, un curriculum da calciatore di serie A pronto a mettersi in gioco in Sardegna, la nuova guida e poi fatto in prima persona la campagna acquisti puntando su elementi di corsa, prestanza fisica ma anche tanta qualità. Entrambe vogliono conservare la categoria ma entrambe possono anche ritagliarsi uno spazio sorpresa.
Tornando alle squadre ambiziose non si possono non considerare Calangianus e Iglesias almeno secondo i proclami dei rispettivi presidenti e per i movimenti di mercato. I giallorossi hanno riportato Sassu in panchina che ha sfruttato l'anno da diesse intanto per scegliere l'ampia base da confermare e poi per fare mercato nell'inserire elementi giusti nei vari reparti (Dombrovoschi, Chiappetta, Lemiechevski, Solinas). I rossoblù hanno tenuto Marongiu (ottimo nel girone di ritorno) ma rivisitato abbastanza la rosa pescando un pacchetto dal Carbonia (Hundt, Pitzalis, Porru, Mastino e Isaia) e rivisitando l'attacco (Pavisich e Cortes). A queste vanno aggiunte le squadre che, nella scorsa stagione, hanno gravitato dal terzo al sesto posto e il cui campionato è stato sminuito solo per la presenza della forza dirimpente di Latte Dolce e Budoni. Ghilarza e Ferrini hanno chiuso in testa il campionato dei non marziani: i guilcerini hanno mantenuto pressoché la stesa intelaiatura (dalla Torres è arrivato Pinna al posto di Rancez e Delizos per Fantasia) con la grossa novità di aver scommesso in Demartis tecnico, fresco di scarpini appesi al chiodo e alla prima esperienza sulla panchina; i cagliaritani, invece, hanno inserito elementi di spicco come Carboni, Scioni e Galloni ma andando sotto numericamente viste le uscite di Camba, Matteo e Fabio Argiolas, D'Agostino, Sigismondo, Cuccu, Piselli, il che vuol dire avere un ottimo undici di base e qualche problema nell'affrontare i classici guai stagionali (infortuni e squalifiche). Il San Teodoro è stata l'ultima squadra dello scorso campionato ad arrendersi al fatto che i playoff si sarebbero annullati per distacco rivestendo il ruolo di mina vagante e schiacciasassi in casa con 12 vittorie di fila (tra cui quella col Budoni). Ha scelto la via della conferma quasi totale dei gruppo, mantenendo la coppia d'attacco Ruzzittu-Mulas (35 gol in due), più il fantasista Molino e, a fronte di tre uscite come Piemonte, Murgia e Fideli - non titolari ma sempre pronti a dare il proprio contributo - è arrivato da pochissimo il centrocampo Mastromarino (ex Ilva, Torres e Lanusei). La garanzia è sempre il tecnico Marini capace di mantenere l'anima del Porto Rotondo nel nuovo vestito teodorino. Discorso simile per il Taloro che, a differenza dei galluresi, ha riservato la novità grossa nel cambio del tecnico dopo l'addio di Fadda scommettendo su Massimiliano Mura (ex Bonorva, Macomerese), perdendo Fois (ha seguito il mister all'Ossese) e inserendo in attacco l'argentino Ricci e pescando dalla Promozione i fuoriquota di rilievo come Vidili e Vassidiki. I gavoesi sono i più longevi dell'Eccellenza con 24 partecipazioni di fila perseguendo una filosofia quasi immutata dal 2000 a oggi che vede un unione indissolubile tra società, squadra e un intero paese sempre pronto a soffiare alle spalle dei propri beniamini. La Tharros ha passato un'estate alimentando aspettative forti con la conferma di uno zoccolo duro importante, con la chiamata di un tecnico come Prastaro fresco vincitore in Promozione e un mercato che ha proposto profili inediti specie in difesa (Panza, Facelli, Pizzoleo e Mereu) oltre a La Valle e Arnaudo avuti dal tecnico nel Villasimius. Le dimissioni improvvise dell'allenatore, la decisione di scommettere sul centrocampista Antonio Lai in panchina, l'idea di rivedere la rosa (già ceduto un nuovo arrivato come Pizzoleo) e l'eliminazione in Coppa sta creando un po' d'incertezza attorno ad una squadra che dovrà far vedere il reale valore.
Essere in fondo all'articolo non vuol dire necessariamente andare ad occupare le ultime posizioni della classifica. Lo stesso Carbonia, passato da essere rivelazione a fare la rivoluzione, se inizialmente poteva essere considerata la vittima sacrificale del campionato, il mercato che poggia su due conferme importanti come Porqueddu e Dore si sta arricchendo di profili non certo da Cenerentola. Il Sant'Elena ha visto prolungare di un mese la scorsa stagione passando dal grande spavento nell'aver visto due volte la retrocessione in faccia alla gioia di una salvezza tanto entusiasmante quanto tortuosa (spareggio chiuso ai rigori con la Nuorese e doppio confronto tirato col Lanusei) e ha fatto scelte nette sul mercato ripartendo però dal tecnico Piras che ha mantenuto la categoria: tante partenze (Ragatzu, Littarru, Sanna, Mancusi, Porcu, Mura, Ruggeri, Bruno Floris Soares), qualche conferma (Caboni, Vignati, Delogu, Rotaru, Minerba, Pilleri) e diversi arrivi (Fortuna, Pinna, Ibba, Fadda, Porru, Piroddi, Pedoni) con l'intento di abbassare l'età media, di aumentare la corsa e il pressing e di soffrire il meno possibile. Strada simile per la Villacidrese che ha tenuto la guida ferma di Mannu, ha lasciato andare il gruppo folto degli argentini (Palermo, Caballero, Llanos, Quiriti, Echarri), più il jolly Alfarano pescando a febbraio per puntare su qualche sardo (Suella, Fantasia, Aramu), qualche straniero (Muzio e La Torre) e il portiere Cocozza ma con un'ossatuta sempre valida (Bruno, Milia, Cirronis, Muscas, Lussu). Solito restyling per il Bosa che ha visto l'attacco trasferirsi al Latte Dolce (Imoh, Faye) e all'Alghero (Marco Carboni più il fratello Paolo), ha salutato qualche straniero (Pucinelli, Romanazzo, Poli) rimpiazzati dagli arrivi dei portoghesi Maquiesse e Fortunato, dal ritorno dell'argentino Ongania, dal portiere Idrissi e dagli "indigeni" Ruggiu e Pinna ma qualcosa in avanti si attende ancora per non rischiare più che negli altri anni anche se la forza del gruppo sembra essere superiore alle difficoltà date dall'ancora esilio lontanto da Bosa. Il Li Punti non si è mai risparmiato sul mercato sia estivo che invernale e nemmeno quest'anno è sfuggito alla regola (spiccano gli arrivi Padovani, Spano, Pucinelli, Salas, Tuccio, Lerech, Pittalis) ma questa volta il compito di mister Salis è quello di scegliere una via meno complicata per la salvezza che non passi necessariamente per un'andata a rilento e un ritorno a velocità doppia.