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Narboliese
«La seconda a -18? Eclatante e sorprendente»

La Narboliese e i segreti di un successo, Meloni: «Programmazione, umiltà e ragazzi eccezionali»

Missione compiuta, con il massimo dei voti, per la Narboliese: l'intento dichiarato del club era quello di riguadagnare la Prima Categoria, dopo la dolorosa retrocessione rimediata tre anni fa, a cui sono seguite le stagioni difficili e rocambolesche caratterizzate dalla pandemia legata al Covid, ma ora il sogno diventa finalmente realtà, al termine di una cavalcata da urlo: 19 vittorie e 3 pareggi, con 1 sola sconfitta, hanno portato ben 60 punti in classifica, con la diretta inseguitrice Sedilo che ha accumulato ben 18 lunghezze di distacco.

Sono tante, dunque, le note liete e positive per mister Antonio Meloni, partendo dal rendimento stratosferico dell'attacco, 62 gol in tutto all'attivo, arrivando ai numeri messi in piedi dalla difesa, che ha incassato appena 13 centri in 23 uscite, con la situazione che potrebbe migliorare ancora nell'ultima uscita dell'anno, in programma domenica prossima. Per i biancocelesti, in definitiva, si tratta di un 2022 da incorniciare.

«Abbiamo iniziato a programmare la stagione già dal mese di giugno del 2021: credo che questo abbia fatto la differenza — dichiara mister Antonio Meloni — L'obiettivo era quello di ritornare in Prima nel più breve tempo possibile, dopo la retrocessione ai playout di tre anni fa. A dire la verità ci avevamo provato già la stagione successiva, costruendo una squadra che potesse ben figurare e lottare per le primissime posizioni, ma ci siamo riusciti solo in parte, perchè poi la pandemia ha stoppato tutti i giochi».
In casa Narboliese non si sono dati per vinti. «La scorsa estate abbiamo lavorato sodo per allestire una rosa competitiva, in grado di puntare al salto e, per fortuna, le cose sono andate benissimo. Ho avuto a disposizione un gruppo eccezionale, prima ancora che una bella squadra. La maggior parte dei giocatori sono arrivati, per l'appunto, l'anno scorso, e l'affiatamento che si è creato tra di loro è stato un elemento determinante. Davanti, sicuramente, hanno pesato molto i 22 gol realizzati da Nicola Orrù,che è riuscito a fare la differenza, considerando soprattutto che il ragazzo ai primi di dicembre ha rimediato un infortunio, anche piuttosto grave a dire il vero, che l'ha costretto a tre mesi di stop saltando sei partite. Fortunatamente l'operazione a cui si è sottoposto è andata bene e lui ha recuperato la forma piuttosto rapidamente».
La pausa più lunga del solito, in questo caso, ha rappresentato un vantaggio. «A gennaio, in pratica, non si è giocato, e questa è stata una fortuna per lui, perchè così ha avuto più tempo per rimettersi in piedi: alla ripresa delle attività, a febbraio, Orru era già completamente a disposizione».

Anche il rendimento della difesa è stato praticamente impeccabile.
«Devo per forza spendere delle belle parole per Marco Carta, il nostro ultimo acquisto; stiamo parlando di un ragazzo che ha disputato un grandissimo campionato, dando grande ordine al reparto con la sua sicurezza e i suoi consigli. Nel corso della sua carriera, ha sempre giocato tra Prima e Promozione; ci ha permesso di fare il classico salto di qualità, ha ricoperto un ruolo fondamentale all'interno del gruppo».

Meloni ha tanti motivi per essere soddisfatto. «Sono particolarmente contento per tre cose: la prima è l'umiltà con cui abbiamo affrontato gli impegni. Nonostante fossimo partiti con l'obiettivo di piazzarci al primo posto, abbiamo sempre mantenuto un profilo basso, senza esporci più del necessario, senza fare proclami, insomma. Sono sempre stati gli altri, a dire il vero, a definirci la corazzata del girone, non sicuramente noi. Anche io del resto, ho scelto di non rilasciare interviste nel corso della stagione, sono fatto così e chi mi conosce bene lo sa. Oltre alla programmazione, partita in netto anticipo, la seconda cosa che mi sento di sottolineare è l'ottimo terreno di gioco sul quale abbiamo disputato le nostre partite interne: il comune ha fatto in modo di riconsegnarci l'impianto sportivo con un manto erboso in perfette condizioni. Proprio per questo, assieme ai ragazzi, abbiamo espresso il desiderio, la promessa di tornare in Prima Categoria senza perdere nemmeno una partita in casa. Siamo partiti dal presupposto che il campo è un bene del paese, della comunità intera: è con i soldi dei nostri concittadini che è stato possibile migliorare gli spalti e le altre strutture; in un certo senso ci sentivamo debitori nei loro confronti».
Meloni poi aggiunge: «La sorpresa più grande, e più bella, non è stata quella di avere il migliore attacco, ma di riuscire ad incassare 13 gol appena, di cui 3 o 4 sono arrivati su calcio di rigore».

Tra le pagine da ricordare, il tecnico ne sceglie una: «Il confronto, alla quarta uscita del girone di ritorno, contro il Nurachi: giocavamo in trasferta, su una superficie in terra battuta, ma ci siamo espressi con grande concentrazione e determinazione, con l'intento di strappare il bottino pieno. La maggior parte delle vittorie le abbiamo ottenute in casa nostra, ma dopo quella giornata potevamo gestire sei-sette punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice: è in quel momento che ho capito che avevamo tutte le carte in regola per chiudere il discorso con largo anticipo».
Il vantaggio è lievitato ulteriormente, sino ad arrivare a ben 18 lunghezze nei confronti del Sedilo secondo in classifica: «Non mi sarei mai aspettato un risultato così eclatante, per questo credo di aver allenato dei ragazzi eccezionali, che sono stati in grado di vincere il campionato con cinque giornate di anticipo. Ancora oggi stiamo continuando a spingere al massimo, come è giusto che sia: il primo ad essere sorpreso sono proprio io».
Il tecnico, comunque, divide i meriti in parti uguali. «Ci tengo a ringraziare, in maniera particolare, Marco Mura, che collabora con me da tre anni, insieme al preparatore dei portieri, Marco Piras, che è arrivato a stagione in corso ma è riuscito a darci una grossissima mano».
Anche il rapporto con i tifosi e i sostenitori è stato a dir poco fantastico. «Le cose sono andate benissimo: in paese c'è una notevole partecipazione a tutti gli eventi sportivi. Ci tengo a sottolineare il fatto che c'era una grandissima cornice di pubblico non solo per le partite in casa, ma pure per quelle in trasferta, credo sia giusto ribadirlo. Spesso sugli spalti c'erano più tifosi nostri rispetto a quelli della squadra che ci ospitava (ride)».

La Narboliese si è resa protagonista di una cavalcata fantastica: l'unico neo è rappresentato dal ko rimediato contro il Sedilo.
«Lo dico molto, molto sinceramente: a Sedilo, a mio avviso almeno, non meritavamo la sconfitta, considerando che abbiamo creato diverse occasioni da gol, ma la palla il giorno non voleva entrare in porta. È andata così, quel passo falso ci ha un po' ridimensionati, anche se venivamo da un girone di andata ottimo, con un bel filotto di vittorie e un solo pareggio. Dopo quello stop ci siamo rimessi a lavorare sodo, come abbiamo sempre fatto».

Il futuro sportivo del tecnico è avvolto nell'incertezza.
«Una questione delicatissima (ride). Ci manca ancora una partita da giocare, poi ci prenderemo sicuramente una decina di giorni di pausa; dopodiché ci siederemo attorno ad un tavolo per capire se ci sono le condizioni per andare avanti assieme. Io posso dire che, da parte mia, non ci sarebbe nessun tipo di problema a continuare ad allenare la squadra del mio paese, considerando che le mie esperienze, in passato, sono sempre state con compagini di altri comuni. Certo, per raggiungere un accordo dovrebbero esserci tutte le condizioni favorevoli e la possibilità di programmare la stagione così come abbiamo fatto lo scorso anno. Io per ora rimango a disposizione del club, anche se sappiamo bene come vanno le cose nel mondo del calcio: magari loro vorranno cambiare, e a quel punto non dipenderà più da me».

L'intervista si chiude con le classiche dediche di fine stagione.
«Sicuramente ringrazio, in primis, la società, per avermi messo a disposizione una rosa di altissima qualità. Ci tengo a ringraziare i ragazzi: come ho detto prima, non siamo una squadra forte, ma un gruppo forte, per me c'è una grossa differenza: non posso lamentarmi assolutamente di nulla, in questo senso, anzi; spesso ci siamo allenati anche per tre volte alla settimana e loro sono sempre stati presenti, anche quando abbiamo avuto dei problemi con il Covid e in campo magari arrivavano in pochi. Ringrazio anche il nostro pubblico, per il supporto che ci ha dato, e l'amministrazione comunale che ci ha messo a disposizione un impianto di primissimo livello dove allenarci e giocare le gare. Non ho altre dediche particolari da fare, ad eccezione di Marco Mura, che in tutto questo tempo mi è stato vicino, soprattutto nelle difficoltà, e non solo sul piano sportivo, ma anche nella vita di tutti i giorni. È stato una figura fondamentale per me: è anche grazie a lui se abbiamo raggiunto questo traguardo».

In questo articolo
Squadre:
Giocatori:
Campionato:
Stagione:
2021/2022
Tags:
Seconda Categoria
Girone F