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Daniele Bianchi, centrocampista, Latte Dolce
«Lasciato dei punti per strada, allo stop stavamo bene»

Latte Dolce dai piani alti, Bianchi: «Siamo riconosciuti come squadra di rilievo in serie D, gratificante per la nostra realtà»

Daniele Bianchi tira le somme di una stagione fermata bruscamente e improvvisamente per l'emergenza sanitaria determinata dal dilagare dei contagi del coronavirus. Per il centrocampista del Latte Dolce «quel che resta è la consapevolezza di essere stati anche quest'anno inquilini stabili delle prime posizioni della classifica, in linea con il processo di crescita nei risultati, anche se guardando indietro forse abbiamo fatto qualche passo falso di troppo in considerazione del fatto che noi per primi volevamo fare ancora di più. Questa visione è collegata al desiderio di crescita costante, per cui se da un lato c'è un pizzico di rammarico per qualche stop di troppo dall'altro non è mai scontato riconfermare un piazzamento playoff. Oggi il Latte Dolce è riconosciuta come squadra di rilievo nel campionato di serie D, e questo non è affatto scontato: è sintomo di una dinamica di crescita che prosegue. È un merito, ed è gratificante per la nostra realtà».

 

Fermi dopo l'impresa a Torre del Greco. «Al momento dello stop ai giochi attraversavamo un buon momento. Ci attendeva un calendario che ci avrebbe messo di fronte a diverse squadre che navigavano in pericolose zone di classifica, non sarebbe stato facile ma sicuramente avremmo potuto dire la nostra dato che la rincorsa alla griglia playoff si stava ormai delineando. Questa è la bellezza del calcio: nulla è certo sino al novantesimo, non ci sono gare e risultati già scritti in partenza».

 

Il valore aggiunto del gruppo. «La voglia di mettere davanti a tutto il “noi”, l'essere stati squadra e gruppo al di là del singolo, sempre. Durante la stagione ci sono anche momenti di difficoltà, questo vale per chiunque faccia sport e faccia calcio: ripeto, sono orgoglioso di aver giocato con delle persone che hanno lavorato con ben chiaro in testa il senso del “noi”. Un atteggiamento del genere è quello che aiuta a crescere».

 

Il sogno del primato poi qualcosa è mancato. «Venivamo da un’annata positiva e le avversarie ci hanno affrontato in maniera molto diversa. Abbiamo lasciato dei punti per strada, alcuni in casa e perdendo partite in cui abbiamo oggettivamente subito pochissimo. Lo step di crescita passa proprio dal capire come affrontare certe partite, quelle in cui gli avversari ti affrontano con un baricentro molto basso. L'atteggiamento e l'impegno però non sono mai mancati: abbiamo attraversato un periodo tosto, ma non abbiamo mai mollato la presa restando sempre legati al gruppo di testa. E anche questo non è da dare per scontato».

 

I momenti della stagione da ricordare. «Potrei dire la parata al 90' di Pierpaolo Garau a Torre del Greco ma ricordo l'adrenalina della partita vinta in casa contro l’Arzachena per 2-1: abbiamo subito un rigore e un'espulsione, sembrava la classica gara storta e invece l'abbiamo ribaltata con i gol di Francesco Virdis e Daniele Molino. Il classico caso in cui abbiamo vinto gettando il cuore oltre l'ostacolo, mi ha lasciato una carica enorme. Questo grave momento di difficoltà che abbiamo vissuto e stiamo vivendo può rappresentare una opportunità: nascono nuove idee e il peso specifico delle competenze assume un'importanza ancora più rilevante».

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2019/2020