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L'imbattuto Budoni ha cambiato pelle, capitan Meloni: «Sono arrivati giocatori esperti, segniamo di più e le vittorie risollevano il morale, ora possiamo salvarci»
«Flaminia rognoso dobbiamo batterli e scavalcarli»

L'imbattuto Budoni ha cambiato pelle, capitan Meloni: «Sono arrivati giocatori esperti, segniamo di più e le vittorie risollevano il morale, ora possiamo salvarci»

Capitano a 24 anni e simbolo di quel Budoni, un po' giovane, un po' esperto, capace di chiudere il girone di andata con 7 sconfitte di fila e poi essere ancora imbattuto nel ritorno insieme con la sola capolista Viterbese. Mattias Meloni è l'anima del club gallurese che sta scalando la classifica, unico superstite della squadra che nel 2008-09 partecipava al suo primo campionato di serie D e che punta a confermarsi per la nona volta in quarte serie. 

Mattias Meloni, classe '92, oltre 220 gare in 8 anni di serie D

 

Classe 1992, nasce esterno offensivo, poi scala a centrocampo ma da un anno e mezzo fa il terzino, però non chiedetegli in quale ruolo preferisce giocare perché lui preferisce giocare e basta: «Posso essere impiegato dappertutto e, ormai, mi sono abitato a fare di tutto per la mia squadra. L'importante è giocare e mettersi a disposizione dei compagni e del tecnico, non conta in quale zona del campo giochi ma farlo bene. L'anno scorso mister Cerbone mi spostò in difesa e anche quest'anno sono partito così, ora sto riguadagnado qualche metro in avanti». Come la squadra, d'altronde, che nel 2016 ha innestato la quarta: «È cambiata tutta la situazione, sono arrivati giocatori d'esperienza e di categoria superiore che ci stanno dando una grossa mano ad uscire fuori dai guai. La squadra era molto giovane all'andata, nelle prime 8 giornate del ritorno abbiamo fatto più punti dell'andata (14 contro 13, ndr), stiamo andando molto bene speriamo di mantenere questo passi negli scontri diretti e riuscere così ad arrivare all'obiettivo salvezza». 

 

Col San Cesareo cercavate la vittoria ed è arrivato uno 0-0, vi è mancato solo il gol

«Esattamente. Nel primo tempo abbiamo avuto delle occasioni importanti ma non siamo riusciti a segnare, loro hanno giocato non per vincere ma per pareggiare, si sono messi dietro e ci veniva difficile riuscire a sfondare il loro muro. Ci hanno probabilmente temuto, adesso con i nuovi innesti ogni squadra ci affronta in modo diverso, il ritorno poi è sempre un altro campionato, c'è chi si rinforza e cambia il passo come sta facendo anche lo stesso Castiadas»

Il pareggio è comunque servito per essere fuori dalla zona playout, ora con la Flaminia potete tornare alla vittoria e sorpassare gli avversari

«Siamo molto contenti di questo punto, abbiamo nuovamente sei squadre sotto e vogliamo scalare ancora la classifica. Domenica è un scontro diretto importante, ci giochiamo una buona fetta della salvezza e potrebbe essere un turno a noi favorevole. La Flaminia è una squadra rognosa, domenica ha perso di misura con la Viterberse, risentirà della mancanza di Gay, un metronomo importante che è stato a Budoni il cui valore conosciamo molto bene. Saranno agguerriti ma anche noi, vogliamo continuare a fare punti, vincendo di sicuro scaliamo almeno un'altra posizione e magari agganciamo pure l'Ostiamare che affronta la Nuorese in formazione rimaneggiata. Ma non guardiamo tanto a cosa faranno le altre squadre, pensiamo a noi stessi perché il destino è nelle nostre mani»

Metà della pattuglia della squadre sarde lotta per la salvezza, sarà difficile per qualcuna evitare i playout

«Prima di tutto è importante che si evitino gli ultimi due posti che portano dritti in Eccellenza, poi mi auguro perlomeno che si evitino i derby, non è bello trovarsi a fare gli spareggi tra squadre sarde. Noi del Budoni ne sappiamo qualcosa avendo affrontato nelle scorse stagioni Selargius e Arzachena. Ma è anche difficile dire chi rischia di più, noi sicuramente alla lunga riusciremo ad uscire fuori da questa situazione, il Castiadas sta venendo sù molto bene mentre Lanusei e Muravera stanno trovando meno vittorie ma possono salvarsi. L'importante è riuscire a riportare nel calderone altre squadre come l'Ostiamare e il Trastevere, mancano ancora tante gare e occorre fare punti e lottando fino all'ultimo»

Squadra rinnovata a dicembre e gennaio ma a cosa è dovuta la metaformosi del Budoni?

«Un po' a tutto. Intanto sono stati fatti acquisti mirati che hanno aggiunto quell'esperienza che mancava, come grandi c'eravamo io, Farris, De Rosa, Nnanami e Redaelli, avere aggiunto elementi come Tricoli, Segato, Balzano, Giglio e Paganelli ha fatto la differenza. Poi riusciamo a segnare con più continuità e vincere ti dà morale e una maggiore convinzione» 

In zona-gol sta dando un grande apporto il centrocampista Segato che si è inserito nel gruppo molto bene

«Nicola è un giocatore che vorrebbero tutte le squadre oltre ad avere due piedi speciali è uno che non si ferma mai, è sempre lì sul pezzo, fa girare la squadra benissimo. Per noi è un elemento fondamentale e poi segna gol determinanti, si è inventato dei numeri - come la rete da trentacinque metri contro l'Ostia - che in serie D vedi molto raramente»

All'andata siete partiti bene per poi inchiodarvi a metà percorso, cosa vi era successo?

«Ormai sono 8 anni che faccio il campionato di serie D, all'inizio ci sono avversarie sulla carta più forti che sono ancora da rodare e, probabilmente, ne abbiamo approfittato. Poi sono arrivate una serie di sconfitte dovute all'inesperienza e a una rosa ridotta, molte gare le abbiamo perse a 10' dalla fine e ci hanno buttato molto giù; avevamo anche difficoltà a fare gol e se ne subivano per dei peccati di gioventù»

Tra i nuovi arrivi anche diversi fuoriquota "robusti" come Mbaye, Lamcaj e Rizzo,  

«Sì, sono arrivati giovani molto bravi che, uniti a quelli che già avevamo, ci stanno dando una mano. In queste ultime gare un po' tutti riescono a dare il loro contributo per arrivare alla salvezza»

Cosa dà indossare la fascia di capitano ai chi compirà 24 anni il prossimo 22 marzo?

«Per me ha un significato importante, mi ha fatto crescere più velocemente. Normalmente la fascia viene data a giocatori di trent'anni, invece mister Cerbone, la società e ora Bacciu hanno visto che posso ricoprire questo ruolo, tutto questo è uno stimolo in più e una motivazione maggiore perché devi essere d'esempio per tutti, specie per i più giovani che sono abituati ad altre dinamiche»

Durante la stagione c'è stata una particolarità nella fascia che hai portato al braccio

«Si è vero, nei derby contro Olbia e Torres era personalizzata per la Fondazione Carrobbi-Ceregatti per il tramite di una persona vicina al presidente Filippo Fois»

Delle oltre 220 partite in serie D quali ricordi con piacere? 

«Sicuramente la gara del mio primo gol in serie D, nel 2008, contro la Viterbese e che vincemmo 4-1; avevo 16 anni, mister Melchionna mi fece entrare a gara in corso e feci gol, è uno dei ricordi stupendi che mi porto appresso, un momento speciale. Poi, in tutti questi anni, una gara che ricordo di aver disputato davvero bene è stata contro il Casitadas nel 2010, giocavamo in casa e vincemmo 1-0 con un mio gol decisivo, disputai una grande partite»

In ogni campionato almeno un gol lo hai sempre fatto, a quando il primo in questa stagione?

«A questo punto spero proprio domenica contro la Flamini, e sarebbe anche ora. Scherzi a parte, non ci penso, se arriva sono molto contento ma l'importante è che la squadra vada bene e al gol ci pensano Giglio, Paganelli e Segato, loro sono davvero bravi in questo. Stare più lontano dalla porta avversaria riduce la possibilità di avere occasioni da gol ma ora, con l'arrivo di Rosario Rizzo, un bravo esterno basso sinistro scuola Torino, sono stato spostato più avanti e magari avrò più chance per segnare»

Il tecnico al quale sei più legato: Melchionna, Cerbone, Bacciu?

«Non ho una preferenza. Ognuno di questi allenatori mi ha dato un qualcosa da aggiungere per favorire la mia crescita, ognuno di loro ha un metodo di lavoro e sono legato un po' a tutti. Li ringrazio per la fiducia che mi hanno dato in tutti questi anni»

Otto campionati di serie D nei quali ha conquistato salvezze incredibili, playoff insperati e fatto spareggi playout. Come giudicare quello di quest'anno?

«Per me, strano a dirsi ora che è diventata quarta serie, ma il livello si è abbassato di molto. Non ci sono più quelle 4 o 5 squadre che dovrebbero ammazzare il camponato, c'è più equlibrio con quelle che dichiaratamente sono state costruite per vincere. Lo stesso Grosseto, che per investimenti fatti avrebbe dovuto fare un campionato a sé, è un po' in difficoltà. L'unica che sta reggendo il ruolo di favorita è la Viterbese, prima in classifica, a dicembre ha preso ottimi giocatori ed è la favorita per la serie C»

Ma qualche settimana fa non vi ha battuto e nemmeno all'andata

«È stata la gara dove abbiamo rischiato, più che in tutte le altre sette gare, di perdere l'imbattibilità. Sapevamo che la Viterbese, avendo cambiato 4 o 5 giocatori, era tutt'altra squadra ma abbiamo affrontato la gara sapendo di non essere inferiori, ci abbiamo messo molta attenzione, loro hanno sbagliato un rigore e colpito dei pali ma anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni. Abbiamo fatto una grande gara e preso un punto importante»

In questo articolo
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Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
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