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Seconda categoria
"Non regaleremo nulla alla Folgore Mamoiada"

Luci puntate sul trionfo del Pattada, parla il presidente Vittorio Canu: "le nostre armi migliori sono state il gruppo e i nostri tifosi"

Nel calcio a volte capita che una squadra sia nettamente più forte rispetto a tutte le avversarie e che riesca ad esprimere questa superiorità in maniera assoluta, costante, inequivocabile.
Si potrebbe sintetizzare con queste parole il campionato disputato quest'anno dal Pattada: la compagine guidata da mr. Manca ha ottenuto la promozione diretta in prima categoria con tre giornate d'anticipo, dominando letteralmente il torneo e riuscendo nell'impresa di inanellare 16 vittorie consecutive.
Abbiamo contattato telefonicamente il presidente del Pattada, Vittorio Canu, per analizzare le ragioni che stanno dietro a questo vero e proprio trionfo.

 

Signor Presidente, il suo Pattada ha dominato, senza ombra di dubbio, il campionato. Si aspettava questi risultati ad inizio stagione?
«Certamente tutti noi speravamo nella vittoria: abbiamo strutturato una rosa che per qualità e per quantità poteva sicuramente portarci alla promozione diretta; pensavamo di avere qualcosa in più rispetto a tutte le altre squadre ma sinceramente non ci aspettavamo di fare così bene: 16 vittorie consecutive ed una sola sconfitta sono dati che esprimono ottimamente tutto il nostro valore.»

 

C'è stato un momento particolare della stagione dove ha capito che la sua squadra poteva fare davvero bene?
«Si, è stato in occasione dello scontro diretto, in trasferta, contro il Mamoiada, finito con un secco 3 a 0 a nostro favore. In quel momento loro erano, e lo sono attualmente, la seconda forza del campionato e in quel confronto abbiamo realizzato davvero di avere tutte le carte in regola per puntare al primo posto in classifica.»

 

La partenza della squadra invece non è stata proprio brillantissima, con un pareggio ed una sconfitta nelle prime due gare. Da cosa è dipeso secondo Lei?
«Penso fosse soltanto un problema di rodaggio: i ragazzi ancora non si conoscevano bene e non erano sufficientemente affiatati; considera che quest'anno abbiamo inserito in rosa sette elementi nuovi rispetto all'anno scorso ed è normale che ci voglia del tempo per incominciare a capirsi; noi fortunatamente ci siamo riusciti quasi subito e dalla terza giornata le cose sono andate decisamente meglio, c'è stata insomma una svolta importante.»

 

Il Pattada ha segnato, sino a questo momento, la bellezza di 76 reti (il terzo attacco più forte di tutta la seconda categoria, dopo quello della Kosmoto Monastir nel girone C e dell'Aritzo 1977 nel girone E. n.d.r). Pensa che sia stato tutto merito dei vostri fortissimi attaccanti, Arcadu, Deiosso e Calvia? Quanto ha inciso in questo senso il lavoro di mr. Manca?
«Sono stati due aspetti importantissimi.
Questi ragazzi hanno sicuramente qualità indiscutibili; l'allenatore poi è stato bravissimo ad impostare la squadra in modo che i nostri attaccanti potessero rendere al meglio: la maggior parte delle reti le hanno realizzate loro tre.»

 

Quale pensa sia stata l'arma migliore del Pattada?
«Il gruppo come prima cosa: tutti i giocatori hanno fatto davvero benissimo.
E' stato assolutamente fondamentale poi il supporto del nostro pubblico, il dodicesimo uomo in campo.
In casa avevamo una media di 150 persone a partita, in trasferta ci seguivano in un centinaio; per noi è stato un fattore decisivo.»

 

Signor Canu, pensa che la squadra, così com'è al momento, possa ottenere buoni risultati anche in 1° categoria? State già pensando al futuro oppure è ancora presto per parlarne?
«Secondo me questo organico può fare benissimo anche in prima categoria. Dovremo magari aggiungere due o tre elementi di esperienza, visto che in prima categoria c'è la possibilità di schierare i fuori quota e si può crescere da questo punto di vista, ma penso che la squadra sia già competitiva. E' sicuramente ancora presto per parlare di queste cose: per ora godiamoci la vittoria e chiudiamo al meglio questo campionato.»

 

Mi tolga una curiosità: le è dispiaciuto interrompere, con il pareggio rimediato contro l'Atletico Bono, la striscia di 16 vittorie consecutive?
«Si, mi è dispiaciuto soprattutto perchè era una gara che abbiamo dovuto recuperare a causa di un infortunio rimediato dall'arbitro: in quel momento noi vincevamo due a zero, a 15 minuti dalla fine.
Il match di recupero è stato condizionato dal direttore di gara, che ha espulso il nostro portiere dopo due minuti per un fallo che secondo me non aveva neppure commesso: abbiamo dovuto praticamente giocare per 90' in dieci uomini, senza il nostro portiere. Mi è dispiaciuto perchè la partita era già stata vinta in precedenza.»

 

Nel prossimo turno affrontate la Folgore Mamoiada, che lotta attualmente per il secondo posto.
Come affronterete la partita? Che Pattada dovranno aspettarsi?

«Si dovranno aspettare il solito Pattada, la squadra che si è vista sino ad ora: noi non regaliamo niente a nessuno così come nessuno ci ha mai regalato niente; abbiamo vinto il campionato contando solo sulle nostre forze senza nessun tipo di aiuto e ci comporteremo di conseguenza. Giocheremo come al solito e onoreremo questo campionato sino alla fine.»

 

Presidente, cosa la spinge ancora ad impegnarsi così tanto nel calcio dilettantistico?
«Sicuramente è una questione di passione, non è una questione di categoria: il mio impegno sarebbe lo stesso sia in 3°, sia in 2° che in 1°; non cambierebbe niente, andrei comunque avanti.»

 

C'è invece una cosa che non le piace?
«I costi super elevati del calcio dilettantistico.
Non si possono pagare 4000 euro di iscrizione per un campionato di seconda o di prima categoria; non si può spendere una cifra del genere per divertirsi e giocare a calcio; considera che Pattada ha 3000 abitanti, per la nostra comunità è sicuramente una somma notevole.»

 

Ultima domanda: mi è capitato più volte di raccogliere le lamentele di allenatori, giocatori e presidenti a proposito dell'operato degli arbitri, che talvolta lascia, per così dire, un po' a desiderare.
Non crede che il Pattada visto in campo quest'anno sia la dimostrazione di come una squadra possa esprimere la sua forza e il suo valore a prescindere dagli eventuali errori del direttore di gara?

«Sono d'accordo: una squadra forte riesce ad andare oltre gli errori arbitrali; c'è da considerare però che il direttore di gara ha sempre il coltello dalla parte del manico e può condizionare la partita in qualsiasi momento rendendo le cose indubbiamente molto più difficili.
Bisogna ammettere però che in seconda categoria non ci sono assistenti di linea e per gli arbitri è davvero difficilissimo non commettere errori in queste condizioni; bisogna capire che anche per i ragazzi che dirigono le gare è una questione di passione e andrebbero capiti: probabilmente spesso siamo, noi per primi, ad esagerare ed esasperare un po' i toni.
C'è da dire però che, visti i soldi che le società investono ogni anno, la federazione potrebbe introdurre i guardalinee anche nei nostri campionati: sarebbe sicuramente un aspetto molto positivo»

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2011/2012
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Girone F