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Il rossoblù in onda nella tv del paese asiatico

Nainggolan spopola in Indonesia: «Ho sempre vissuto in Belgio, ma mi piacerebbe andarci almeno una volta»

Dal Belgio all'Italia, dall'Italia al Belgio, ma mai passando per l'Indonesia. Radja Nainggolan, nato ad Anversa e occhi a mandorla (il padre è indonesiano), si è imposto all'attenzione del campionato italiano disputando una grande stagione con la maglia del Cagliari al punto da meritarsi la seconda convocazione nella Nazionale maggiore belga, dal neo ct Georges Leekens, per l'amichevole contro la Russia del 17 novembre. Ora la popolarita del quasi 23enne centrocampista rossoblù arriva fino in Indonesia, grazie anche all'intervista realizzata con la "MP&Silva", licenziataria dei diritti audiovisivi della serie A per l'estero, che sarà trasmessa su Telecon Vision e Indosiar, due canali indonesiani.

 

I primi calci in Belgio e il passaggio al Piacenza - «Sin da piccolo mi piaceva giocare a calcio, già a 5 anni ho iniziato con una squadra del mio paese. A 10 sono passato al Germinal Beerschot, la cui prima squadra militava nella prima divisione belga. Infine a 16 anni il mio procuratore mi disse che un club italiano era interessato a me: mi trasferii così al Piacenza. Era un sogno che si avverava: giocare in Italia. All'inizio però non fu semplice, a soli 16 anni mi ritrovai in un paese straniero da solo, ma la mia determinazione mi ha permesso di superare le difficoltà».

 

Dalla serie B all'esplosione con il Cagliari - «Tra la Serie A e la B c'è un abisso sia dal punto di vista fisico che sul piano della tattica. Per me è un onore esssre allenati da Donadoni, è una persona con un'enorme esperienza che ci può insegnare tanto».

 

Il rapporto con l'Indonesia e l'esordio col Belgio - «In Indonesia non ci sono mai stato, da bambino ho sempre vissuto in Belgio, ma mi piacerebbe andarci almeno una volta ma non potrei mai giocare per la loro Nazionale avendo debuttato col Belgio il 29 maggio 2009 nella gara di Kirin contro il Cile finita 1 a 1. Credo che il calcio asiatico sia in rapida evoluzione, soprattutto in Giappone e Corea del Sud ci sono tanti buoni giocatori. Magari fisicamente lasciano un po' a desiderare, però sopperiscono a questa mancanza con la tecnica e la rapidità».

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2010/2011
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