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Puddu: «Siamo vivi, ma gradiremo un trattamento arbitrale migliore. Lo meritano i tanti giovani in rosa»
Il dg del S.Elia minaccia di ritirare la squadra

Puddu: «Siamo vivi, ma gradiremo un trattamento arbitrale migliore. Lo meritano i tanti giovani in rosa»

Cosa succede quando una squadra di calcio decide che la crisi (economica e organizzativa) incide pesantemente sul contesto ludico che dovrebbe rappresentarla? Naturalmente la società entra in crisi di "sentimento da gioco" e decide di stoppare, simbolicamente, la fase finale e cruciale della propria stagione agonistica.

Accade a Sant'Elia: squadra passata dalla serie D all'Eccellenza, per poi scivolare in Promozione, contestualmente, come afferma Dante Puddu (direttore generale): «Alle varie scivolate che, gara dopo gara, si sono succedute a causa anche di arbitraggi di scarso equilibrio, che hanno gradatamente spento non solo entusiasmo nei giocatori ma nella società che li rappresenta».

In un contesto generale di crisi, in cui i dirigenti affrontano già difficoltà di tipo materiale di ogni genere, si aggiunge quindi, continua il secondo dirigente del patron Franco Cardia: «Quella parte temibile e pregiudicante il campionato stesso, nonché le sue sorti: quella dell'effettivo valore del giudizio di chi arbitra».Franco Cardia e Dante Puddu

Parole dure. Un malessere che mina da qualche mese lo spogliatoio. Eppure il sodalizio biancoblu del tecnico Andrea Loi, domenica scorsa presentava 15 giocatori fuoriquota, sui 18 in elenco (la Juniores è tra le squadre più forti della categoria). Nella partita persa in casa con il Siliqua, un segno. La dimostrazione di quanto la dirigenza abbia lavorato bene, inserendo quell'impulso vitale che arriva dal giovanile. Come sottolineato a fine gara dal tecnico avversario Marco Piras. Una politica che con tanto sacrificio, spesso di pochi dirigenti, si è allineata alla strategia di rilancio tanto cara al comitato Regionale sardo«Per sostenere trasferte, imprevisti e probabilità che la stagione agonistica pone come ostacolo - prosegue Dante Puddu - non bastano queste gioie. Occorre mantenere alto l'umore. Il "credo" nel buon allenamento e nella voglia di "esserci" necessitano anche di risposte».

In via estrema quindi, e quasi per gridare il proprio dolore, la società riflette sull'esigenza di far sentire la propria voce, minacciando il ritiro della squadra dal campionato che volge al termine. «La prossima partita contro il Girasole potrebbe essere l'ultima - sottolinea il Direttore - mi rammarica che possa pregiudicare gli equilibri di classifica del girone A di promozione. Ma noi siamo esasperati».

Il progetto Sant'Elia non è l'unica squadra ad aver avuto da lamentarsi. A Gennaio il Sanluri calcio, del patron Pilloni, (per motivi analoghi), ha ritirato la propria squadra in aperta polemica con la classe arbitrale. Mentre il Carbonia e il Porto Torres - LEGGI L'ARTICOLO RELATIVO - , nelle passate settimane (anche a causa di una crisi economica devastante) sembravano dello stesso avviso per poi ravvedersi. Tutto questo racconta una necessità; è un'ulteriore richiesta di ascolto e mette in campo l'esigenza di registrare un miglioramento. «Una richiesta di maggiore equilibrio - ha concluso Puddu - che sia motivazione al diletto del gioco, alle sue fatiche, ai suoi successi, anche quando d'inverno non fa piacere allenarsi».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2014/2015