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Governo
Attività solo in regioni bianche con 50 positivi per 100mila abitanti

Riapertura sport, col nuovo Dpcm potrebbe arrivare lo slittamento fino a Pasqua

Le attività sportive saranno consentite solo nelle regioni in fascia bianca, cioè quelle che presentano numeri bassi di contagio: 50 nuovi positivi ogni 100 mila abitanti. È quanto trapela dopo il vertice di ieri sera tra il premier Mario Draghi e i ministri più direttamente coinvolti sulla pandemia (tra cui quello della Salute Roberto Speranza e quello per gli Affari regionali e autonomie Mariastella Gelmini), insieme ai più autorevoli componenti del Comitato Tecnico Scientifico, in vista del prossimo DPCM che vedrà la luce già nel weekend dopo il report settimanale sul monitoraggio Covid-19 della cabina di regia che poi andrà condiviso con Regioni e Parlamento.

E proprio Franco Locatelli (presidente del Consiglio Superiore di Sanità), Silvio Brusaferro (presidente dell'Istituto Superiore di Sanità) e Agostino Miozzo (coordinatore del Cts) hanno ribadito la loro preoccupazione per la diffusione delle varianti del Covid-19 sconsigliando fughe in avanti dopo una giornata in cui si sono alternate le voci degli "aperturisti", per quanto riguarda bar e ristoranti in servizio anche la sera, o il ritorno a breve nei cinema e teatri o la ripresa delle attività sportive. 

 

E sulla riapertura dello sport gli scienziati del Cts hanno fissato la soglia di 50 nuovi contagiati per 100mila abitanti, quei numeri che l'attuale DPCM aveva dato per far entrare le regioni in «fascia bianca», ma nessuna finora ha mai tagliato tale traguardo. Il rischio di una "terza ondata" della pandemia, così come stanno evidenziando alcune zone dell'Italia (provincia di Brescia dopo Bolzano e Trento in Trentino, Pordenone e Udine in Friuli, Imperia in Liguria, Bologna, Forlì-Cesena e Rimini in Emilia Romagna, Ancona nelle Marche, Perugia in Umbria, Chieti e Pescara in Abruzzo, Campobasso in Molise) sta allontanando la possibilità di vedere già con il prossimo Dpcm certe riaperture. L’ipotesi più probabile è mantenere alcuni divieti fino alla fine di marzo o addirittura dopo le festività pasquali del 4-5 aprile. A quel punto cosa deciderà la Lega Nazionale Dilettanti sui campionati regionali?

 

A gennaio l'allora Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora aveva presentato richiesta al Cts di un parere sulla ripartenza delle attività sportive, attraverso l'adozione anche di protocolli più rigidi per le lezioni individuali nelle palestre e piscine oltre che stanziare dei fondi per la spesa sui tamponi. Uno scaglionamento degli ingressi in queste strutture sportive non sembra, al momento, che avrà il via libera. E men che meno ci pensa alla ripresa degli sport di contatto. Il che vuol dire porre definitivamente la parola fine alla stagione calcistica 2020-21.

L'unico campionato che ha avuto in questo mese di febbraio la speranza di poter ripartire è quello di Eccellenza attraverso un eventuale riconoscimento da parte del Coni dell'interesse nazionale (per bypassare le restrizioni dei Dpcm) ma nella riunione di ieri al Foro Italico di Roma, né la Giunta Nazionale e nemmeno il Consiglio Nazionale del Coni hanno affrontato il tema su quali sport far rientrare fra "gli eventi e le competizioni di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale", perché per il settore calcio, la Figc, non ne ha fatto ancora richiesta (leggi qui). Per far ripartire l'Eccellenza, si è detto da tempo, occorre prima di tutto la volontà della Federazione nel richiedere al Coni l'equiparamento alla serie D come competizione di interesse nazionale e, nel momento in cui questa ci fosse, occorrerà avere le coperture finanziarie per applicare il protocollo finanziario. L'ultimo problema diventerebbe l'adozione del format. 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2020/2021