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Samuele Spano, attaccante, San Teodoro
«Ci davano già retrocessi e può starci ma giochiamo sempre a calcio»

San Teodoro, la prodezza di Spano ridà speranze: «Il mio gol? Un colpo d'istinto. Col Lanusei era l'ultima spiaggia, ad Anzio per vincere»

Un super gol per una vittoria che riaccende la speranza. Il 2018 di Samuele Spano e del San Teodoro è iniziato col piede giusto, quel piede destro dal quale è partita la bomba da 35 metri che ha fatto secco il portiere del Lanusei regalando la prima vittoria in casa dei galluresi, sempre ultimi ma ad un solo punto dalla zona playout. «Tutti mi dicono che sia stato un gran gol - dice l'attaccante classe 1994 - e devo dire che anche a me è piaciuto. È stato un colpo d'istinto, ho preso palla e mi è venuto naturale tentare di calciare da molto lontano, la palla è partita dritta e si è abbassata sotto l'incrocio, il portiere era anche piazzato ma avrà pensato: "Da lì non calcerà mai". Sicuramente l'ho preso alla sprovvista». L'ex Arzachena e Calangianus ritorna sul derby: «Abbiamo provato a metterli subito sotto, c'è stata qualche bella palla in area da spingere a rete, loro poi hanno avuto la fortuna e bravura di sfruttare un nostro errore difensivo, che ci può stare nell'arco di una partita, e di segnare l'1-0. Poi sono passati 5' e ho pareggiato ma, prima della fine del primo tempo, si sono portati sul 2-1. Nello spogliatoio ci siamo detti che avremmo dovuto dare ancora di più, 3' dopo il rientro in campo c'è stato il 2-2 di Raimo e poi la gara si è decisa con un gran gol. Sono contento per me e per la mia famiglia che era in tribuna».

 

La dedica quindi è scontata per questi due gol?

«Assolutamente sì, una a mia madre che non sta bene e spero di darle un po' di forza, e uno a mio padre. Li ho salutati a fine gara prima che partissero a Cagliari per delle visite»

Il derby col Lanusei per voi era l'ultima spiaggia

«Non potevamo fallire questo ennesimo appuntamento. Abbiamo iniziato la stagione con la vittoria a Lanusei e poi abbiamo fatto un punto nelle 12 partite successive, facendo sì un buon gioco ma avendo molto lacune sul piano dei risultati. Anche da fuori ci dicevano che era impossibile non ottenere risultati. Il 2017 è stato un anno sfortunato, in questo nuovo siamo partiti bene, dobbiamo tenere questo passo e raggiungere l'obiettivo salvezza. La vittoria dà più fiducia in noi stessi ma dobbiamo far sì che non sia isolata in questo 2018»

Ora giocate ad Anzio, in caso di successo potreste abbandonare gli ultimi due posti che portano alla retrocessione diretta

«Noi dobbiamo andare ad Anzio a vincere, non esistono altri risultati dentro la mia testa e in quella dei miei compagni. Ci aspetta una guerra e siamo pronti a combatterla con la consapevolezza che non abbiamo niente da perdere perché siamo ancora ultimi. Ora o mai più, le parole lasciano il tempo che trovano, bisogna continuare a dare il massimo da qui alla fine»

Vi davano per spacciati e invece?

«Eravamo e siamo ancora morti ed è normale che dall'esterno, vedendo che non riuscivamo a vincere, ci dessero per spacciati. Probabilmente si dirà ancora che siamo retrocessi, ed è giusto così. ma non si potrà mai dire che il San Teodoro non giocava o non gioca al calcio. Con mister Monticciolo abbiamo fatto quasi sempre buone partite ma poi, per un motivo o per un altro, venivamo puniti al minimo errore. Ora con Sanchez siamo partiti con una vittoria» 

Cosa ha prodotto il cambio in panchina?

«Personalmente, devo dire che Monticciolo mi ha sempre trattato come un figlio, devo ringraziarlo perché è una persona d'oro fuori e dentro il campo. A me ha sempre dato la carica giusta e mi ha considerato un giocatore importante. Ha difeso la squadra e tenuto lo stesso livello di attenzioni per ogni giocatore, creando un gran gruppo. Sanchez ha dato la sua impronta di gioco, chiedendoci delle cose che già domenica abbiamo fatto. Si trattava comunque di mettere in campo le "palle" e di alzare la testa perché le partite le vincono gli uomini»

Ci si aspettava un mercato scoppiettante per il San Teodoro ma i veri rinforzi sono stati trattenere Spano e Raimo

«Il vero mercato a San Teodoro è quello che si fa il lunedì, io e Nicola avevamo delle richieste in serie D ma la società ci ha convinto a rimenare. Ora questo gruppo, nel quale ci sono tanti giovani, dovrà cercare di raggiungere l'obiettivo salvezza»

Tante gare sulle quali recriminare ma ce n'è una in particolare?

«Quella che ci ha affossato, per me, è stata la gara a Monterosi, vincevamo 2-1 e sono stato espulso per una simulazione quando c'era un fallo netto da rigore. A 20' dalla fine, fossimo andati sul 3-1 la partita sarebbe finita. Lì è stata una mazzata. Ma potrei fare un lungo elenco di gare: con la Nuorese abbiamo perso al 91'; con la capolista Rieti vincevamo 1-0 e ci hanno fischiato contro un rigore inesistente a 15' dalla fine ed è finita 3-1 per loro; con la Lupa Roma ci siamo fatti raggiungere con l'uomo in più e poi loro hanno chiuso la gara in otto e non siamo riusciti a fare il 2-1; con la vice-capolista Atletico abbiamo subito l'1-1 al 95' e avevamo due uomini in più. Il 2018 sembra iniziato in un altro modo perché prima di domenica probabilmente il mio tiro o andava fuori o finiva sulla traversa»

Finora quattro gol, troppo pochi per un giocatore dalle tue qualità

«Infatti non sono contento, potevo arrivare già adesso in doppia cifra. Ho iniziato la stagione scontando un residuo di due giornate di squalifica, ho esordito alla terza con il Monterosi e lì c'è stato il già ricordato episodio dell'espulsione. Ora farò di tutto per arrivarci a toccare almeno la quota di 10 gol»

La classifica vede giù quasi tutte le squadre sarde, siete davvero le più scarse del girone?

«Intanto c'è ancora tempo per rimediare e per fare qualche risultato importante. Poi devo dire che non sono ben viste come arbitraggio e i direttori di gara ci trattano a pesci in faccia, se possono penalizzare una delle due squadre lo fanno con quella sarda, bisogna essere pronti a giocare sempre contro 15 avversari e non contro 11»

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2017/2018