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Selargius, Melis l'uomo della provvidenza: «Noi giocatori veri, la salvezza è la miglior risposta a chi ci dava per morti»
Con 2 gol ha mandato il Latte Dolce in Eccellenza

Selargius, Melis l'uomo della provvidenza: «Noi giocatori veri, la salvezza è la miglior risposta a chi ci dava per morti»

Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Emiliano Melis, oltre ad essere un attaccante di grandissime qualità, è un tipo duro, un leader silenzioso ma carismatico che preferisce urlare poco e concentrarsi sui risultati da ottenere, come salvare il suo Selargius nonostante una stagione vissuta in grande sofferenza. Se il club granata giocherà ancora in serie D lo deve, perciò, al sinistro magico dell'ex Cagliari, che ha deciso lo spareggio playout in casa del Latte Dolce segnando in modo freddo prima la rete del vantaggio, su rigore, e poi calciando da maestro la punizione che ha deciso la sfida-salvezza dopo il pareggio dei sassaresi con Delizos. «Credo ci volessero gli attributi per battere il rigore - dice il fantasista classe 1979 - e ho dimostrato di averli, poi nell'ultimo che avevo calciato, a Porto Torres, mi ero pure fatto male e l'infortunio mi ha condizionato nel finale di stagione. Non giocavo una gara da titolare da due mesi, dalla trasferta di Anzio, ma in gare come queste oltre alla condizione fisica vengono fuori altre cose». 

 

Se si fosse potuto scommettere su Latte Dolce-Selargius la vostra vittoria avrebbe avuto quote altissime

«In molti ci davano per morti, giocavamo sul loro campo e non avevamo altre alternative alla vittoria ma la salvezza poteva arrivare solo avendo in squadra uomini veri e nel Selargius ce n'erano parecchi» 

Per voi una vittoria meritata, che è giunta al momento giusto

«Meritata credo proprio di sì, domenica scorsa a Sassari il campo ha detto proprio questo. Se poi parliamo dell'intera stagione allora dico sinceramente che il Latte Dolce meritava la salvezza, è stata una coincidenza sfortunata che abbiano dovuto disputare i playout pur avendo conquistato 43 punti, una quota che negli altri gironi è stata sufficiente per mantenere la categoria. Purtroppo per loro hanno incontrato la squadra sbagliata, scesa quasi al completo come poche volte aveva fatto in precedenza. Nelle gare secche, si sa, può succedere di tutto e noi non le sbagliamo, come è successo lo scorso anno contro il Budoni»

Che significato ha questa salvezza?

«Per me che sono di Selargius è una gioia incredibile, che ti ripaga di tante amarezze, poi ho deciso la sfida e questo mi rende ancor più felice. Non me la sarei mai perdonata una retrocessione e, pur se avessimo avuto delle attenuanti per un risultato negativo, sarei comunque passato per quello che non era riuscito a mantenere la serie D. Perciò ho preparato al meglio questa sfida, ci sono arrivato pronto e, alla fine, posso dire che vale la pena aver fatto tanti sacrifici se i risultati sono questi»

Una stagione un po' in ombra ma poi la classe viene fuori nei momenti decisivi

«Nel girone d'andata stavo bene fisicamente e, quando non ho giocato, era per scelta tecnica. Gli ultimi due mesi e mezzo, invece, sono stati tribolati per via di un infortunio che mi sono trascinato a lungo. Nelle ultime settimane, però, ho recuperato e stavo bene, per fortuna ho potuto esserci per la gara più importante della stagione e sono riuscito pure a lasciare il segno»

Ma ci sono stati momenti in cui Emiliano Melis ha pensato di non essere più all'altezza di un campionato di serie D?

«Per una questione di professionalità, mi sono sempre allenato al massimo e l'ho fatto anche quando giocavo poco. Mai un istante mi sono sentito inferiore a qualcuno dei miei compagni o agli avversari, so benissimo quali sono le mie potenzialità pur avendo consapevolezza che ho 35 anni. Credo anche che, essere partito solo 8 volte da titolare e riuscire a segnare 7 gol in una stagione così particolare per me e il Selargius, non sia un bottino di poco conto»

Le reti-salvezza su palla ferma: rigore e punizione. Da fuori sono sembrate due esecuzioni "normali" 

«In gare come queste il calcio di rigore è l'occasione peggiore che può capitare ad un attaccante per fare gol, il pallone pesa come un macigno e poi di fronte avevo un portiere fortissimo come Garau che è anche un para-rigori. Su punizione, invece, non segnavo dalla scorsa stagione, nella mia carriera ne ho battute tante e spesso ho fatto gol, in questo campionato non c'ero ancora riuscito ma, evidentemente, me la sono riservata per la partita giusta»

Il Selargius che pareva dilaniato dalle polemiche interne tra giocatori e società ha vinto la gara dal punto di vista mentale prima che tecnico

«È proprio così. In noi è scattata la molla dentro dopo tutta la guerra mediatica che si era scatenata. Ma dietro c'è sempre stato un gruppo, che si è fortificato nelle due settimane in cui ci siamo allenati da soli dopo le dimissioni del tecnico Fadda. Nelle difficoltà vengono fuori gli uomini veri, quelli che sanno reagire quando vengono toccati nell'orgoglio. Nessuno si è risparmiato, tutti hanno dato il massimo, anche chi come me, Figos e Angheleddu ha giocato poco nell'ultimo periodo»

Quando il presidente Mura ha attaccato la squadra pubblicamente voi giocatori avete scelto la strategia del silenzio, che ha funzionato in pieno

«Proprio così. Ad un certo punto si era arrivati ad un bivio, o prendevamo la borsa e ce ne tornavamo a casa oppure dovevamo abbassare la testa e pedalare più forte ancora. Abbiamo preferito ingoiare il rospo e far parlare il campo, quello che dice sempre la verità. Provare a salvarci lo dovevamo principalmente a noi stessi, sapendo bene che era un obiettivo comune a quello della società e dello stesso allenatore, che infatti è tornato a guidarci per la gara col Latte Dolce. Siamo stati bravi tutti a fare un passo indietro, a capire l'importanza dell'obiettivo e fare l'ultima settimana di allenamenti pensando solo a conquistare la salvezza»

Viene anche difficile pensare che abbiate fatto festa dopo tutto quello che era successo nelle settimane precedenti 

«Domenica a Sassari ho chiesto ai miei compagni di contenerci nell'esultanza una volta dentro lo spogliatoio per rispetto di chi, dall'altra parte, piangeva la retrocessione. Non so nemmeno se a parti invertite ci sarebbe stato un comportamento simile perché ricordo le loro urla in campionato quando ci batterono alla quarta giornata. Poi, nel viaggio di ritorno in pullman ci siamo potuti scatenare con cori e canti. Ci siamo fermati a Terralba, nel paese del presidente Mura, per la cena e anche lì abbiamo fatto festa. Può sembrare strano? Forse sì, ma che senso avrebbe avuto continuare a litigare di fronte ad un obiettivo che ha accomunato tutti? Siamo contentissimi per la salvezza poi ognuno potrà prendere la propria strada»

A chi va la dedica per questo traguardo raggiunto?

«I due gol ai miei figli Davide, che il 18 ha compiuto 4 mesi, ed Eleonora, che ha 4 anni. La salvezza a tutto il Selargius per una stagione caratterizzata da sfortune e notizie tristi, a partire dagli infortuni a settembre di Bonacquisti e Andrea Lai che non sono più rientrati in campo, poi Pierluigi Porcu che ha perso la mamma, il magazziniere Omero che è stato vittima di un incidente sul lavoro e i danni alle aziende del presidente Mura per l'alluvione a Terralba. Sembrava un'annata solo negativa e invece è finita bene dal punto di vista sportivo»

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Girone G
Intervista