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Selargius, meno male che c'è Forzati: «Dispiace prendere tanti gol ma sono contento del mio rendimento»
Il 19enne portiere sfiorò l'esordio in B al Latina

Selargius, meno male che c'è Forzati: «Dispiace prendere tanti gol ma sono contento del mio rendimento»

Come si fa ad essere il secondo portiere più battuto del campionato e risultare comunque ogni domenica tra i migliori in campo? Chiedete a Matteo Forzati, classe '95 e numero uno del Selargius, battuto 53 volte in queste prime 20 giornate di campionato ma considerato tra i migliori giovani della serie D e spesso decisivo nelle vittorie dei biancorossi. «Io sono tranquillo - dice il 19enne cresciuto nel Latina - ovviamente mi dispiace prendere tanti gol ma non mi sento primo responsabile di questo record negativo, subire tanto è un fattore di squadra che stiamo cercando di eliminare. Io credo di aver fatto bene finora, ho trovato la giusta continuità e, in ogni gara, do sempre massimo; se poi ci si affida solo ai numeri, subire di media 2,5 gol a gara è penalizzante ma c'è anche chi sa valutare anche la prestazione». Perché l'obiettivo di chi ha sfiorato l'esordio in serie B poco più di un anno fa è solo uno: «Spero in un salto di categoria e di approdare nei professionisti. Col Latina ho fatto due gare in panchina in serie C1 e altre tre in B la scorsa stagione. Nella gara di La Spezia, che vincemmo 4-1, nel primo tempo ci fu uno scontro pesante tra il portiere Iacobucci e l'attaccante Ebagua, una ginocchiata che lasciò a terra il mio compagno per diversi minuti. Tutti guardarono me credendo dovessi fare l'esordio, io ero emozionatissimo e già mi tremavano le gambe, poi Alessandro - col quale ho un ottimo rapporto e mi ha aiutato a crescere - si rialzò e io rimasi seduto. Neanche nelle gare precedenti con Juve Stabia e Cesena ci fu modo di giocare qualche minuto, peccato ma sono comunque contento di aver respirato l'atmosfera di gare importanti».

 

Matteo Forzati, portiere del Selargius classe 1995Prima domenica di riposo dopo 20 giornate, come giudicare il campionato del Selargius fatto di belle vittorie e paurose sbandate?

«Il giudizio dev'essere, nel complesso, positivo. Abbiamo fatto abbastanza bene, nonostante la nostra giovane età e quell'esperienza che non abbiamo ancora. Ad inizio stagione facevamo più fatica, alternando buone prestazioni a sconfitte pesanti, poi qualcosa è cambiato in positivo, ora cerchiamo di gestire meglio le gare anche se è ricapitata qualche brutta sconfitta, a parte quella di domenica scorsa contro la Lupa Castelli Romani che è di molto superiore a tante squadre del nostro girone»

Cosa vi accade quando prendete certe scoppole?

«Accade che magari giochiamo la nostra buona gara poi subiamo il primo gol, un po' ci disuniamo e caliamo di tensione subendo il secondo e il terzo gol in pochi minuti, poi termina il blackout e sappiamo reagire, anche bene, quando però il risultato è già compromesso. Questo è accaduto diverse volte e, per evitare di subire così tanto, abbiamo cercato di migliorare la gestione dei momenti di una partita, cioè quando fare male davanti senza scoprirci troppo dietro, non avere fretta di attaccare prestando però il fianco agli avversari. Una certa quadratura l'abbiamo trovata, anche se è ricapitato di perdere in modo pesante, ma questo ci può anche stare»

L'inizio del girone di ritorno è un po' come l'andata: 3 gare e 3 punti, vittoria contro l'Olbia anziché quella col Fondi

«Sì è vero, abbiamo gli stessi punti e siamo perciò in linea ma adesso ci aspettano due gare difficilissme sulla carta e nella realtà. Dobbiamo lavorare bene per fare punti visto che contro San Cesareo e Viterbese sarà dura»

Col San Cesareo ci sarà da riscattare la gara dell'andata quando avevate buttato al vento una vittoria che sembrava acquisita

«Ricordo bene, passammo in svantaggio dopo 2', poi iniziammo a giocare facendo loro male e ci portammo sul 2-1, poi su una stupida disattenzione in una palla inattiva prendemmo il 2-2 e, verso la fine della gara, prendemmo gol su una gran punizione da 25 metri. C'è ancora rammarico per quella sconfitta»

Poi in casa arriverà la Viterbese, la squadra che poteva essere la tua ad inizio stagione

«Sì sarei dovuto andare lì, con loro avevo fatto il ritiro estivo ma mi dissero che non ero pronto per giocare e che avrei fatto il terzo portiere. Loro hanno fatto quella valutazione e io ho valutato di andare via»

Sarai mosso da uno sprito di rivalsa allora

«Certo che sì, all'andata fui molto carico e feci bene, una piccola rivincita l'ho presa ma sono contento di aver fatto la scelta di andare al Selargius»

Però avresti potuto giocare per vincere il campionato e non per la salvezza, pentito?

«Assolutamente no, quando ho lasciato Viterbo c'era questa possibilità a Selargius, sono arrivato per provare ma ho subito firmato. Sono stato contentissimo di questa scelta perché ho conoscuuto grandi persone e ragazzi eccezionali coi quali condividere lo spogliatoio e la casa, sono contento di queste mie prime venti giornate di campionato»

Con chi dividi la casa?

«Con Mannoni, Usai e Petagine. Mi trovo benissimo e ci dividiamo i compiti, a Francesco piace cucinare e io, Antonio e Davide a turno laviamo i piatti»

In allenamento ci scappa qualche scommessa con i compagni di casa?

«No, però ora potrei prendere spunto, se magari segnano 2 rigori sui 5 che tirano potrei sostituire uno di loro nelle faccende domestiche, altrimenti lo faranno loro per me»

I problemi finanziari della società stanno un po' distraendo la squadra?

«Non volendo ma magari siamo un po' tutti condizionati. Noi giocatori, io per primo, dobbiamo però cercare di allenarci seriamente e dare sempre il massimo per il nostro futuro e per la salvezza del Selarigius. È stata positiva la riunione di giovedì, la società ci ha rassicurato che avremo quello che ci spetta»

Karel Zeman aveva paventato l'ipotesi di un possibile addio ma viene difficile pensare ad un Selargius senza di lui

«Noi siamo dalla parte del mister, lo dobbiamo solo ringraziare per l'ottimo lavoro che sta facendo. In un campionato difficile come quello della serie D ci sta facendo crescere al cospetto di avversari più esperti di noi. C'era questa possibilità che andasse via ma è rimasto, noi tutti siamo contenti perché non volevano un cambio tecnico»

Tante parate, alcune molto belle, quali ricordi per importanza o per bellezza del gesto atletico?

«Per importanza ricordo quella col Palestrina, sull'1-1, a tu per tu con l'attaccante avversario, sono riuscito a prenderla e ho mantenuto la gara in parità, poi siamo riusciti a vicnere. Sul piano stilistico credo di averne fatte molte di belle, le ricordo tutte: un'altra ancora col Palestrina e una con l'Astrea, entrambi su colpi di testa; per un portiere è sempre molto difficile riuscire a capire che direzione può prendere la palla»

Al Selargius hai trovato come preparatore Paolo Mancini che in carriera ha giocato tanti campionati in serie C1 e anche in B con Cagliari e Catania

«Col mister lavoriamo benissimo, è una bravissima persona e un ottimo tecnico. Rimango spesso a parlare con lui e mi piace quando racconta alcuni aneddoti della sua carriera. Dà consigli importanti per far crescere e maturare non solo me ma anche Mattia Matza e Mario Vacca coi quali ho un bel rapporto. Siamo tutti amici, ci alleniamo seriamente ma, quando ci vuole, ci scappa anche qualche risatina»

Due presenze in panchina col Latina in Prima Divisione e tre in serie B ma sempre imbattuto. Che cosa ricordi dell'esperienza in nerazzurro?

«Il primo anno in C1 l'emozione è stata tanta, la mia prima panchina era nel derby contro il Frosinone che è sentitissimo dalle mie parti. C'era lo stadio pieno, almeno 7mila spettatori. L'anno dopo in serie B ho provato l'ebbrezza di avere una maglia col numero personale, tutti bei ricordi e bellissime emozioni»

Il Latina ti segue sempre?

«Non lo so questo, ora sono libero e sganciato da loro. Ma non ho nessun rimorso, avevo pensato già l'anno scorso che avrei dovuto scendere di categoria per iniziare il mio cammino. Ora penso solo a far bene col Selargius poi vedremo che opportunità si creeranno»

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2014/2015
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Sardegna
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