«Inaccettabile il cambiamento evidente tra primo e secondo tempo»
Torres, sfuma la prima vittoria di Sottili al Vanni Sanna: «Nella ripresa frenati mentalmente e col braccino corto»
Stefano Sottili deve rimandare ancora la festa per la prima vittoria al Vanni Sanna sulla panchina della Torres. Contro la Recanatese la squadra rossoblù ha disputato un ottimo primo tempo, chiuso in vantaggio sull'1-0 grazie al gol di Diakite, ma nella ripresa, pur senza subire una grossa reazione avversaria, ha smesso di proporre gioco, ha pensato a conservare il vantaggio minimo fino a subire la rete del pareggio con l'autorete di Liviero che ha cercato di fermare Marilungo davanti alla porta difesa da Salvato.
«La Torres avrebbe meritato i tre punti - osserva Sottili nel commento all'1-1 in casa - perché, nella valutazione complessiva della gara, abbiamo creato tanto di più rispetto agli avversari. Nella seconda frazione non abbiamo neanche rischiato più di tanto. E l'avrei analizzata così anche se avessimo vinto. Ma non posso accettare che ci sia un cambiamento così evidente tra primo e secondo tempo. Abbiamo avuto il braccino corto, non abbiamo più avuto la capacità di giocare e proporci, di andare nuovamente a creare quello che avevamo creato fino a 15′ prima. Questo è il rammarico più grande al di là dell'episodio del gol, sfortunato sì ma in cui potevamo fare meglio. Faccio veramente fatica a comprendere ed accettare il fatto che nel secondo tempo si sia fatto così tanto meno rispetto ai primi 45'».
Per il tecnico la spiegazione della metamorfosi è in «un discorso solo ed esclusivamente mentale. Abbiamo fatto i primi dieci minuti del secondo tempo in cui tornavamo per sette-otto volte al nostro portiere poi la palla, una volta calciata avanti, la prendevano loro. Non siamo stati neanche in grado di accorgercene, posso anche capire che in quel momento lì qualcosa non sta andando ma devo avere la capacità, come squadra, di ribaltarla. Purtroppo non siamo stati in grado di fornire quella prestazione, che seconde me è nelle corde della squadra, anche nella seconda frazione. La squadra deve essere consapevole che quando fa le cose giuste, e le fa tutti insieme, si riesce a fornire prestazioni importanti. Quando abbiamo il braccino corto e siamo frenati mentalmente vengono fuori della partite in cui sei solamente lì ad aspettare gli eventi. Invece dobbiamo essere noi in grado di crearci gli eventi, di provare a fare le cose che vogliamo e non stare a subire solo ed esclusivamente l'avversario»