Il mister: Pochi ci credevano, Marini trascinatore
Calangianus, Scano si gode l'effetto impresa: «La salvezza è come aver vinto il campionato»
È passato più di un mese ma l'eco dell'impresa non si è spenta a Calangianus che ha potuto conservare un posto in Eccellenza non soltanto battendo 3-0 il Serramanna nei playout ma, soprattutto, perché dalla serie D sono retrocesse tre squadre sarde e non quattro, ipotesi che avrebbe reso inutile vincere lo spareggio di fine aprile. Il tecnico dei galluresi Franco Scano ricorda la gara decisiva del Signora Chiara: «Sul campo abbiamo fatto il nostro vincendo nettamente e abbiamo fatto festa ben sapendo che la certezza poteva arrivare solo dopo una settimana, con i risultati dell'ultima giornata di serie D. Per fortuna il Latte Dolce ha battuto e condannato alla retrocessione il S.Maria Mole Marino e così ha tolto ogni dubbio sulla nostra permanenza in Eccellenza».
La salvezza è il coronamento di un grande girone di ritorno
«Ora si può dire più che mai che è stata fatta un'impresa dopo un inizio di stagione caratterizzato da un via vai di dirigenti e giocatori con due gare fatte coi ragazzi della Juniores. Alla 14esima giornata eravamo ultimi con 6 punti, poi abbiamo fatto un grande girone di ritorno che per poco non ci ha portato alla salvezza diretta. Nei playout abbiamo completato l'opera coronando un inseguimento che dà a me e ai miei collaboratori una soddisfazione enorme, è come aver vinto un campionato perché a dicembre eravamo in Promozione e tutti ci davano per spacciati. In tanti si sono dovuti ricredere a Calangianus perché in tanti non pensavano che riuscissimo a fare l'impresa»
Si dice che la rimonta sia anche il frutto del mercato di riparazione ma oltre ai nuovi acquisti ci sono state partenze eccellenti
«Tutti infatti si ricordano solo che sono arrivati Piscopo, Sacco, Fortuna, Di Angelo e poi Palumbo ma ci si dimentica che erano andati via Saragato, Barneschi, Andreoli, Sanna e poi ho perso Pischedda per problemi di lavoro e Soro e Muzzoni tagliati per problemi finanziari. Il valore aggiunto è stato dato dal lavoro di Fabrizio D'Elia, preparatore atletico professionista che ci ha dato una marcia in più. Per fortuna, poi, è rimasto Renato Marini perché lo stavamo perdendo a dicembre»
Il capitano è stato il faro del centrocampo, ma il ruolo di regista è stata un'invenzione o una necessità?
«Un'invenzione no perché lo utilizzai in quel ruolo già col Lauras, però sappiamo tutti che Renato ha inventiva e giocando in avanti ha costruito la sua grande carriera di calciatore. Davanti alla difesa giocava Soro, andato via lui non avevo altri giocatori dai piedi buoni e allora è diventato una necessità. A 40 anni ha fatto un girone di ritorno a livelli altissimi, gli ho affiancato due interni di corsa e interdizione come Musibao e Deriu ed è stato il nostro trascinatore»
Anche perché vi è mancato un bomber, forse da Palumbo ci si aspettava un altro contributo in termini di gol
«Vincenzo è arrivato da Castelsardo che stava bene fisicamente, poi però è stato frenato dagli infortuni muscolari e qualche volta è stato fuori per scelta tecnica. Con lui al massimo ci saremmo salvati senza passare dai playout»
La salvezza l'avete costruita al Signora Chiara con 9 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 11 gare casalinghe, playout compreso
«Sì è vero, tutto è iniziato battendo il Samassi all'ultima di andata nell'ultima azione della partita con Ganiyu, poi abbiamo fatte tanti bei risultati e sconfitto squadre forti come il Fertilia, quella che gioca meglio in Eccellenza, e il Muravera. Ma credo che la gara della svolta sia stata fuori casa, vincendo a Serramanna alla prima del ritorno quando erano stati appena tagliati Soro e Muzzoni, segnammo il gol-vittoria con Marini su rigore ed eravamo con l'uomo in meno per l'espulsione di Deriu»
Qual è l'aspetto migliore di questa salvezza?
«L'averla ottenuta contenendo i costi e utilizzando dodici giocatori di Calangianus, compreso il capitano Marini che è stato l'esempio per tutti, il primo a portare sempre nella giusta direzione i compagni, specie i più giovani. Lui è tornato dopo diversi anni a giocare nella squadra del suo paese e con orgoglio ha assunto il ruolo di trascinatore credendo nella salvezza anche nei momenti più critici, quelli in cui paga l'allenatore. Perciò un altro aspetto positivo di questa stagione è l'aver trovato dirigenti come Albieri, Fresi, Tusacciu che hanno creduto in me e nella possibilità che la squadra potesse risollevarsi senza fare cambi in panchina»
Chi tra i vostri giovani può giocare in categorie superiori?
«Credo che in serie D Gianmario Tusacciu ci possa stare tranquillamente, penso di avergli trovato il giusto ruolo come esterno d'attacco anche se poi è stato utile in altre zone del campo come quando contro il Fertilia lo usai in difesa per contrastare un giocatore bravo e veloce come Tedde. Ha segnato 7 gol, è un classe '93 ed è maturato molto. Ma sono cresciuti tantissimo anche Ganiyu e Musibao i nostri due nigeriani del '94, il primo deve migliorare in fase realizzativa ma può fare l'esterno d'attacco e la prima punta, il secondo garantisce come interno contenimento e spinta, erano con me a Luras e si sono confermati a Calangianus, ora possono prendersi altre soddisfazioni»
Franco Scano avrà un futuro a Calangianus?
«Spero di sì, a me farebbe piacere continuare l'avventura nel club dove ho fatto anche il giocatore. Prima però è necessario che si crei la società e ci sia chiarezza nei programmi, nel frattempo ascolto qualsiasi proposta avendo sempre al primo posto l'opzione Calangianus»
Il campionato di Eccellenza sarebbe ora a 17 squadre anche se l'Arzachena ha molte possibilità di essere ripescato e il Fertilia potrebbe ottenere sul campo la promozione in serie D
«Io credo che l'Arzachena verrà ripescato perché ha un punteggio importante e auguro al Fertilia di arrivare in finale e vincerla così ci sarebbe la certezza di avere in Eccellenza una società come il Ploaghe che, pur avendo vinto i playoff di Promozione, non è sicuro di essere promosso. La Figc dovrebbe dare più certezze perché poi si rischia di allontanare presidenti come Sechi che oltre a costruire squadre forti ha dato diversi posti di lavoro a giocatori in un periodo di crisi generale spaventoso»