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Cerbone, è buona la prima col Budoni ma frena: «La vittoria col Trastevere una scossa ed energia ma la situazione è maledettamente complicata. Chi pensa ad una facile salvezza racconta favole»
«La classifica ci impone di fare punti con tutti»

Cerbone, è buona la prima col Budoni ma frena: «La vittoria col Trastevere una scossa ed energia ma la situazione è maledettamente complicata. Chi pensa ad una facile salvezza racconta favole»

La prima è andata bene. Raffaele Cerbone inizia la nuova avventura al Budoni così come l'aveva terminata: con una vittoria. Ma se lo scorso anno lo 0-4 sul campo del Palestrina voleva dire record storico di punti del club (ben 57) e quarto posto nella classifica generale, l'1-0 di domenica scorsa contro il Trastevere è il primo passo verso una salvezza diretta che la società di Filippo Fois vuole ottenere avendo richiamato il tecnico dei "miracoli" (una salvezza ai playout e un ingresso trionfante nei playoff) dopo le dimissioni di Giuseppe Bacciu. Esordio con vittoria e tre punti di vantaggio sulla zona playout è il massimo per il 47enne allenatore di Afragola ma ormai sardo d'adozione visto che frequenta la Gallura dal 2004. «Se guardiamo il lato della classifica e dei risultati delle avversarie - osserva Cerbone - meglio di così non poteva andare ma poi finisce lì la nostra soddisfazione perché la situazione è maledettamente complicata. Fare di più domenica scorsa non potevamo ma questo non basta, tutti pensano che sia semplice salvarci ma chi lo pensa davvero vive in un mondo di favole».

 

Raffaele Cerbone ha vinto all'esordio contro il TrasteverePerché definire "maledettamente complicata" l'attuale situazione del Budoni?

«Perché è il frutto della considerazione, fatta sul nostro calendario, sulla situazione della nostra classifica e degli incontri delle altre squadre. Basta semplicemente che il Cynthia vinca il recupero col Muravera, e io mi auguro di no, che noi siamo punto e a capo. La classifica, ora, è una finta illusione poi è chiaro che i tre punti presi col Trastevere hanno dato una scossa, dell'energia e serenità ma dobbiamo fare sei partite della vita. Il concetto dev'essere ben chiaro e stamparcelo dentro l'anima, la situazione è complicata»

Il Trastevere non vince da 7 turni e ha sempre perso di misura e sempre 1-0, un avversario pur sempre tosto  

«Lo definirei ostico, perché fa poco gioco e ti fa giocare poco. Noi abbiamo pagato la troppa tensione nei primi 20' ma poi abbiamo fatto bene anche se non benissimo proprio perché l'avversario non ti permette di giocar bene, fanno denistà a centrocampo, ti costringono ad imbastire le azioni in modo farraginoso. Ma siamo stati bravi a non abbatterci e portare a casa il risultato che è un bel segnale così come il fatto di esser stati sempre in gara fino alla fine»

Come ha trovato la squadra dal punto di vista fisico-mentale?

«Parlare del lato fisico sarebbe scorretto nei confronti di chi ha lavorato prima di me. Quando stai a ridosso dei playout il fattore mentale incide ma la squadra ha tenuto bene il campo e ha lottato quando è stata in dieci nell'ultimo quarto d'ora. Ora sfrutteremo la settimana di pausa per lavorare sull'intensità, come piace me»

Prime scelte tecniche il rimpiego di Saraò in porta e di Salvini in attacco

«Sapete bene cosa penso dei giovani, i numeri delle due stagioni precedenti al Budoni lo confermano. In questo momento ho bisogno di giocatori che mi diano certezze subito, non c'è tempo per valutare, ho bisogno di giocatori pronti e con esperienza che, si badi bene, può darmela anche un giovane. Mi sono affidato a Saraò in un ruolo delicato ma questo non significa che giocherà sempre lui, non ne faccio una questione d'età ma come ci si pone durante la settimana. Avendo pochissimi giorni a disposizione per preparare la gara mi sono affidato a quelli che conoscevo maggiormente»

Ultime sei giornate 4 derby, di sicuro non potete sbagliare le gare col Lanusei in casa e a Muravera anche se poi ogni gara mette in palio punti importanti

«Noi non possiamo sbagliare nessuna gara e non possiamo fare nemmeno i conti, non abbiamo 35 punti come il Flaminia che ora può permetterselo. Dobbiamo cercare di fare punti contro tutti e dovunque ma non perché voglia sembrare presuntuoso ma è la classifica che ci impone di muoverla sempre e con frequenza. Di sicuro sul nostro campo non le puoi sbagliare, la nostra salvezza passa per le gare in casa (Lanusei, Rieti e Olbia, ndr), se non le vinci tutte allora bisognerebbe fare un colpo fuori (Nuorese, Grosseto e Muravera, ndr)»

Due settimane per conoscere meglio la squadra e poi contro la Nuorese, che in casa non vince da inizio dicembre, che gara sarà?

«Parliamo di una squadra che ha qualità ed è ben allenata, con dei punti di riferimento importanti. Se poi è vero che in casa è tra quelle che ha vinto meno, in trasferta è in assoluto tra quelle che ha vinto più di tutti, perché probabilmente fanno meglio con le ripartenze. Ma siamo in un punto del campionato in cui potrebbero cambiare anche il modo d'essere, vengono da una vittoria in trasferta che può aver risolto certi problemi e vorranno provare ad agganciare il treno playoff o comunque vorranno chiudere in bellezza vincendo le gare in casa. Ecco, mi aspetto una squadra che vuole cambiare marcia al Frogheri, cambiare i numeri negativi sul suo campo e tentare un rush per entrare nei playoff. Sta a noi, perciò, far capire che non vogliamo fare i playout, che vogliamo ottenere un risultato positivo perché se non abbiamo più motivazioni noi della Nuorese allora è preoccupante. Loro sono sereni e tranquilli, si è riaperto una speranza per i primi posti e se qualcuno là davanti balbetta loro vorranno essere pronti ad approfittarne ma sta a noi non dare loro questa possibilità»

Perché la scelta di Budoni quando sembrava ormai fatta per guidare i pugliesi del San Severo?

«Devo innanzitutto fare i complimenti ai dirigenti del San Severo per la loro totale disponibilità con me e il mio collaboratore, ci hanno dato carta bianca ed eravamo ad un passo dal firmare, quasi una formalità. Poi la vita di pone di fronte ad una scelta, in sette mesi non ci ricevi nessuna proposta e poi in pochi giorni si fanno avanti due squadre. Alla fine la scelta è di carattere personale, amo la Sardegna, mi sento sardo, conosco l'ambiente Budoni e sebbene l'anno scorso abbiamo raggiunto i playoff bisogna accettare anche le sfide difficili ed è giusto metterci la faccia. Ringrazio i dirigenti del San Severo, mi hanno fatto i complimenti perché abbiamo vinto domenica, non è usuale trovare questa considerazione visto che abbiamo lasciato una squadra dopo 5 allenamenti e fatto una conferenza stampa di presentazione. Ma la scelta non è stata presa con cattiva fede, era destino e tra le due opzioni da scegliere non ho avuto grandi dubbi»

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2015/2016
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Sardegna
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