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Davide Capello, l'addio al Savona è una scelta di vita: «Farò il Vigile del Fuoco»
Il portiere abbandona il calcio professionistico

Davide Capello, l'addio al Savona è una scelta di vita: «Farò il Vigile del Fuoco»

Dopo 15 anni a saltare da un palo all'altro Davide Capello appende gli scarpini al chiodo o, se preferite, i guanti. Il portiere nuorese, classe 1984, ha deciso di lasciare il calcio e un contratto professionistico per accettare una proposta di lavoro ed entrare nel corpo dei Vigili del Fuoco. L’estremo difensore l’estate scorsa era stato chiamato dal Savona di Ninni Corda per far parte dell’organico per il campionato di Prima Divisione, principalmente come preparatore dei portieri Aresti e Boerchio. Ma è riuscito comunque a collezionare una presenza con l’esordio nella gara casalinga contro il Sudtirol, vinta dai biancoblù per 3 a 1, nella quale ha sfoderato una grandissima prestazione che gli ha permesso di ricevere il premio come miglior portiere della giornata ed essere inserito nella Top 11 del torneo. Nato nella Puri e Forti di Nuoro, nel 1998 passò nelle giovanili del Cagliari Calcio e con la maglia rossoblù ha fatto tutta la trafila collezionando anche 2 presenze nell’anno (2003/04) del ritorno in serie A della società di Massimo Cellino. Dal gennaio 2005 al 2009 ha giocato in serie C2 con BellunoOlbia, Nuorese e l'Alghero di Ninni Corda. Nell’estate del 2009 passa in serie D col Budoni, disputando quattro ottime stagioni risultando un punto di forza del club gallurese che si affacciava nell'elite del calcio nazionale dilettantistico. Nel 2004, inoltre, è stato convocato per tre volte nella Nazionale Under 20 e l’anno successivo ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo con la selezione Under 21 B. Ora Davide Capello, 29 anni lo scorso 27 settembre, riporrà i guantoni nel cassetto per indossare la tuta verde scuro con bande gialle fluorescenti, la passione per il calcio non tramonterà ma non potrà fare più il portiere in un club professionistico o nelle più alte categorie dei dilettanti.

Davide, la prima domanda è d'obbligo: cosa ti ha portato ad appendere i guanti al chiodo a 29 anni?

«Possono sembrare pochi ma non per chi fa il mestiere del calciatore. Ho maturato questa decisione dopo aver ricevuto un'opportunità di lavoro che, con i tempi che corrono, non potevo rifiutare. La necessità di un futuro certo e sicuro ha prevalso su sogni e passione. La mia nuova avventura sarà comunque bella perché fare il Vigile del Fuoco è un lavoro che mi ha sempre affascinato»

Sei passato dall'indossare la maglia del Budoni in Serie D a quella del Savona in Prima Divisione, due realtà molto diverse. Il poco impiego è stato alla base del ritiro?

«Il mister Ninni Corda mi ha chiamato quest'estate offrendomi un ruolo ben preciso, quello di preparatore di portieri e anche di giocatore, molto insolito per la mia età ma ho accettato la sfida. Il fatto di aver collezionato una sola presenza non ha influito sulla mia scelta di abbandonare temporaneamente il calcio, all'inizio della stagione non era neanche preventivabile giocare per via del mio ruolo. Sono stato chiamato in causa in un momento di necessità per via di una scelta tecnica del mister, che poi si è rivelata azzeccata per come è andata la partita e per la mia prestazione, riconosciuta come la migliore della giornata di tutti i portieri della Lega Pro Divisione 1. Devo anzi dire che proprio questa buona prestazione mi ha fatto molto tribolare nella decisione di lasciare il Savona» 

Ti saresti mai aspettato di abbandonare il calcio a questa giovane età?

«Ho iniziato a giocare a calcio per passione, poi ho avuto la fortuna di farlo diventare un lavoro. Non pensavo di abbandonare il calcio professionistico così presto, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Per il periodo economico e sociale dell'Italia in questo momento sono felice di avere una scelta, cosa che tanti ragazzi della mia età non hanno»

Hai indossato quasi tutte le maglie delle squadre più blasonate della Sardegna, qual è l'esperienza che porterai sempre nel cuore e perché?

«Posso dire di aver giocato in tutte le categorie, tranne che in serie A .Ho avuto la fortuna di indossare maglie prestigiose, ognuna merita una menzione particolare, però sicuramente quella più speciale è quella del Cagliari che mi ha permesso di esordire in serie B. Era il Cagliari di Zola e Suazo, stagione fantastica culminata con la promozione nella massima serie. Ricordo con affetto l'esperienza nel Budoni in serie D, quattro anni in una categoria dove emergere è difficilissimo ma che mi hanno fatto maturare come giocatore e come uomo, tant'è che poi è arrivata la chiamata in Lega Pro da parte del Savona. Anche quest'ultima breve ma intensa esperienza in Prima Divisione è stata bellissima, la decisione di andare via è stata sofferta perché a Savona ho incontrato delle persone eccezionali che ricorderò sempre con grande stima e affetto»

Qual è l'allenatore a cui sei più legato?

«Ne ho avuto tanti in questi anni, qualcuno lo ricordo con grande stima altri un po’ meno. Sicuramente devo ringraziare Ninni Corda, allenatore preparatissimo e con un carisma eccezionale, che mi ha dato un'opportunità importante a 29 anni. Nelle mie annate con il Budoni, ho avuto ottimi tecnici come Raffaele Cerbone e Giuseppe Bacciu, e dei bravissimi preparatori dei portieri come Mauro Salis e Luca Olivas»

Come tutti i ragazzi che decidono di cimentarsi nel ruolo del portiere anche tu avrai avuto un modello a cui ispirarti

«Il mio idolo indiscusso sin da bambino è stato Francesco Toldo, per me è sempre stato un modello di riferimento. Poi non posso non citare Gigi Buffon, a parer mio ancora il miglior numero uno in circolazione»

Stai pensando di rimanere comunque nel mondo del calcio magari intraprendendo una carriera da allenatore?

«Io penso che il mio non sia un addio ma un arrivederci. Sicuramente continuerò il percorso intrapreso quest'anno, cioè quello del preparatore dei portieri, ruolo che mi affascina e per il quale mi sento molto portato»

Pietro Piga

In questo articolo
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Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna
Intervista