Il presidente Figc: «C'è troppo allarmismo»
Del Pin difende l'obbligo dei fuoriquota: «La Lega è composta dalle società e loro hanno voluto l'utilizzo di altri due giovani»
Allenatori in fibrillazione e giocatori che minacciano lo sciopero. Il calcio d’Eccellenza è in subbuglio dopo che la Figc ha deliberato l’utilizzo obbligatorio dei 4 fuoriquota (uno del '92, due del '93 e uno del '94) che, nel prossimo campionato dovranno essere inseriti in campo e per tutti i 90’. «Si sta facendo un po' troppo allarmismo da parte di allenatori e giocatori – dice il presidente della Figc sarda Andrea Del Pin – e capisco anche che per i tecnici sia più facile allenare una squadra di senatori piuttosto che di giovani».
Una decisione voluta dai presidenti - Per gli allenatori, con in testa Sergio Fadda che nell'ultima stagione ha allenato l'Atletico Elmas, i '94 sono troppo giovani e inadeguati per un campionato difficile come l'Eccellenza mentre i '93 sarebbero a rischio studio visto che sono in età per il diploma. «La Lega è composta dall'insieme delle società – ricorda Del Pin – e i presidenti all'unanimità hanno voluto l'utilizzo di altri due giovani (un '92 e un '93, ndr) oltre agli altri due che già da tempo si sapeva essere relativo ad un giocatore nato dal 1° gennaio 1993 in poi e dal 1° gennaio 1994 in poi. Perciò, far giocare i '94 è una decisione presa dalla Lega di Roma che noi non possiamo modificare. Poi ricordo che i '92 già giocavano l'anno scorso. Penso che fare sport non sia una limitazione allo studio ma, anzi, lo migliori. E poi io faccio l'insegnante e non discuto ciò che impone il Ministero dell'Istruzione, da quando in qua le regole le devono stabilire gli allenatori o i giocatori?».
Il doppio motivo dei fuoriquota - Il numero uno del Comitato regionale spiega il doppio motivo del fatto che le società abbiano ottenuto il raddoppio del numero dei fuoriquota da impiegare dal 1': «Perché si vuole facilitare il percorso dei giovani che, partendo dalla Promozione possono arrivare fino alla serie D. E poi anche per venire incontro alle esigenze di bilancio delle società che così, con rose composte più da giovani che da "anziani" diminuiranno i rimborsi spese». Sul paventato pericolo che si inneschi una sorta di “tratta di giovani”, Del Pin chiarisce: «Quella semmai c'era prima, quando l'obbligo era per un solo fuoriquota, ora ci sono le fidelizzazioni (il '94 deve essere stato già tesserato nel club a partire dalla stagione precedente, ndr) perciò le società si trovano i giovani ad averli cresciuti in casa».
Nessuno spazio ridotto agli anziani - Il presidente federale è disposto ad incontrare allenatori e giocatori («Nessun problema») ma ricorda che «entrambi hanno le loro componenti per farsi sentire». Sull'altro problema posto dai tecnici, e cioè che il giovane che non rientra più nella fascia d'età del fuoriquota poi si perde nelle categorie minori e che gli anziani, con questa maggior concorrenza, trovano sempre meno spazio, Del Pin fa notare: «Intanto i giovani hanno la possibilità per 4 anni di giocare in campionati di un certo livello e possono così crescere e maturare. In ogni caso non si sta mandando a casa nessuno perché non viene ridotto nessuno spazio agli anziani. Poi si potrebbere rovesciare il discorso dicendo che, senza gli obblighi dei fuoriquota, verrebbe ridotto lo spazio per i giovani».
Gli allenatori senza patentino - Infine, un tema scottante è quello dell'aver autorizzato chiunque ad allenare in Prima e Seconda categoria (e anche la Juniores) perché non è più necessario disporre di un patentino. «Sto osservando la vicenda senza entusiasmarmi, c'è uno scontro tra vertici federali e l'Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio, ndr) e poi è anche vero che negli ultimi tempi ci è capitato spesso di dover pagare gli allenatori che aprivano le vertenze contro le società inadempienti. Siamo noi con l'Aiac che dobbiamo intervenire attraverso un fondo di garanzia».