«In campo tanta correttezza, noi non ancora salvi»
Derby infinito, il diesse del Barisardo Canu: «Il ricorso del Cardedu su Angioni è stato antipatico»
Come spesso accade, la coda polemica di un acceso derby si protrae per diversi giorni. Con grande senso di responsabilità, il direttore sportivo del Bari Sardo Antonello Canu interviene per fare il punto della situazione all’indomani della sconfitta subita domenica sul campo del Cardedu (2-1 il risultato finale) e con toni pacati prende le distanze da chi negli ultimi giorni ha avuto atteggiamenti antisportivi contro la sua squadra. Inoltre, nonostante le quattro sconfitte consecutive, difende a spada tratta il tecnico Marco Orrù che, a suo dire, è la persona più leale ed educata nel suo ruolo.
Direttore, la quarta sconfitta consecutiva ha creato qualche crepa all’interno dello spogliatoio?
«No, nel modo più assoluto. Nonostante il periodo negativo dal punto di vista dei risultati, nel nostro spogliatoio si respira lo stesso clima di quando vincevamo con continuità. Come società stiamo portando avanti un discorso di crescita culturale insegnando, fin dal primo giorno di insediamento (agosto 2010, ndr), aspetti positivi che vanno al di là del risultato fine a se stesso»
Raggiungere la salvezza con largo anticipo ha portato ad un rilassamento generale?
«Finché la matematica non dirà che abbiamo la salvezza in tasca, credo sia giusto non parlare di obiettivo raggiunto. Ci servono ancora 4 o 5 punti perché avvenga questo. Ultimamente è vero, non ci gira benissimo, ma da un mese e mezzo siamo martoriati dall’influenza che ha costretto a letto a più riprese tutti i componenti del gruppo. Prima della gara con il Lanusei ci siamo visti costretti a chiedere il rinvio per salvaguardare la salute dei nostri giocatori, ma non ci è stato concesso e siamo scesi in campo in condizioni menomate. Non parlerei perciò di rilassamento da parte dei ragazzi, anche se l’ottimo campionato disputato fino alla gara di Siliqua può aver indotto qualcuno a tirare i remi in barca»
Il Lanusei non ha accettato la vostra richiesta di rinvio e una settimana dopo voi non avete accolto quella del Cardedu sull’anticipo al sabato. C’è un nesso tra i due fatti?
«Giocare il sabato o la domenica era per noi indifferente, ma avendo già diversi problemi legati alle condizioni precarie dei ragazzi, non potevamo perdere altre pedine importanti come Salvatore Magrini che il sabato pomeriggio ha impegni di lavoro, chiaramente improrogabili»
Il derby di Cardedu è stato preceduto dalle dichiarazioni dei due allenatori, i quali non si sono scambiati parole d’affetto. Tali polemiche hanno destabilizzato il vostro ambiente?
«Avendo letto con attenzione le due interviste, non ho colto nessuna polemica tra i due, se non uno scambio di vedute sui metodi di allenamento. Chiaramente esiste una libertà di interpretazione. Al di là delle due interviste, c’è stato un altro fatto che ha scosso un po’ il nostro ambiente»
A cosa si riferisce?
«Premesso che non è mia intenzione accendere una polemica, la mia considerazione è riferita al ricorso presentato dal Cardedu sull’ammonizione comminata al nostro attaccante Arialdo Angioni (squalificato dalla Commissione Disciplinare nella giornata di sabato, ndr), non riportata sul referto dall’arbitro. Fermo restando che tale ricorso da parte del Cardedu è stato più che legittimo, riteniamo quanto accaduto un atteggiamento antisportivo e piuttosto antipatico, soprattutto per l’ottimo rapporto che lega le due società. In un momento di grossa difficoltà della nostra squadra, vista la moltitudine di giocatori debilitati dal virus influenzale, per noi è stato come un coltello nella piaga. Il caso ha del clamoroso, ma ripeto, non ho nessuna intenzione di aprire un solco polemico con gli amici di Cardedu»
Su che basi è avvenuto il ricorso?
«Il momento dell’ammonizione è stato immortalato attraverso una videocamera, il cui filmato è entrato in possesso del Cardedu, che a sua volta lo ha girato alla Federazione. Abbiamo preso atto di questo, ma ciò che preoccupa è che d’ora in avanti potrebbe essere presente tra il pubblico una spia che in ogni momento sarebbe in grado di capovolgere il decreto del campo»
Come mai avete saltato il terzo tempo al termine dell’incontro di Cardedu?
«Al termine della partita, abbiamo concesso ai ragazzi massima libertà decisionale, in modo che ognuno potesse agire secondo coscienza. Con il ricorso presentato dal Cardedu per segnalare l’ammonizione di Angioni, riteniamo di aver subito un grosso torto morale e quindi nessuno di noi, ad eccezione di qualcuno, ha voluto prendere parte ad un banchetto in cui non avremmo partecipato con lo spirito giusto. Ma ripeto, nessuna polemica ulteriore visto che, come ho già detto, il ricorso è stato più che legittimo»
Avete terminato la gara in nove uomini, cosa che generalmente accade alle squadre nervose. Che spiegazione dà di quanto accaduto in campo?
«Ritengo non ci fosse un arbitro all’altezza dell’evento, ma non perché ha decretato due espulsioni nei nostri confronti, bensì perché ha adottato un peso e due misure nelle sue decisioni. Ad inizio gara c’è stata una pallonata gratuita di un loro giocatore (Giancarlo Fois, ndr) verso il nostro allenatore e lì l’arbitro sarebbe dovuto intervenire immediatamente estraendo il rosso diretto e invece ha ritenuto che fosse tutto involontario. Alla stragrande maggioranza degli spettatori, cardedesi compresi, quel gesto è parso volontario, perciò credo che quanto da me appena detto non sia frutto di invenzione. Nel dubbio, se fossi stato l’allenatore del Cardedu, avrei sostituito il giocatore. Comunque la gara si è svolta in modo piuttosto corretto, con i giocatori di entrambe le squadre che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità. Mi preme rimarcare il tono distensivo delle mie parole, a scanso di fraintendimenti polemici»
Facciamo un passo indietro e andiamo al derby di 15 giorni fa con il Lanusei. Sia durante la partita che nei giorni successivi sui social network, una parte del tifo bariese si è scagliata contro Francesco Cattide, giocatore avversario. Cosa è successo?
«Penso che i derby, soprattutto nel passato, siano stati vissuti male e tuttora alcuni atteggiamenti abbiano radici ormai di vecchia data. Ritengo che alcuni comportamenti dello stesso Cattide siano stati poco propositivi, ma ciò non toglie che gli insulti gratuiti debbano stare fuori dallo stadio. Per quanto mi riguarda, sono parecchio amareggiato per quanto successo durante quel derby, perché il calcio dev’essere sempre vissuto come un gran bel momento di socializzazione e ripeto, tutto ci sta compreso qualche sfottò, ma gli insulti non dovrebbero esistere. Dispiace se qui a Bari Sardo dobbiamo ancora pagare lo scotto di gestioni precedenti, ma voglio precisare per l’ennesima volta che da otto mesi e cioè da quando si è costituito il nuovo gruppo dirigenziale, rispondiamo solo del nostro operato, essendo il passato qualcosa che non appartiene più alla nuova Unione Sportiva Bari Sardo. Noi rappresentiamo la collettività di Bari Sardo e non cerchiamo astio con nessun altro club, anzi dirò di più, abbiamo intenzione di ricucire strappi con chi ha avuto problemi con il nostro ambiente»
Alla luce delle incomprensioni con Francesco Cattide, sarebbe pronto a tendergli la mano e sedersi con lui attorno ad un tavolo?
«Sono pronto, anzi prontissimo. Attraverso le vostre pagine do la mia disponibilità perché ciò possa accadere presto. L’aspetto più bello del calcio penso sia proprio instaurare rapporti umani che vanno al di là dell’aspetto prettamente sportivo, attraverso un dialogo sereno e sincero. Questo dovremmo impararlo un po’ tutti, affinché si possano creare le basi per un futuro migliore»
Roberto Secci