Salta al contenuto principale
Seconda categoria
"Domenica mi aspetto una festa con tanto pubblico"

Girone D: trionfo del Guspini. Per mr. Torrigiani si tratta "di un meritatissimo successo, arrivato grazie ai miei ragazzi e alla società"

La bellezza di 66 punti conquistati sino a questo momento in 28 partite disputate, 20 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte, 62 gol fatti e appena 12 quelli subiti: sono i numeri da capogiro che il Guspini è riuscito ad ottenere nel campionato 2011\2012, meritatamente vinto con due giornate d'anticipo.
Per i ragazzi allenati da mr. Torrigiani e per la società si tratta di un traguardo importantissimo, l'occasione del rilancio, il trampolino per riguadagnare, dopo tanto tempo, la possibilità di esprimersi su palcoscenici sempre più importanti.

 

Mr. Torrigiani, la vostra è senza dubbio una vittoria assolutamente meritata. Immagino sarà sicuramente soddisfatto: che voto darebbe alla sua squadra? Si aspettava una vittoria con queste proporzioni?
«Il voto che do alla squadra è sicuramente un 10: quando si vince un campionato come questo, con le sue difficoltà, considerando le squadre che c'erano nel girone, ai ragazzi posso solo dare un 10.
Non pensavamo sicuramente di riuscire a vincere il campionato con 2 giornate di anticipo, perché era un campionato con tante insidie.
Puntavamo sicuramente ad un campionato di vertice, ma certamente non ci immaginavamo di fare così bene.»

 

Sono soltanto 12 le reti subite quest'anno dalla sua squadra, la miglior difesa di tutta la seconda categoria: secondo lei dipende esclusivamente dalla bravura dei difensori oppure è un discorso legato ad un'impostazione tattica particolare?
«Sarebbe facile dire che tutto dipende solo ed esclusivamente dal singolo reparto, però sappiamo bene che solo se la squadra gira e si muove nella giusta maniera si possono ottenere questi risultati. Come dico sempre ai ragazzi, i primi difensori sono gli stessi attaccanti, soprattutto nel calcio di oggi.
Anche nelle categorie più piccole c'è la possibilità di studiare degli schemi e di impostare particolari atteggiamenti tattici.
In un certo senso è proprio e sopratutto una questione di atteggiamento.
Per i pochi gol subiti quest'anno va dato comunque merito sicuramente al reparto, a partire dal portiere che comunque è sempre un valore aggiunto; ma ciò che ha fatto la differenza è stato proprio, come già detto, l'atteggiamento della squadra durante tutta la partita e quindi durante tutto il campionato.»

 

Sia sincero: la mano dell'allenatore è percepibile in questi ottimi risultati?
«La mano dell'allenatore è importante e più evidente quando c'è la giusta intesa fra i ragazzi che compongono il gruppo.
Quella attuale è una rosa che conosco già da qualche anno, visto che questa comunque è la terza stagione che faccio a Guspini.
Diciamo quindi che i ragazzi, benché di giovane età, conoscevano già un certo modo di lavorare.
Il merito è di tutti perché se non c'è comunque il gruppo con cui lavorare chiaramente poi le idee lasciano il tempo che trovano.»

 

Quanto hanno contato secondo lei le motivazioni e la determinazione dei giocatori? Oppure crede che a fare la differenza sia stato il livello tecnico dei singoli elementi?
«Le motivazioni hanno giocato sicuramente un ruolo decisivo.
Guspini è una piazza che da tanto tempo aspettava di poter vincere un campionato; è una piazza che comunque ha disputato, nel corso degli anni, campionati di alto livello.
Anche se stiamo parlando di un torneo di seconda categoria, c'era sicuramente fame di vittorie e grande motivazione.
La nostra è una crescita che è avvenuta nell'arco di due stagioni: in passato c'è stata la “semina”: quest'anno invece, diciamo così, si sono raccolti i frutti.
Le motivazioni sono state importantissime, accompagnate chiaramente dalla possibilità di avere dei ragazzi qualitativamente e quindi tecnicamente bravi.
Un aspetto importante sono state le grandi motivazioni della società, a partire dal presidente Serpi, dal vicepresidente Giraldo e del direttore sportivo Ignazio Cambosu, che ha portato la sua esperienza, maturata in campionati precedenti in altre società, in particolare ad Arbus.
Tutto questo è assolutamente fondamentale perchè, chiaramente, senza il supporto della società non è facile concludere in questo modo un campionato.
Ci tengo inoltre a ringraziare calorosamente tutti i miei collaboratori: il loro entusiasmo è stato determinante, sia per me che per tutta la squadra.
Mi piace sottolineare il fatto che si è trattato comunque di un girone difficile, dove le squadre che dovevano vincere il torneo, se teniamo conto principalmente del blasone, erano altre: mi riferisco principalmente alla Tharros e alla San Marco.
Noi e il SantaGiusta siamo stati, di fatto, non dico la sorpresa ma, sicuramente, le due outsider che si sono inserite con personalità nella lotta per la vittoria del campionato, a discapito di altre squadre, come ad esempio la Nora Nuraminis che, seppur neo promossa, poteva contare su una rosa davvero molto importante.»

 

Avete cambiato assetto tattico più volte nel corso della stagione. Si può affermare che una delle armi in più del Guspini di quest'anno sia stata proprio la duttilità?
«Entrando nello specifico, siamo partiti con un certo tipo di impostazione tattica, poi come succede nell'arco della stagione, vuoi per gli infortuni, vuoi per la mancanza di qualche giocatore, l'idea di base viene in un certo senso modificata.
La squadra è stata in grado di rendere al meglio durante la stagione a prescindere dagli interpreti che venivano mandati di volta in volta in campo: alla fine tutti i giocatori della rosa hanno dato il loro apporto, e quasi tutti sono riusciti a contribuire alla vittoria finale.
Chi ha giocato di meno ha collezionato comunque15-20 presenze: devo ammettere che siamo stati bravi in questo senso.
Io penso che si parli tanto, forse troppo, di atteggiamento tattico e di moduli ma alla fine ciò che conta davvero è l'atteggiamento con cui affronti la partita: a volte puoi schierarti, sulla carta, con 3 punte e magari giochi una partita prevalentemente difensiva.
Da questo punto di vista c'è stata, da parte dei ragazzi, grande disponibilità e grande apertura mentale: siamo riusciti a modificare, sia da una partita all'altra ma anche nell'arco della stessa gara, il nostro modo di giocare.
Ad esempio, siamo partiti con un atteggiamento tattico che prevedeva anche le 3 punte con un trequartista dietro, però poi alla fine siamo andati a giocare con il classico 4-4-2 senza cambiare gli interpreti: ciò che conta, appunto, è la disponibilità e l'atteggiamento in campo dei ragazzi.»

 

Quale è stato il momento più difficile della stagione?
«Momenti difficili ce ne sono stati, perché quando si ha comunque l'idea di fare un campionato di vertice bisogna mettere in conto che ci possono essere dei cali: il difficile è appunto riuscire a risolvere questo tipo di problemi.
Nel girone d'andata abbiamo avuto difficoltà sopratutto a trovare continuità nei risultati: c'è stato sicuramente qualche pari di troppo, dovuto probabilmente ad una questione di mentalità;
siamo andati a pareggiare delle partite in casa, che pensavamo già vinte, negli ultimi minuti del tempo di recupero.
Un momento difficile è stato sicuramente in occasione della sconfitta contro la Tharros all'andata, arrivata per altro dopo una delle nostre migliori prestazioni; nel calcio, si sa, chi sbaglia troppo e non concretizza poi viene punito, soprattutto se si affrontano squadre esperte.
La difficoltà maggiore forse l'abbiamo incontrata nel momento in cui siamo riusciti a raggiungere il vertice della classifica: è stato arduo riuscire a difendere il primato per tante settimane, sapendo che alle spalle hai comunque delle squadre che stanno facendo benissimo e mantengono il tuo stesso ritmo.
Se devo indicare un lasso di tempo ben preciso di questo campionato in cui abbiamo avuto le pressioni maggiori, sicuramente è stato alla fine del girone d'andata, in cui faticavamo a trovare continuità di risultati, a causa di due pareggi consecutivi: il primo nel match contro il Santa Giusta e poi nel turno infrasettimanale contro il Gonnos in casa, dove abbiamo subito il gol del pareggio al 96° sull'unico tiro in porta, su punizione, di tutta la partita.
In queste occasioni c'è stato probabilmente un po' di scoramento da parte nostra ma era un discorso più di testa che fisico perché poi, subito dopo la sosta natalizia, è arrivato il filotto di vittorie che ci ha consentito di riprenderci e andare avanti.
Un altro momento chiave, in questo senso, è stata la sconfitta di Cabras nel girone di ritorno; cosa che può averci dato comunque una scossa: il campionato era ancora lungo, non volevamo mollare e in quella circostanza è venuta fuori sopratutto la parte caratteriale dei ragazzi.»

 

C'è stato invece un momento in cui ha avuto la chiara sensazione che la squadra aveva le potenzialità per vincere il campionato?
«C'è stata una crescita costante da parte nostra: sicuramente l'ultima partita del girone d'andata, nello scontro diretto con la San Marco, abbiamo capito che potevamo veramente toglierci grandi soddisfazioni.
Vincere 4 a 0 con la San Marco è stato sicuramente un momento utile per farci fare il salto di qualità e guadagnare in consapevolezza, convinzione e stima nei nostri mezzi.
Effettivamente da quel momento abbiamo realizzato che i piani e le speranze di inizio stagione potevano essere concretizzate, attraverso il lavoro e la tenacia.»

 

Mr. Torrigiani, mi tolga una curiosità: pensa che questo organico possa essere competitivo anche in un campionato di prima categoria?
«I ragazzi quest'anno hanno sicuramente fatto benissimo e hanno meritato questa vittoria; noi sappiamo che il salto di categoria include tante piccolissime trappole impossibili da prevedere in anticipo: ogni campionato ha una sua storia e ogni categoria ha le sue difficoltà specifiche.
In questo momento ci stiamo godendo, come è giusto che sia, questo risultato: non dimentichiamoci che il torneo non si è ancora concluso; ci aspettano ancora due partite che vogliamo onorare e giocare al meglio anche e soprattutto per quei dati di cui parlavamo all'inizio.
Penso che i numeri siano eccezionali non solo per quanto riguarda la seconda categoria: a proposito delle reti subite, penso che nessuno abbia fatto meglio di noi in tutti i campionati dilettantistici della regione; ci teniamo dunque a fare benissimo e ci sarà il massimo impegno da parte nostra per chiudere in bellezza.
Ciò che mi sento di dire è che la nostra è una rosa su cui si può tranquillamente continuare a lavorare: è composta da ragazzi relativamente giovani, molti di loro sono classe 88, 89 e 90; rappresentano un ottimo punto di partenza e la società lo sa benissimo.»

 

C'è qualcuno in particolare a cui vuole dedicare questa vittoria?
«La dedico semplicemente ai miei ragazzi: non hanno mai vinto un campionato, nel senso che hanno avuto le loro esperienze, talvolta importantissime in categorie superiori, ma non avevano mai centrato l'obbiettivo; vincere è difficile, loro ci sono riusciti con merito.
Tieni conto che a Guspini non si vinceva un campionato da circa 40 anni, se non ricordo male l'ultima volta è successo negli anni 69-70. E' sicuramente capitato di salire di categoria, sino ad arrivare in serie D e Interregionale, attraverso spareggi e play-off ma mai direttamente; la soddisfazione è grande.
Son contento davvero per i ragazzi perchè quella che si presenterà l'anno prossimo è un'occasione importante soprattutto per loro che giocano in questa società da tanto tempo.
Ci tengo a ringraziare anche le nostre famiglie che hanno la pazienza per sopportare i nostri impegni che, fra allenamenti e partite, ci tengono lontani da casa.»

 

Mi conceda un'ultima domanda: quanto sono stati importanti i vostri tifosi?
«Mi piace pensarla così: i nostri tifosi stanno diventando importanti.
Nelle ultime partite ci hanno supportato e aiutato notevolmente, sia in casa che in trasferta; io mi auguro, e penso sia una speranza anche dei ragazzi e di tutta la società, che questi successi contribuiscano a far avvicinare sempre più persone al Guspini e a questo stadio, che in passato ha vissuto momenti di gloria e ospitato partite davvero importanti: la tribuna è molto grande (ride), vederla piena sarebbe una grande soddisfazione.
Guspini secondo me ha sofferto, a livello calcistico, in questi ultimi anni, la mancanza di una squadra che potesse esprimersi ad alti livelli: questo può essere il momento giusto per ricreare l'entusiasmo di un tempo.
Il calore della gente sarebbe importantissimo, soprattutto in un momento oggettivamente difficile, a livello economico, per società come la nostra: mi auguro che già da domenica ci siano delle risposte in questo senso, mi aspetto una vera e propria festa, con tantissimo pubblico, come è accaduto in queste ultime partite.»

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2011/2012
Tags:
14 Ritorno
15 Ritorno
Girone D
Trionfo