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Hervatin torna in pista: «Due anni fermo e non so perché, il Lanusei vale e non ha scelto l'ultimo degli allenatori. Positività e gruppo unito, così ci divertiremo»
«Il calcio è uguale dappertutto, ci vuole intuito»

Hervatin torna in pista: «Due anni fermo e non so perché, il Lanusei vale e non ha scelto l'ultimo degli allenatori. Positività e gruppo unito, così ci divertiremo»

Due anni ai box dopo aver portato il Ploaghe in Eccellenza, due stagioni a chiedersi perché in Sardegna i risultati ottenuti (promozione con Ittiri e Valledoria, playoff contro la Torres in Eccellenza) non contino per avere una chiamata. Poi a giugno squilla il telefono e dall’altra parte c’è Fabio Piras, direttore sportivo del Lanusei, che gli propone la panchina di una squadra di serie D. Gianluca Hervatin dice sì e domani inizia l’avventura in Ogliastra alla ricerca di una salvezza che per il club biancorossoverde avrebbe il sapore dell’ennesima promozione: «Ho accettato la proposta perché do valore a questa piazza altrimenti non l'avrei fatto, così come non credo che il Lanusei abbia scelto l'ultimo degli allenatori perché io non mi considero tale».

 

Gianluca Hervatin torna in serie D alla guida del LanuseiLa chiamata del Lanusei vuol dire che c'è chi si ricorda ancora di chi ha fatto bene?

«No, vuol dire che anche per me qualcuno ha fatto il mio nome e, come spesso accade, sono i giocatori a farlo, quelli che hai allenato e che spendono una buona parola per te. Nel mio caso il diesse Fabio Piras ha parlato con Gianni Piredda, che ho avuto a Ploaghe, e senza indugi ha detto: "Prendete Hervatin". A me fa piacere se c'è un ritorno di questo tipo del lavoro fatto, si dice che la pubblicità sia  l’anima del commercio e non deve essere il dio denaro a portare un tecnico da una parte o dall'altra. Poi so bene che sono stati contattati altri allenatori ma di questo non sono geloso, c'è qualcuno che dice no e c'è chi dice sì, io ho detto sì al Lanusei» 

La serie D è un filo che si riannoda dopo quattro anni e quelle dieci partite alla guida del Porto Torres 

«Quell’esperienza non so se l'ho pagata ma si era creata una situazione antipatica e non poteva che finire così, in un albero malato anche i frutto saranno malati. Sono rimasto fermo nella stagione successiva e non capivo il perché, i numeri - che credo contino nel calcio - erano dalla mia parte. Poi rientro in Promozione, vinco e resto altri due anni fermo. A questo punto non so più come viene giudicato un allenatore. Sono molto contento della chiamata nonostante abbia perso qualche anno di lavoro ma non credo che abbia ancora perso il treno, sto ripartendo dalla categoria più importante nei dilettanti, nel frattempo diventata la quarta serie del calcio italiano. Anche questo è stato un fattore scatenante della mia scelta, rinunciare a questa opportunità dopo una situazione strana che si era creata non aveva senso. Ma sia chiaro che non avrei accettato il Lanusei né tantomeno un’altra piazza se avessero impostato il discorso dicendomi: “Ti do la possibilità di rientrare in gioco”. Non mi sto rimettendo in gioco, ero incazzato perché la possibilità di rientrare o meno è stata colpa dei presidenti che prendono i tecnici con soldi. Che colpa avevo se vinco in Promozione e poi non alleno?»

Cosa vuole trasmettere Hervatin all'ambiente Lanusei e alla squadra Lanusei?

«Voglio trasmettere positività. Voglio che si crei l'ambiente giusto per lavorare, se tutti andremo per il verso giusto ci si può divertire. Lanusei è probabilmente la più piccola realtà del campionato, mi farò forza della nostra inferiorità, se gli avversari sono più forti di noi dovranno dimostrarcelo in campo, è più facile caricare le squadre deboli, l’orgoglio ad un giocatore che è in D dopo aver fatto il professionismo non lo stuzzico così facilmente. E poi dalla Terza categoria fino alla serie A è fondamentale il gruppo, io dove ho ottenuto dei risultati ho avuto un grande gruppo, se non crei una situazione positiva e omogenea vai a lavorare in guerra non otterrai mai il massimo. Poi credo comunque di avere a disposizione dei buoni giocatori sennò sarebbe bastato fare una squadra di amici molto simpatici»

Ad un giorno dall'inizio, il tecnico è soddisfatto della squadra a disposizione o manca ancora qualcosa?

«Sono soddisfatto del lavoro svolto insieme con il diesse Fabio Piras, come ho sempre sperato e mai mi era successo. Se manca qualcosa lo vedremo lavorando, abbiamo fatto scelte mirate per la nostra realtà e le nostre potenzialità, vedremo se correggere qualcosa. I senior in rosa sono un fatto numerico, 7 ne possono andare in campo e quando ne hai 10-11 diventa anche complicato per la gestione, mandare in tribuna un calciatore che guadagna è duro per lui e per la società. Poi, portare i giocatori a Lanusei non è mai facile, chi è richiesto vuole andare in piazze importanti e allora le scelte vanno fatte sul giocatore che ha da scommettere»

In quest’ottica va visto l’acquisto di Stefano Sini?

«Era inutile che la società andasse a investire tanto per un centrale di difesa, ci serviva una scommessa, Stefano non ha mai fatto la serie D e darà l'anima per il Lanusei, stimolato da questa chance a differenza di altri che arrivano da 10 anni di serie D e guardano solo ai soldi. Per salvarci ho bisogno di giocatori che tolgano il cuore, che lottino su tutti i campi con fame e che a fine anno possano dire che sono giocatori da serie D. Poi vedremo il grado di presunzione del valore della squadra se si avvicinerà o meno alla realtà delle cose»

C’è curiosità sul rendimento del brasiliano Felipe Ianni

«L'acquisto dell’attaccante stava diventando un incubo, lui era alla Pro Sesto e ho chiesto referenze al tecnico della Juniores Giuseppe Cardone, ex difensore di Milan e Parma. Può fare la prima e seconda punta, vede bene la porta, è bravo tecnicamente e ha un gran tiro. Non so come giocheremo, se fare il rombo a centrocampo o aprire gli attaccanti, poi conto molto sull’apporto che potranno dare sia Aloia che Curreli »

Importante è stato confermare la base nella quale ci sono giocatori ben conosciuti dal mister

«Io ho allenato Mattia Floris e Pietro Ladu al Porto Torres, se sono i giocatori che conosco io sono due forti. Così come il difensore Antonio Cocco che ho avuto a Ploaghe. Delrio ha giocato poco lo scorso anno perché in quel ruolo c'era Angheleddu, mi deve dimostrare che può reggere un ruolo importante. Masia ha esperienza ed è un jolly di difesa e centrocampo, può fare il terzino e mediano. Parto contento della rosa a disposizione»

Come si migliora un tecnico che non allena?

«Onestamente mi sono dedicato molto alla famiglia pur vedendo sempre calcio. Il tecnico può fare esperienze o vedere altre metodologie di lavoro ma la qualità migliore che deve avere è l'intuito, quando guardi i giocatori e il gruppo loro trasmettono cose che non puoi studiare, il tecnico deve vedere qualcosa che poi si rivela giusta. Poi il calcio va avanti, si ammoderna ma è uno solo, quando si vuole essere troppo moderni, cambi tutto ma poi si torna sempre all'antico, come nella moda. In serie D poi sono tutti bravi, non è che freghi l'avversario con una mossa vincente, è sempre una questione di dettagli»

Come sta cambiando la serie D dove le squadre sarde che si approcciano per la prima volta si fanno valere?

«La risposta è una, il calcio è uguale sempre, sali di categoria e trovi giocatori più bravi ma se tu sei salito vuol dire che avevi un qualcosa più degli altri. Cambia l'organizzazione societaria, lì qualcuno può avere lo scossone se è abituato al dilettantismo puro, cose che all'inizio puoi patire ma se sai copiare ci vuole un attimo ad adattarsi. Nella dirigenza del Lanusei ci sono ragazzi che vogliono crescere e imparare, ti confronti con corazzate come lo sono state Viterbese, Grosseto, Olbia, Torres, Rieti ma non devi avere charter privati o divise Armani. Il Lanusei ha una sua buona organizzazione con una foresteria per i giovani, con un servizio di lavanderia per i giocatori,  in trasferta si parte dal sabato. Le basi ci sono, quando fai uno o due anni in serie D si fa un passo avanti e crei un'organizzazione che poi terrai anche se mai dovessi fare un passo all'indietro. Io sono stato un professionista e sarò sempre un professionista anche allenando una squadra del torneo amatori»

In questo articolo
Squadre:
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2015/2016
Tags:
Sardegna
Girone G