«Annata storta e complicatissima, ringrazio il club per aver puntato su di me»
Il Barisardo conquista la salvezza, Marci: «Risultato impensabile, ma io ci ho sempre creduto; probabilmente avevamo più fame dei nostri avversari, le motivazioni fanno la differenza»
Salvarsi all'ultimo, dopo una stagione costellata da tantissime difficoltà, regala tanta gioia, è ovvio, ma porta in dote un carico importante in termini di tensioni nervose. Alberto Marci mantiene la calma e la lucidità per buona parte dell'intervista, per poi lasciarsi andare, nelle ultime battute, alle emozioni: il traguardo raggiunto con il suo Barisardo, che domenica si è aggiudicato la sfida play-out in casa della Frassinetti, è un piccolo miracolo sportivo, inseguito con una determinazione encomiabile, nonostante la situazione, decisamente critica, non lasciasse alcun spazio all'ottimismo. Il giovane tecnico, subentrato in corsa dopo l'addio dolorosissimo di mister Tore Mereu, ha saputo, nelle ultime settimane, rivitalizzare un ambiente che sembrava aver irrimediabilmente perso l'autostima nei propri mezzi, regalando a tutti i suoi ragazzi, forse è l'aspetto più importante, l'entusiasmo necessario per puntare all'impossibile. E nel calcio, si sa, c'è spazio anche per sorprese davvero incredibili.
«Il nostro obbiettivo – racconta Marci – era quello di arrivare a disputare gli spareggi: si trattava, in un certo senso, della nostra ancora di salvezza, dopo un girone di andata disastroso come quello messo in piedi quest'anno. Poter giocare i play-out era un piccolo miracolo sportivo, non ci restava dunque che concentrare tutte le risorse in vista di questa partita. Nelle ultime settimane ho preferito far riposare alcuni elementi in vista del match decisivo, in modo che ci potessimo presentare al top sul piano fisico e mentale».
Quella di domenica era la classica partita dell'ultima spiaggia. «Ci siamo presentati con tutti e 18 i giocatori a disposizione, una cosa sicuramente positiva per noi. Avere solo un risultato utile probabilmente ci ha aiutato per quanto riguarda l'approccio e l'atteggiamento da mantenere in gara; probabilmente avevamo più voglia di vincere, ce la siamo comunque meritata».
Le due squadre si erano incontrate, l'ultima volta, il 30 aprile: in quell'occasione, vinse la Frassinetti per 1 a 0. «In palio c'era la possibilità di salvarci senza passare dai play-out; sarebbe stato un traguardo speciale, alla luce dei discorsi che ti ho fatto prima».
A decidere l'incontro, uno sfortunatissimo autogol di Monni. «E' inutile dire che quella gara ha aumentato esponenzialmente le difficoltà per la nostra risalita. C'era tanto rammarico, ma quando si è saputo che l'avversario per lo spareggio sarebbe stata proprio la Frassinetti c'è stato grande entusiasmo, perché potevamo riscattarci, la rivincita era a portata di mano. Proprio per questo la vittoria di domenica ha tanti significati, anche di carattere personale, per i giocatori e per tutti noi. Il Barisardo ha saputo mettere in campo determinazione, voglia e fame, contro un avversario ostico. Non penso fossero una formazione così giovane, anche noi del resto schieravamo ben cinque fuori quota in campo. Le motivazioni fanno la differenza, forse la tranquillità che loro avevano nel poter contare su due risultati su tre ha giocato un bruttissimo scherzo a livello mentale».
Marci ha preso in mano le redini del gruppo dopo il 2 a 0 rimediato ad Oristano contro la Tharros: i tre risultati utili, due vittorie ed un pareggio, centrati nelle prime uscite, hanno riaperto i giochi per la salvezza. «Non ho trovato particolari difficoltà, del resto facevo già parte dell'organico della società, considerando che rivestivo il ruolo di preparatore dei portieri già dallo scorso anno: conoscevo bene tutti i ragazzi, c'era già un buon livello di empatia e affiatamento.
Per il resto, la priorità era quella di lavorare sulla fiducia, anche perché ho sempre pensato che questa squadra dal punto di vista tecnico fosse fortissima. Bisognava soltanto crederci, e in primo luogo dovevano farlo i giocatori. I risultati sono importanti, ti permettono di migliorare sia sul piano fisico che per quanto riguarda l'entusiasmo; io ho solo cercato di evidenziare gli aspetti positivi e correggere le cose che non andavano».
Contro il Guspini, nella penultima gara della stagione, il Barisardo ha messo in mostra ottime cose. «Dopo dieci minuti eravamo già sotto di due gol, una partenza ad handicap che non ci aspettavamo assolutamente, ma la squadra ha avuto la reazione giusta, mostrando una tenacia tale che ci ha permesso di raggiungere il pari al 90'. Peccato per la papera del portiere e per quei due gol che in due minuti hanno vanificato i nostri sforzi. In quell'occasione ho comunque visto un atteggiamento ottimo da parte dei miei, sul piano della voglia. Ho martellato costantemente sul lavoro e sulla mentalità, alla lunga diventano le tue armi in più. Le gambe sono importanti, è vero, ma è la testa che fa la differenza».
La salvezza è realtà: il tecnico se la tiene ben stretta. «E' un traguardo di tutti – ammette commosso – dopo tante vicissitudini sfortunate; non è semplice stare in piedi quando tutto va male, penso ai problemi con il campo, all'alluvione e alle difficoltà legate a giocare le partite casalinghe lontano da Barisardo. Non è stato un campionato facile per nessuno, nemmeno per mister Tore Mereu. Alla fine, si tratta di un successo che va diviso in parti uguali tra tifosi, dirigenza e ragazzi.
Io ci ho creduto sino alla fine, ho avuto il desiderio di provarci, perché mi sono sempre sentito in una famiglia e dire di no quando ti chiedono aiuto è impossibile. Sono prove che possono bruciare, o metterti paura; la situazione non era per niente facile, ma penso che questo ruolo sarà la mia passione in futuro e l'occasione che mi ha dato il Barisardo è stata preziosa, una sfida che volevo provare a vivere, e a vincere».
Marci chiude con i ringraziamenti finali: «Il primo pensiero va alla mia famiglia che mi ha sempre supportato e ha sempre creduto in me».
Le parole escono a fatica. «La cosa più bella è la fiducia che il Barisardo ha riposto nei miei confronti. Ci tengo a ringraziare il mio collaboratore, Marcello Puddu, che è stato con me sino all'ultimo, una persona fondamentale per il raggiungimento di questa salvezza».