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Antonio Prastaro, allenatore, Castiadas
«Abbiamo allestito una formazione molto competitiva»

Il Castiadas ai blocchi di partenza, Prastaro: «La serie D fa gola a tutti, si giocherà solo per vincere»

Il Castiadas fa parte delle otto squadre che hanno aderito alla ripartenza del campionato di Eccellenza in Sardegna. E, come altre 5 squadre, punta al bersaglio grosso della serie D. Dopo due settimane di ripresa degli allenamenti, ora la pausa per Pasqua e Pasquetta e da domani i biancoverdi saranno di nuovo in campo in vista dell'esordio dell'11 aprile in casa contro la San Marco. Il tecnico Antonio Prastaro fa il punto della situazione: «Lo stato di forma iniziale, come si può immaginare, non è certo ottimale, ma stiamo recuperando. Dopo l'ultima settimana di allenamenti la condizione è salita almeno di un altro 20%. Domenica prossimo un po' tutti soffriranno la ripartenza dopo 5 mesi senza gare perché il confronto sul campo è sempre un'altra cosa e nessuno può essere al massimo. Bisogna solo capire chi per prima entrerà in condizione in questo mini torneo con una dozzina di gare da giocare».

 

Siete state molti attivi sul mercato con diversi acquisti

«La scelta di intervenire in modo consistente è stata quella di aumentare il numero di calciatori sardi, visto che tale possibilità non c'è stata a settembre quando abbiamo costruito la squadra. Ora, con tanti ragazzi del Cagliaritano senza squadra, abbiamo potuto fare certe scelte, per una questione logistica e perché pensiamo di aver fatto arrivati calciatori di valore. Siamo una squadra nuova, che va riassemblata e collaudata ma è un gruppo molto ricettivo e con molta voglia, poi l' ambiente è sereno. Siamo fiduciosi di aver allestito una squadra che può combattere con tutti, poi ci sono sempre gli avversari che vogliono arrivare al tuo stesso obiettivo»

Cosa rappresenta questa ripartenza sebbene sotto il 50% delle squadre di inizio stagione

«Sono sempre stato un sostenitore della ripartenza per ridare la speranza a tutto il movimento e al calcio di base. Facciamo un po' da apripista per la ripartenza totale che ci sarà a settembre. Il problema nasce, soprattutto, nei giovani che stanno perdendo due annate, la ripartenza sarebbe stata importante anche per quei campionati per un discorso di salute e di integrazione sociale»

Un mini campionato che mette in palio un posto in serie D

«Che fa gola a tutti. Si giocherà solo per vincere, visto che non c'è lo spettro della retrocessione. Anche noi come quasi tutte le altre partiamo con lo stesso obiettivo, sarà più difficile perché tutte si sono rinforzate, con una formula nuova e non hai tempo per sbagliare. Bisogna dare continuità sin da subito e capire che si tratta di un'anomalia. Il disegno di avere una rosa più larga è doveroso, per ciò che potrebbe creare l'incognita Covid e il discorso degli infortuni, ci sono tante partite in serie e fisicamente saremo sollecitati. Noi eravamo corti all'inizio della stagione e l'abbiamo pagato dopo le prime 5 gare»

Vi manca ancora qualcosa?

«Siamo contenti di quelli che abbiamo mantenuto e dei nuovi arrivati. Siamo 24 in rosa. Qualcun altro avrei potuto inserirlo nel gruppo tra quelli sentiti, però non si può avere tutto e va bene così. La società ha fatto il massimo di quello che poteva fare, abbiamo allestito una formazione molto competitiva»

Come si sono mosse le vostre avversarie?

«C'è chi si è rinnovato come noi e chi ha puntato maggiormente sul gruppo di inizio stagione. Almeno sei squadre ambiscono a salire e le altre due, Bosa e Porto Rotondo, stanno preparando delle formazioni in prospettiva. Atletico Uri e Ossese hanno tenuto l'ossatura di squadra, hanno impianti di gioco collaudati e per loro sarà facile trovare la condizione tecnico-tattica, prima degli altri troveranno l'identità. Ma questo non vuol dire che poi vinceranno perché, di contro, ci sono buone compagini come Guspini, San Marco, Nuorese che sono intervenute sul mercato come noi. Bisogna vedere chi, nel rinnovarsi, troverà la quadra subito»

Quanto peserà l'incognita Covid?

«Tantissimo. È la variabile imprevedibile e fastidiosa che può cambiare il destino di ognuna delle squadre. Utilizzeremo un protocollo sanitario già collaudato dalla serie D, il Comitato Regionale è vicino ai tutti i club e ci tiene aggiornati rendendoci responsabili. Questo è un esperimento per tutto il movimento regionale che è fermo ed è l'aspetto più indicativo. Qeusta settimana sono previsti dei test di controllo mercoledì e sabato, bisogna monitorare il più possibile la situazione sanitaria del gruppo andando oltre l'obbligo del test settimanale. Si sarebbe dovuto rendere obbligatorio i test dall'inizio della ripresa degli allenamenti, fortunatamente è andata bene in queste due settimane»

In questo articolo
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2020/2021
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1ª giornata