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Carlo Gravina, presidente Figc
«Se possibile, bisogna facilitare la conclusione dei campionati»

La stagione del calcio, Gravina: «Ascolterò le Leghe ma per Statuto la decisione del 23 marzo sarà della Figc per tutti»

L'Italia è ferma, rinchiusa in casa, appesa tra i numeri angosciosi dei contagiati e morti del Covid-19 e la speranza che le misure restrittive producano quel rallentamento prima e la scomparsa poi del virus. Ma i dati di crescita del picco in Lombardia, Veneto ed Emilia, specie per l'eccesso di socializzazione che si è avuto fino allo scorso weekend, e le preoccupazioni che ci possa essere uno spostamento corposo del contagio verso il Sud dopo l'esodo di sabato scorso fatto da chi rientrava a casa partendo proprio dai luoghi in cui c'è ora la maggior diffusione del virus, rende il futuro ancora più incerto. E il calcio, come tutte le attività sportive e non sospese, deve fare i conti su come potrà finire la propria stagione: interruzione definitiva o completamento nello spazio temporale che eventualmente si potrà avere.  

 

Ma qui si cade nell'ignoto e ogni parola spesa nelle ipotesi rischia di diventare superata già nelle prossime ore. L'Uefa, con ritardo, ha deciso solo ieri di sospendere le manifestazioni in corso (Champions ed Europa League), gli Europei di giugno potrebbero essere rinviati di un anno. Il 23 marzo ci sarà il Consiglio Federale nel quale verranno prese le decisioni su tutti i campionati professionistici e dilettantistici in Italia. Il presidente federale Gabriele Gravina ha espresso il proprio parere su diversi temi nell'intervista di oggi de "Il Messaggero": «Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover affrontare un’emergenza così. Sono state ore convulse, ho sempre lavorato di concerto con le istituzioni, rappresentando ai club e al Consiglio Federale quelle che erano le istanze del Governo. Non è stato facile. La Figc si è assunta l’onere di far convergere tutti verso l’unica soluzione credibile. La prova di maturità e responsabilità del calcio italiano è sotto gli occhi di tutti».

 

Le decisioni prese in Italia, nel calcio come nella vita reale, non hanno avuto ancora repliche in Europa: «La reale percezione di quello che sta accadendo ha faticato a varcare i confini del nostro Paese. Questa emergenza deve essere affrontata a livello europeo, non solo nel calcio. In ballo ci sono interessi enormi, ma la salute delle persone viene prima di tutto». Martedì 17 l'Uefa farà una riunione in videoconferenza al fine di prenderà in esame tutti gli scenari fattibili per le competizioni nazionali e internazionali, compreso l’Europeo: «Aspettiamo la riunione di martedì e la proposta del Presidente Ceferin, abbiamo sostenuto per primi che il calendario internazionale dovesse subire una rivisitazione. Tenuto conto del livello avanzato delle competizioni di club, bisogna prima facilitare la conclusione dei campionati e delle coppe».

 

Gravina va nel dettaglio della situazione italiana: «Nel Consiglio Federale di martedì abbiamo già iniziato a ragionare su tutti gli scenari possibili (LEGGI QUI). Il nostro primo obiettivo, compatibilmente con la situazione generale del Paese, è concludere il campionato secondo programma, altrimenti ho avanzato tre scenari su cui discutere nell’immediato futuro. È bene chiarire una cosa: ho chiesto alle Leghe di discuterne al loro interno, ma è la Figc, esercitando le prerogative riconosciutele dallo Statuto, che prenderà una decisione definitiva».

Per il numero di via Allegri la soluzione playoff e playout è quella più gradita, bisognerà vedere se replicabile in tutti i campionati: «La proposta dei playoff e dei playout è una mia vecchia idea che potrebbe tornare utile in questa particolare situazione, qualora avessimo poche date a disposizione. Il numero delle squadre partecipanti dipende dalla formula, più o meno lunga, che si vuole adottare. Di sicuro sarebbe un evento ricco di interesse per tutti, un finale elettrizzante per una stagione che rischia di essere mortificata da una fine anticipata».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020