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Serie D
«Volevo la serie D ma a luglio dovevo dir di no»

L'amarezza di Hervatin: «Terzo in classifica, ma non ero io l’allenatore fortemente voluto dal Porto Torres»

L’ambizione non gli è mai mancata e non verrà meno ora che è tornato ai box dopo dieci giornate seduto sulla panchina del Porto Torres. Gianluca Hervatin si fermerà qualche mese ma è pronto a ripartire per assecondare quella sua sfrenata passione che gli ha fatto dire subito sì quando il club della sua città gli ha offerto una chance importante, quella di allenare in serie D. Da giocatore è arrivato fino alla serie A, a Parma, vincendo pure una Coppa delle Coppe, gli infortuni l’hanno bloccato troppo presto ed è così che Hervatin si è subito seduto in panchina ottenendo successi anche da allenatore: ha vinto in Prima Categoria col Valledoria, ha vinto in Promozione con l’Ittiri e in Eccellenza ha mostrato di saperci fare con Ittiri, Torres e Valledoria.

 

A luglio avevo intuito che non ero io l'allenatore che volevano - In estate arriva la proposta, di quelle impossibili da rifiutare. Hervatin si è così gettato anima e corpo nella nuova avventura, come sempre ha fatto. Il calcio è uguale in tutte le categorie, aumentano solo le responsabilità man mano che fai la scalata. Mai, però, avrebbe pensato di terminare l’avventura dopo poco più di tre mesi. O forse sì. «Ora dico che avrei dovuto fidarmi di più delle sensazioni che avevo a luglio già in fase di trattativa – ammette con una punta di rammarico Hervatin – avevo intuito di non essere io l’allenatore fortemente voluto dalla società». Ha aspettato qualche giorno prima di parlare, la delusione per un'avventura interrottasi bruscamente è stata tanta. E ora spiega perché ha accettato la proposta del Porto Torres: «Per la grande voglia di misurarmi in serie D. Così mi sono convinto del contrario quando, invece, mi trovavo a far parte di un libro già scritto».

 

L'unico tecnico ad essere sostituito tra le squadre di vertice - Una convinzione dettata da una classifica tutt’altro che malandata, 16 punti a 6 lunghezze dalla coppia di testa Budoni-Salerno. «C’erano tutti i presupposti per sostenere un allenatore terzo in classifica dopo dieci giornate – continua il 37enne tecnico portotorrese – tanto è vero che tra le squadre che stanno nelle parti alte sono l’unico tecnico ad esser stato sostituito, quando invece ci sono club e piazze più importanti di Porto Torres che stanno dietro ma che, evidentemente, credono in quello che hanno costruito».

 

Non serbo rancore, esco a testa alta da terzo in classifica - L’amarezza nasce dalla consapevolezza di non aver potuto esprimersi al massimo, specie in casa sua. «Mi sarebbe piaciuto lavorare come sono abituato – continua Hervatin – ma ciò è possibile solo quando ti viene data la giusta autorità che un tecnico deve avere. Detto questo, ci tengo a precisare che anche questa è esperienza, non serbo rancore per nessuno ed esco a testa alta da terzo in classifica». Non cita mai il presidente Enrico Piras e non nomina i giocatori, Gianluca Hervatin li saluta con l’eleganza di chi è uscito dalla porta principale senza neanche sbatterla: «Faccio i migliori auguri al presidente come lui li ha fatti a me e ringrazio quasi tutta la squadra e tutti i tifosi portotorresi sia quelli che mi hanno sostenuto e sia quelli che non l’hanno fatto».

In questo articolo
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2011/2012
Tags:
10 Andata
Girone G
Intervista