Joaquin: "Ora o mai più. Ringrazio Cellino"
Larrivey, edizione...la terza
Larrivey non molla. «Passare in rossoblù anonimamente, non è da me. Son di nuovo a Cagliari per dimostrare qualcosa. Mio padre, la mia famiglia, in Argentina, mi hanno spinto a riprovarci». Quattro anni fa, nel 2007, dopo tre stagioni all'Hurican, nella Primera B, nel suo paese una trentina di reti (con una media gol di 0,3 a gara), all'indomani dell'arrivo del transfert (che ne regolarizza il suo status di giocatore del Cagliari Calcio) è subito convocato e schierato titolare dal tecnico Marco Giampaolo per la gara casalinga contro la Juventus. Il 2 settembre 2007 il bomber esordisce quindi nella massima serie giocando l'intera gara (conclusasi col punteggio di 2-3 per la Juventus): su lui il fallo da rigore per il momentaneo 1-1. Da allora molta sfortuna e qualche colpa.
E' deciso Joaquin: «Ho preso una maggiore maturità rispetto alle scorse stagioni. Le difficoltà ti fanno crescere». Nell'anno dell'esordio, un solo golletto frutto di 27 presenze. Cellino ci crede ancora, e lui non lesina parole dolci verso il patron rossobblù: «Devo solamente ringraziare il presidente. Lui ha creduto in me. Possiamo anche sentirci poco, ma quando ci incontriamo ci diciamo le cose in faccia. Lo rispetto, è un sentimento reciproco»
Cellino non si pensava nutrisse questi pensieri verso el Bati. Specie quando a gennaio 2009 lo rispedì al Velez Sarsfield, Primera Division argentina. E in Sudamerica lui vince il campionato del "Clausura", lo scudetto del proprio paese. 17 presenze e 3 gol. Torna a Cagliari da vincitore, nel 2009-'10. Chi non ricorda il gol al Napoli ma il ragazzo dopo alcuni mesi, è nuovamente seduto nell'aereo per l'Argentina GUARDA LA VIDEO INTERVISTA CONCESSACI DA LARRIVEY AL TEMPO. Destinazione Colon «Stavo bene avrebbero voluto confermarmi, ma mi sono infortunato, ora son qui».
Si l'Italia è un chiodo fisso. Inizia la terza avventura in maglia rossobblu, con una tripletta nel primo turno di Coppa Italia contro l'AlbinoLeffe, partita finita poi 5-1. Poi Ficcadenti. L'ex tecnico del Cesena se lo trova davanti tutti i giorni. «Il mister ogni allenamento ci osserva. Era convinto che prima o poi sarebbe arrivato il gol. E l'ho fatto. Ora una partita non basta devo dare continuità. Il lavoro mi aiuterà».