Il tecnico: «La D è meritata, non faremo follie»
L'insaziabile Lanusei vuole anche la Supercoppa, Loi: «Non sottovaluteremo la Frassinetti»
«Vogliamo giocarci la finale di Supercoppa e, possibilmente, vincerla. Poi andremo a riposarci dopo una lunga stagione chiusa con una grande soddisfazione sportiva». Francesco Loi e il Lanusei sono arrivati all'ultima gara ufficiale, quella contro la Frassinetti Elmas di giovedì (al Lixius inizio gara alle 18), con la voglia di aggiungere un altro trofeo che vada a coronare un'annata storica per il club del presidente Daniele Arras. Al primo anno di Eccellenza gli ogliastrini hanno vinto la Coppa Italia di categoria, hanno ottenuto la promozione in serie D per essere arrivati fino alle semifinali della fase nazionale, hanno terminato al 5° posto in campionato qualificandosi ai playoff, sebbene non li abbiano disputati in virtù del salto di categoria già ottenuto. E, ora, hanno la possibilità di chiudere la stagione mettendo in bacheca un altro trofeo nella sfida secca contro la vincente della Coppa Italia di Promozione. «La Frassinetti la conosciamo bene per averla affrontata lo scorso anno in Promozione - dice mister Loi - e non la sottovaluteremo, si sono rinforzati con giocatori importanti come Curreli, Meloni, Aresu. La società è seria e fa i passi giusti anno per anno, la squadra è guidata da un tecnico preparato come Michele Filippi e hanno sfiorato i playoff nel girone A. Sarà una bella partita, che giocheremo a viso aperto con la speranza di conquistare un altro trofeo di fronte ad una buona cornice di pubblico».
Il Lanusei poi andrà in vacanza ma non per molto perché la serie D è un campionato che va subito programmato. Per mister Loi, dal punto di vista tecnico e societario, il gruppo che ha conquistato la promozione può reggere il confronto anche nella quarta serie del calcio: «La squadra può fare la serie D perché se l'è guadagnata sul campo e la faremo nei termini in cui può essere fatta a Lanusei, non di certo per vincere il campionato ma per cercare di salvarci con la serietà messa dalla società in ogni categoria in cui ha partecipato. È un campionato nazionale, da qua all'inizio si vedrà come costruire la squadra e chi saranno gli attori anche in serie D. Di sicuro verrà fatta con molti sacrifici, come quelli profusi in Eccellenza e in Promozione perché la serie D è un grandissimo traguardo per Lanusei, un patrimonio sportivo importante per tutta l'Ogliastra che va saputo gestire. Spero, infatti, che dall'esterno ci siano gli aiuti necessari». Questo risultato smentisce i detrattori che ritenevano la squadra di Francesco Loi non in grado di reggere il confronto in campionato e, soprattutto, nella fase nazionale della Coppa Italia perché composta da giocatori maturi e con poca fame di vittorie. «Sono contento per i miei ragazzi - dice il tecnico di Loceri - perché sono stati spesso additati come giocatori finiti o in cerca di un approdo per finire la carriera; hanno invece dimostrato sul campo quello che valgono. Si diceva che non avrebbero fatto più di 7-8 partite ma uno come Figos ha giocato 45 gare e Angheleddu 44, tutti loro sono grandissimi uomini e atleti di grandissimo livello perché per reggere questo numero di gare, a livello dilettantistico, devi essere un professionista in testa. Nello spogliatoio ho avuto la fortuna di avere a che fare con giocatori come Placentino, Gutierrez, Vignati, Viani, Figos, Angheleddu, Floris, Mura, ragazzi che, oltre ad essere molto bravi a giocare a calcio, sono delle persone eccezionali, e la cosa più bella che mi rimarrà di questa stagione è averla vissuta proprio con loro».
Prima dell'ultima gara stagionale mister Loi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Questa è la mia quarta promozione e, in tutte le categorie in cui ho allenato, me le sono guadagnate sul campo senza ricevere mai regali da nessuno. Si dice che per poter vincere ci vuole una guida molto preparata, che sappia "allenare", e io sono stato additato come uno poco bravo in panchina. Avrò pure dei limiti ma nel calcio contano i numeri e non sono tantissimi gli allenatori in Sardegna che hanno vinto quello che ho vinto io. Devo compiere ancora 40 anni e, in 11 anni di panchine, qualcosa di buono l'ho fatta. Uno fa l'allenatore scegliendo una strada, io ho le mie idee e lo porto avanti, è ovvio che ci siano allenatori più preparati tatticamente ed esperti di me ma bisogna vedere quali siano poi le idee che pagano».