«I playout sono stressanti, dispiace sia retrocesso il La Palma»
L'Orrolese si conferma in Eccellenza, Toro: «Stagione tribolata ma pensavamo di essere già salvi, il ko con l'Ilva e l'exploit della Ferrini a Castiadas ci hanno rimesso in gioco»
Un cagliaritano che condanna una squadra cagliaritana. C'è tanto di Fabio Toro nella retrocessione del La Palma, con tre-quattro interventi salva-risultato nel playout di domenica il portiere classe 1981 ha mantenuto l'1-1 anche dopo i tempi supplementari portando l'Orrolese a festeggiare la storica permanenza in Eccellenza. «Mi dispiace - dice l'estremo difensore che ha vinto campionati di Eccellenza col Progetto Sant'Elia, di Promozione con la Ferrini e di Primi con la Gemini Pirri - perché la maggior parte dei giocatori e dei dirigenti del La Palma li conosco molto bene. Ma io difendevo i pali della porta dell'Orrolese e gioco per la mia società cercando di portare l'acqua al mio molino, purtroppo il calcio è fatto di gioia e di delusioni. Posso provare a capire cosa abbiano provato, perché una retrocessione dev'essere una mazzata, a me resta un bel ricordo, è stata una bella gara dentro e fuori dal campo».
Le cronache e gli avversari hanno esaltato la tua prova
«La mia prestazione lascia il tempo che trova, il risultato era quello che contava. La salvezza era il nostro obiettivo iniziale ma non pensavamo di arrivare a giocarci la categoria in una sfida playout, non auguro a nessuno di giocare uno spareggio-salvezza, la tensione fisica e mentale è impressionante. È molto più stressante che giocarti il campionato per salire di categoria, per me era la prima volta in una gara di playout, pensare che puoi perdere e retrocedere ti entra dentro a livelli impossibili. Abbiamo fatto due settimane pensando a questa gara, alla fine non vedevi l'ora di giocare per non prolungare il tempo oltre»
Una gara ad inseguire il risultato e poi due tempi supplementari di grande sacrificio con l'uomo in meno, una salvezza strappata coi denti
«Loro sono partiti subito forte e sono andati in vantaggio nei primi minuti, per noi non era facile recuperare la partita. Al primo tempo abbiamo avuto 5 o 6 palle gol nitide, nella ripresa dopo 20' siamo riusciti a pareggiare su calcio di rigore che, per me, si poteva dare. Dopo l'1-1 il La Palma ha provato a dare un nuovo scossone alla gara, nei supplementari se deve essere sincero credevo di non farcela e che svanisse tutto, Cirina si era stirato ed è stato costretto ad uscire, Pilia è stato espulso e qualcuno fisicamente non c'era più ma stava cercando comunque di dare il massimo. Una gara interminabile, al triplice fischio abbiamo potuto sfogare la nostra gioia»
L'1-1 conservate dalle parate di Toro, qual è stata quella più difficile?
«Secondo me quella nei 90', poco prima della fine della partita. Loi ha tagliato bene e si è presentato a tu per tu, era al limite dell'area piccola e ha calciato di punta, sono riuscito a deviare la palla d'istinto sulla traversa. Ne ho fatto altre nei supplementari ma la più difficile e importante resta quella»
Per l'Orrolese una stagione con alti e bassi, siete partiti con una squadra e avete concluso con un'altra
«È stata una stagione abbastanza tribolata, la squadra costruita all'inizio era buona e doveva solo amalgamarsi bene, poi a dicembre la società ha fatto delle scelte lasciando partire dei giocatori importanti per la categoria, non acquistandone altri a parte Cotza del Muravera. Sapevamo di dover soffrire al ritorno, più o meno abbiamo fatto gli stessi punti dell'andata, 17 contro 19 ma evidentemente c'è stato chi ha corso più di noi»
A 5 giornate dalla fine, dopo la vittoria in casa del La Palma, sembrava fatta
«È vero, dopo la vittoria a Cagliari avevamo un vantaggio sulla zona playout di 6 punti. La salvezza diretta ce la siamo giocata la domenica successiva quando abbiamo steccato in casa contro l'Ilva, quella era la gara più importante che non dovevamo sbagliare. Poi c'è da dire che se noi abbiamo fatto qualche risultato negativo altri hanno fatto degli exploit che hanno alzato la media-salvezza, vedi la vittoria della Ferrini a Castiadas o quella del Monastir in casa del Taloro. Per noi, nel finale di stagione, sono state tutte gare vere, perché oltre all'Ilva che si giocava le ultime speranze per non retrocedere direttamente, siamo andati a Gavoi col Taloro che doveva fare ancora dei punti-salvezza, il Tortolì aveva l'obiettivo dell'imbattibilità, a Valledoria era uno scontro diretto e, all'ultima giornata, è arrivato il Ghilarza che rischiava ancora se non faceva un punto. Non potevamo fare calcoli, dovevi entrare in campo e vincere»
Non è stato facile neanche assorbire il colpo delle dimissioni di Carracoi, mancava un terzo di campionato da giocare
«Quando va via un mister non è mai bello, la sua è stata una scelta personale sia per i problemi societari che suoi di salute, è stato bravo perché riusciva a mantenere il gruppo unito nonostante ci sia stato sempre qualche problemino da affrontare. Dopo le sue dimissioni non era semplice, in questo è stato bravo Simone Cirina, il giocatore più rappresentativo della squadra, che di calcio ne ha visto più di tutti noi messi insieme. Era l'unico che poteva darci una mano fino alla fine, gli faccio i complimenti perché sicuramente senza uno così il giocattolo si sarebbe rotto già a dicembre, è stato un punto di riferimento per tutti e anche per i giocatori del posto come Marcialis e Atzeni che sono stati d'aiuto verso la società»
L'Orrolese è stata l'unica matricola a conservare la categoria e ha mantenuto un buon seguito di pubblico
«Tra l'Eccellenza e la Promozione c'è un abisso nel livello dei giocatori e nell'organizzazione. Per la società è stato un campionato formativo e ha capito che deve crescere tantissimo a livello organizzativo sennò fai fatica durante l'anno. Poi Orroli è una paese che vive di calcio, domenica i nostri tifosi sono stati il dodicesimo uomo in campo, meno male che si sono preentati numerosi alla sfida col La Palma, tutta la partita ci hanno incoraggiato e questa salvezza va anche a loro per averci dato una grossissima mano per tutti i 120'. Sarebbe stato bello vederli ogni domenica così numerosi ma si sa che al campo si viene più volentieri per le gare importanti, ogni domenica comunque c'erano non meno di 200 spettatori»
Il lavoro ha tenuto spesso Fabio Toro lontano dall'Eccellenza sarà così anche l'anno prossimo?
«Per chi si allena al pomeriggio per me diventa un problema col lavoro, posso rendermi disponibile solo per la sera. Bisogna vedere che intenzione ha la società, ora neanche ci sto pensando alla prossima stagione, mi sto godendo la salvezza»
Finale playoff Budoni-Calangianus, chi la spunta?
«Il Budoni è una squadra organizzatissima con giocatori importanti, anche il Calanguanus è una bella squadra ma la vedo un gradino sotto ai ragazzi di Cerbone che hanno avuto modo di riposarsi non avendo giocato la semifinale playoff. Per me conterà il livello fisico e poi la tensione che spesso incide sul rendimento di un giocatore ma la maggior parte di quelli che sono al Budoni di gare del genere ne hanno visto parecchie e non sarà un problema per loro»