Il tecnico: «Troppi problemi organizzativi»
Mereu, un no sofferto al Tortolì: «Non potrei incidere come voglio, sono onesto verso chi era pronto ad uno sforzo economico importante»
Bernardo Mereu al Tortolì stava diventando il colpo dell'estate del calcio isolano ma, alla fine, il tecnico originario di Triei non guiderà gli ogliastrini nel prossimo campionato di Eccellenza. Ha detto no dopo un'approfondita riflessione nel fine settimana e non certo per l'aspetto economico, ciò che fa in genere saltare ogni trattativa, ma perché l'ex tecnico di Villacidrese, Progetto Sant'Elia e Nuorese (per citare le ultime squadre allenate da 30 anni a questa parte) è prima di tutto onesto con se stesso e col suo modo di essere un tecnico a tutto tondo.
C'entra il fatto che in questa stagione sarà impegnato a Coverciano all'ammissione al Master per l'abilitazione ad allenare qualsiasi squadra fino alla serie A ma sebbene potesse essere uno scoglio superabile non se l'è sentita di accettare un incarico che non avrebbe potuto svolgere al massimo. «Se è vero che il supercorso mi consente comunque di allenare - osserva Mereu - per fare le cose come ho sempre fatto in carriera ho bisogno di vivere la città in cui alleno 24 ore su 24, stare sul posto per poter dare il meglio di me stesso. Ora, queste possibilità a Tortolì non ci sono». Perché per chi si sarebbe reso disponibile solo al giovedì, assentandosi al martedì e mercoledì - dove è in programma la doppia seduta - diventava cruciale il lavoro che avrebbero svolto i suoi collaboratori e gli orari di allenamento: «Avrei dovuto chiedere troppi sacrifici agli atleti e ai collaboratori che avrei finito per stressarli più che agevolarne una crescita professionale. Io sono abituato a fare 6 allenamenti settimanali, per me non esiste la categoria, per giocare la domenica 90' come si deve occorre allenarsi il martedì, fare il doppio il mercoledì, poi giovedì e venerdì con sabato mattina per la rifinitura. Ci vuole un tipo di organizzazione e una disponibilità che ora non c'è a Tortolì. Ci saremmo riusciti ugualmente ma con una fatica più dannosa che redditizia».
Dire di no è costato tanto a Mereu, solleticato assai dal poter allenare per la prima volta nella sua Ogliastra: «Ci tenevo, sennò non avrei portato avanti la trattativa. Mi dispiace molto dover rinunciare ad una esperienza in Ogliastra, volevo farla proprio a Tortolì, per la bella accoglienza avuta dalla società e la loro grande voglia di fare, per la stima che ho verso questa piazza importante ma evidentemente non sono tempi maturi, perché a me farebbe piacere poter incidere, essere determinante con la mia presenza continua. Invece, così facendo avrei "rubato" lo stipendio e mi sembrava di essere un ladro. Dovunque sono stato ha sempre guadagnato l'ingaggio pattuito dando tutto me stesso per la causa ma quando ti riendi conto che, per miei impegni personali e per un'organizzazione non ancora matura, ho preferito dire di no ad essere onesto verso chi era pronto ad uno sforzo economico importante».
Ciò non vuol dire che un domani Bernardo Mereu non possa diventare l'allenatore del Tortolì: «Se la società avrà piacere, spero un domani di poter ricambiare la loro grande disponibilità e accoglienza, potendo contare al 100% su me stesso come feci a suo tempo al La Palma dove dedicavo tutto il mio tempo o a Nuoro dove ho potuto fare il mio lavoro, con la disponibilità piena dei collaboratori - preparatore atletico e dei portieri - dove avevo tutte le strutture per fare il lavoro in modo perfetto e presentare la squadra alla domenica nelle migliori condizioni fisico-tattiche. A Tortolì queste situazioni non sono risolvibili in tempi brevi, ci si arriva per gradi senza modificare o stravolgere una situazione già esistente. Accettare non sarebbe stato corretto ma avrebbe rappresentato una posizione di comodo mentre io non sentivo di meritare il sacrificio economico che la società era pronta a fare».