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Monastir, lo sfogo di Spini al secondo esonero: «Società schizofrenica e alcuni giocatori soffocano la parte positiva del gruppo. Ho allenato con serietà e professionalità, i numeri dicono questo»
L'ex tecnico: «C'è chi brontolava ma non correva»

Monastir, lo sfogo di Spini al secondo esonero: «Società schizofrenica e alcuni giocatori soffocano la parte positiva del gruppo. Ho allenato con serietà e professionalità, i numeri dicono questo»

Il primo esonero sorprese perché giunse dopo una vittoria contro il Taloro e una sconfitta al 92' col Ghilarza, il secondo invece arriva dopo due pareggi a reti inviolate. Riccardo Spini è stato nuovamente sollevato dall'incarico di tecnico dell'Asd Monastir Kosmoto dopo che a metà dicembre fu sostituito da Pierluigi Scotto per poi esser richiamato un mese dopo con la squadra che, nel frattempo, aveva perso tre gare di fila. Il tecnico cagliaritano non si capacita di questo secondo allontanamento: «Non c'è un filo logico in tutto questo se non che la società è schizofrenica, che vuole i risultati in mano ma non lascia lavorare l'allenatore in modo sereno. In questo senso provo grande solidarietà verso Scotto, un tecnico abituato a lavorare sul campo».

 

Riccardo Spini ha portato il Monastir in EccellenzaA Spini non va giù la motivazione del secondo esonero«Mi è stato detto: "Non hai più la squadra in mano". Sapere che c'era chi non mi sopportava più mi fa uscire di testain quel gruppo ci sono giocatori coi quali ho condiviso cose importanti, entravo negli spogliatoi ed ero a casa mia. A Monastir, sin dall'inizio, si era creata un'empatia forte col gruppo storico e poi con gli altri arrivati in corsa. Gli stessi giocatori mi hanno chiamato per tornare quando c'è stata la separazione con Scotto. Ho ingoiato il rospo e volevo salvare la squadra, ci credevo e non stavo andando a sfangare la stagione; ci stavamo allenando 4 volte alla settimana ma alcuni giocatori prima correvano a mille e adesso brontolano, non si divertono, fanno le partitelle a due all'ora però parlano e si prendono poche responsabilità. Un comportamento che poi diventa contagioso e che soffoca quella parte positiva del gruppo».


Il tecnico tiene molto ai numeri, specie nella seconda esperienza fatta: «Durante la stagione c'è stato un passaggio a vuoto pesante a fine ottobre e novembre con sei sconfitte inframmezzate dalla vittoria a Selargius. Poi è arrivato il mercato di dicembre, sono andati via Farci e Ligas e abbiamo preso Caddeo e Cois, contro il Taloro torniamo alla vittoria ma perdo la panchina dopo il ko con il Ghilarza maturato nel recupero con la squadra in ripresa, con Fanni che stava per rientrare dall'infortunio e Garau quasi pronto per il debutto ma, soprattutto, avendo in classifica sei squadre sotto e 3 punti sopra la zona playout. Mi chiedono di rientrare con la squadra a quel punto penultima e a 4 punti dalla salvezza diretta. In 6 partite abbiamo fatto 9 punti, perso solamente in casa col Latte Dolce, capolista assoluta, sbagliando un rigore, prendendo un palo sull'1-1 e subendo il 2-1 al '93 su punizione. All'inizio abbiamo giocato con 5 dietro per riprendere fiducia, siamo passati dalla terzultima difesa del campionato ad avere ora sei squadre che hanno subito più gol di noi, dopo 15 gare di fila in cui prendevamo gol nelle ultime due siamo riusciti a tenere la porta inviolata. I risultati non saranno stati eccezionali ma i numeri dicono che si stava lavorando con serietà e professionalità. Ma che pretendevano, di volersi salvare già a febbraio? Male che vada ti giochi comunque un playout». Proprio i pareggi a reti inviolate contro La Palma e Selargius hanno probabilmente inciso nella decisione di cambiare ancora tecnico. «Con il La Palma non siamo riusciti a fare la partita, ma non si è avuto la pazienza di sfruttare la superiorità numerica, non aprivamo il gioco e tutti che volevano risolvere la gara da soli mentre gli avversari sbagliavano il gol in contropiede. Lì, forse, la società aveva visto un problema. Col Selargius è stato un mezzo passo falso ma ricordo che arrivava da tre trasferte vinte nelle ultime quattro gare e con un nuovo cambio in panchina. Abbiamo giocato una parte di gara con l'uomo in più, per la seconda volta di fila facendo espellere il centrocampista centrale con una doppia ammonizione, questo è un indice su come avevamo preparato la partita. Col Tergu volevano vincere ma perché non l'hanno fatto con La Palma e Selargius? Ci si è dimenticati di come abbiamo perso la gara col Ghilarza, se qualcuno avesse usato più esperienza addormentando le partite anziché pensare ai cambi fatti in tante altre occasioni avremmo fatto punti».

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
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