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Seconda categoria
Il nostro campionato è da 7, ma possiamo crescere

Mr. Panarello indica la strada ai suoi: "Ci aspettano 11 finali. Non dobbiamo sottovalutare nessun avversario: per una squadra giovane come la nostra è letale."

Tra le sorprese più grandi del girone C troviamo sicuramente l'Halley Assemini, protagonista sino ad ora di un campionato straordinario. La squadra si trova, dopo 19 giornate, al terzo posto in classifica e sta mostrando, in queste prime partite del girone di ritorno, notevoli miglioramenti sia sul piano del gioco che su piano della convinzione e della personalità.
Alla vigilia dell'importantissima sfida casalinga contro il San Biagio Villasor abbiamo avuto il piacere di analizzare, con mr. Panarello, i motivi principali che stanno alla base del buon momento di forma che la formazione sta attraversando.

 

Mr. Panarello, è doveroso iniziare quest'intervista partendo dalla bella vittoria di domenica scorsa ai danni del Villamassargia. Cosa le è piaciuto e cosa invece non l'ha convinta dell'ultima partita disputata?
«Per quanto riguarda la mia squadra, è andato quasi tutto come volevamo, tranne i soliti black out che spesso abbiamo. Penso che questo dipenda dall'età dei ragazzi e soprattutto dal modo in cui giochiamo e dalla grinta con cui affrontiamo le partite: ci può capitare, come domenica scorsa, di tornare in campo sul 2 a 0, subire il gioco degli avversari e prendere un gol su calcio di rigore netto per un fallo di mano di un mio giocatore. Tuttavia, appena subito il gol abbiamo riniziato a giocare con la solita intensità sino al 90', aspetto molto importante per questa categoria: è fondamentale avere le gambe sino al termine della partita.»

 

Domenica siete attesi la sfida contro il San Biagio Villasor, reduce per altro da due ottime vittorie.
Qual è l'errore che i suoi ragazzi non devono commettere?

«Sottovalutare l'avversario: per i ragazzi sono 11 finali, nel girone di ritorno nessuno vuole lasciare punti per strada; tutte le squadre che affronteremo saranno impegnate nella lotta per non retrocedere o per la promozione.
Per noi, che abbiamo giocatori con un'età media del '92, sottovalutare l'avversario significa perdere la partita: a parte il nostro capitano, Fabrizio Puddu, classe 68', che ormai è un'istituzione di questa squadra, ed escluso un ragazzo dell'87, gli altri sono tutti classe '91, '92, '93.
Non possiamo essere presuntuosi: non dobbiamo affrontare l'avversario in base alla sua presunta forza; dobbiamo affrontare ogni impegno allo stesso modo, con squadre quotate così come con squadre meno quotate.»

 

Che gara si aspetta dai suoi giocatori?
«La mia squadra deve sempre e comunque imporre il gioco: se subisce il gioco della squadra avversaria non ha il carattere per poter gestire la situazione. E' una squadra che comunque deve sempre giocare al massimo, in qualunque partita. Io cerco di tenere alta la tensione e la concentrazione di tutti comunicando la formazione solamente all'ultimo, decidendo di partita in partita chi è più in forma per essere schierato in campo.
Dobbiamo quindi giocare come sappiamo: giro palla, cambi di gioco e grande pressione sugli avversari in fase di non possesso.»

 

Cosa teme di più degli avversari?
«La San Biagio è una squadra che sta recuperando dei punti e sta giocando, da quanto ho potuto vedere, un calcio semplice per raggiungere con il minimo sforzo il massimo dei risultati. Contro il Real Porto Pino ha giocato bene: ha sfruttato il calo fisico dell'avversario e ha risolto la partita nella seconda frazione del secondo tempo; facendo vedere buone cose soprattutto in contropiede.
E' una squadra da non sottovalutare: è in seconda categoria e ha tutte le carte in regola per guadagnarsi la salvezza.»

 

Domenica giocate in casa: spesso per l'Halley il fattore campo non è stato un vantaggio per voi; avete offerto prestazioni meno brillanti rispetto magari alle gare disputate in trasferta. Come si spiega questo fatto?
«Ci sono secondo me vari motivi: il primo è sicuramente quello dell'età e quindi dell'esperienza; c'è da valutare poi lo stato del terreno di gioco: il Santa Lucia non ha il manto erboso buono e questo aspetto non agevola una squadra come la nostra che predilige giocare la palla a terra; giocando in casa capita anche che le squadre avversarie, soprattutto quelle di media-bassa classifica si chiudano in difesa e aspettino il momento per la ripartenza: per noi a volte diventa difficile impostare il gioco per tutti i 90', mentre in trasferta la situazione in questo senso si capovolge e noi riusciamo a trovare più spazi.
Nove vittorie in dieci trasferte rappresentano sicuramente un buon bottino, sono le tre vittorie ed un pareggio ottenuti in casa che pesano un pochino di più (ride

 

Con la vittoria di domenica scorsa avete ottenuto il terzo successo consecutivo: dall'inizio del campionato vi è capitato solo un'altra volta di raggiungere questo traguardo. Cosa pensa sia mancato alla sua squadra per raggiungere la continuità nei risultati?
«C'è mancato il contributo di qualche giocatore che ha tardato ad entrare in forma e poi probabilmente è mancata nei ragazzi la consapevolezza di poter raggiungere obbiettivi importanti: la nostra squadra, come ti ho detto, è composta da ragazzi giovani; in questo momento penso che loro credano maggiormente nelle loro capacità.
Ci tengo poi a sottolineare il fatto che l'Halley Assemini è il frutto della fusione di due società e quindi di due gruppi diversi di calciatori, due modi diversi di allenare, due modi differenti di giocare e intendere il calcio: partire da queste premesse e amalgamare un gruppo con queste caratteristiche può non essere facile, soprattutto il primo anno.»

 

Ritiene che la squa squadra possa avere margini di miglioramento nel futuro immediato?
«Ho la fortuna di allenare un gruppo di ragazzi molto validi, che deve continuare a crescere soprattutto per quanto riguarda la mentalità.
Stiamo cercando di trovare un'alternativa a Puddu, visto che non potrà giocare in eterno: Fabrizio è utilissimo, è praticamente il nostro allenatore in campo ed in un gruppo formato prevalentemente da giovani il suo ruolo è ancora più prezioso; trovare qualcuno con il giusto carisma che lo sostuisca potrà farci migliorare ulteriormente.

Per quest'anno non ci siamo prefissati nessun obbiettivo particolare: vogliamo giocare partita dopo partita per migliorare soprattutto nella personalità e nella convinzione.»

 

Che voto darebbe alla sua squadra sino a questo momento?
«Darei un bel 7, una sufficienza piena. A me fa piacere che questi ragazzi dimostrino sempre di avere voglia di combattere: i risultati che stiamo ottenendo sono in un certo senso inaspettati anche per il sottoscritto. Il compito che mi è stato affidato è quello di far crescere un gruppo di ragazzi, e penso che i risultati stiano finalmente arrivando, non tanto per merito mio ma per merito loro.
Il mio unico rammarico è aver perso 5 punti; gli scontri diretti si possono vincere o perdere ma noi abbiamo perso contro il Santadi alla prima di ritorno e pareggiato all'andata contro il Villamassargia, due squadre contro cui avremmo sicuramente potuto e dovuto fare meglio. Tutto il resto del campionato penso sia abbastanza giusto.»

 

Mi è capitato di raccogliere le dichiarazioni di molti allenatori scontenti ed estremamente insoddisfatti per l'operato degli arbitri. Lei come valuta complessivamente gli arbitraggi nel girone C?
«Siamo in seconda categoria, ci sono dei ragazzi che devono sicuramente ancora crescere molto e abbiamo degli arbitri di seconda categoria per cui vale il medesimo discorso fatto per i calciatori.
Gli errori ci sono sia da parte dei nostri ragazzi come da parte della classe arbitrale: io penso che sia il caso di lasciare gli arbitri tranquilli, non mi reputo un mangia arbitri e anzi, avendo in passato avuto esperienze come direttore di gara so che non è semplicissimo gestire certe situazioni in campi per altro molto caldi e difficili.
Se una squadra è forte riesce secondo me a sopperire, nella maggior parte dei casi, anche agli errori da parte dell'arbitro.»

 

Mi può dire uno degli aspetti che Le piace di più dell'allenare in seconda categoria? Cosa vi spinge ad impegnarvi così tanto?
«A me piace allenare a prescindere: non conta tanto la categoria insomma. Mi piace dare il massimo e sono motivatissimo in questo perchè alle mie spalle ho una società davvero solida e ho la possibilità di avere a che fare con un gruppo di ragazzi davvero serio e coeso: questo è già sufficiente per venire ripagato di tutti gli sforzi e i sacrifici.
Ho la fortuna di allenare dei calciatori che durante la settimana danno sempre il massimo e con cui è possibile crescere e fare programmi a lungo termine.»

 

C'è invece una cosa che proprio non Le piace del calcio dilettantistico?
«Non mi piace che dopo una gara si rischia, tante volte, di avere degli scontri fra giocatori: al 90' la partita è terminata e tutto dovrebbe concludersi così. Siamo dilettanti e come dilettanti dobbiamo comportarci, non possiamo scimmiottare la seria A, la serie B o in generale i campionati professionistici per prenderne l'aspetto peggiore.»

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2011/2012
Tags:
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Girone C