Il 3 agosto ecco chi scende in campo
Nell'amichevole di Fordongianus con la selezione della Catalogna il calcio a 5 strizza l'occhio anche all'11
La cultura sportiva sarda si sposa con quella catalana. In un continuo connubio di aderenze tra le etnie che in passato hanno avuto più volte modo di interagire, scontrarsi, scambiare, la FINS “Federazione Isport Nazionale Sardu”, una neonata associazione sportiva nazionale sarda indipendente, ha organizzato per il 3 agosto a Fordongianus, un'amichevole di calcio a 5. Alcuni giocatori catalani, che per l’occasione saranno dei semplici rappresentanti dello sport catalano, saranno ospitati nella provincia di Oristano, dove incontreranno una selezione di atleti sardi. Questo evento avrà un valore semplicemente dimostrativo, strizzando l'occhio al calcio a 11. L'EVENTO VERRA TRASMESSO IN DIRETTA STREAMING SU DIARIOSPORTIVO Faciliterà la programmazione di una serie di iniziative sportive e culturali utili alla creazione di una federazione sarda sullo stile di quella catalana. Una ricerca, un progetto pilota che mira a organizzare e strutturare rapporti sportivi e culturali che la FINS tende a sviluppare con tutte le "nazioni" senza stato esistenti. Nel far questo la FINS ha trovato l'entusiasmo di Davide Marfella, 45enne cagliaritano, tecnico federale dal 2006. Allenatore di 1° livello di calcio a 5, titolo acquisito a Coverciano, Firenze (F.i.g.c. Italia), Marfella dopo svariate esperienze in Sardegna prima da atleta poi da allenatore, l'anno scorso ha guidato come secondo, la squadra Andorrana di calcio a 5.
Questi i convocati delle due selezioni:
SELEZIONE CATALANA: 15 – IVAN REVERTER MERCADER (BENICARLO’), 4 – JORDY MARTY (MARTORELL), 5 – CARLOS FERNANDEZ RAMOS (CASTELLDEFELS), 8 – JORDY CAMPOY PEREZ (CARTAGENA), 9 – JUNIOR ALONSO FRIAS (MANACOR), 10 – TONI GONZALEZ (ANDORRA), 11 – ROGER BONET AGUT (BARCELLONA B)
SELEZIONE SARDA: 19 – MARCO PASCULLI (ZIR NUORO), 1 –ROBERTO FADDA (CAPOTERRA 2000) (Portiere), 3 – ANDREA SIDDI (CAPOTERRA 2000), 4 – ALESSIO ETZI (SULCIS SANTADI), 5 – MARCO DESSI’ (ATHENA ORISTANO), 6 – MAURO DEIANA (LANUSEI), 7 – NICOLA BARRESI (ATHENA ORISTANO), 8 – ALESSANDRO COSTA (CAGLIARI 2000), 9 – MARCO SPANU (BASILEA), 10 – ANDREA BARBAROSSA (CAGLIARI C5), 11 – LUCA CROBU (ATHENA ORISTANO)
Questa la scintilla che ha permesso di porre in essere la manifestazione. Il primo tecnico isolano su una panchina estera, un bagaglio di esperienza che ha permesso a Davide Marfella di maturare una preparazione professionale già marcatamente segnata negli ultimi dieci anni. E così vivere una rete di contatti e conoscenze nell'ambito del fusta iberico, uno dei migliori al mondo, e metterli a disposizione della FINS nella stesura dell'evento del 3 agosto. La “Federazione Isport Nazionale Sardo” ha chiesto al tecnico di permettere che il messaggio arrivasse in Catalogna e di mettersi lui stesso alla guida della nazionale sarda. Per quella sua capacità ed esperienza conoscitiva che ha permesso di equilibrare i valori tecnici delle squadre che scenderanno in campo, per cui garantire un sicuro spettacolo. Il curriculum di Marfella è di sicuro rispetto. Un trascorso importante da portiere nel calcio a 11, la C2 col Quartu Sant'Elena, la serie D con la Tharros le circa 200 presenze in Promozione nelle fila del Pula e dell'Andromeda. Ha giocato nella Primavera del Cagliari Calcio, ed è stato portiere della rappresentativa Sarda Allievi al fianco di giocatori di grande valore come Gianfranco Zola. Poi la virata verso il calcio a 5. "Sono passato dal Calcio 11 a quello a 5 a fine anni novanta - esordisce Marfella - non potevo più giocare ad alto livello a calcio per motivi di lavoro, ho iniziato a giocare a calcio a 5. Poi nel 2000, a causa di una gravissima malattia, ho smesso con il calcio a 5 giocato. Ho lottato e ho iniziato ad allenare. La mia nuova vita."
Di questi tempi pare che il calcio a 11 stia strizzando l'occhio al calcio a 5. Quali sono le differenze tra le discipline?
"Innanzi tutto l'applicazione delle metodologie di allenamento. Ad alti livelli le differenze sono sempre minori. Ho avuto la fortuna di seguire la programmazione del Barcellona calcio, e molte esercitazioni svolte, sono come quelle che abitualmente noi proponiamo nel calcio a 5. Per non parlare poi a livello di settore giovanile, dove i bambini lavorano già in spazi ristretti."
La severa lezione impartita al mondo dal calcio spagnolo nell'ultimo lustro di competizioni internazionali?
"E’ ora che in Italia, il Calcio a 11 veda il calcio a 5 come a se propedeutico. In Spagna ci sono società di serie A, come Barcellona e Levante, che hanno squadre di calcio a 5 di alto livello. Per non parlare del Brasile, dove i bambini abitualmente iniziano a giocare a calcio a 5 per poi trovare la giusta collocazione scegliendo tra calcio a 11 e quello a 5. E' di ieri la notizia che il Calcio Siena ha affidato a un allenatore di calcio a5, Mastropierro, un progetto per applicare le metodologie del 5 all'11"
Qual è l'età migliore per praticare il fustal?
"Ancora in Italia chi passa dal calcio a 11 al calcio a5, lo fa in età avanzata. Per avanzata intendo, lo so fa strano, tra i 15 e i 18 anni. Quindi ci si trova a costruire un giocatore di calcio a 5 spesso alle soglie dei suoi 20 anni. Quando le sue attitudini sono marcatamente da calciatore a 11. In Spagna un ragazzo di 16/18 anni a livello giovanile, sicuramente ha imparato le basi del fustal tra i 5 e i 10 anni".
Il calcio a 5, in Italia nato dall'11, finalmente renderà il favore al fratello più grande. Non più il piccolo schiacciato dal grande, ma una fattibilissima collaborazione tecnica. "Su praxieri torrau" visto che siamo in tema?
Anche perchè il calcio a 5 può e deve essere propedeutico al calcio a 11. Non è un mistero che il Barcellona plurititolato di Guadiola, lavorasse con metodologie tipiche del calcio a 5.In Spagna molte società di calcio a 11 hanno anche la sezione calcio a 5. Su tutte proprio il Barcellona e il Levante. Nel femminile invece, è l'Atletico Madrid che insieme al Navalcarnero gioca ad altissimi livelli. Per non parlare dei settori giovanili, dove i bambini iniziano la loro carriera, praticando anche il calcio a 5. In Brasile addirittura, invece la particolarità è quella che si inizia esclusivamente con il futsal, poi con il passare del tempo si possono praticare entrambe le discipline. I giocatori portano avanti due campionati nella stessa stagione, nello stesso mese, nelle stesse settimane, allenandosi con il futsal e con il calcio, competendo nel futsal e nel calcio, magari tesserati per la stessa società che nella maggior parte dei casi, ha sia una squadra di calcio che una di futsal."
GUARDA IL TIKI TAKA DEL BARCELLONA
Il calcio a 5 non gode di grossa fama anche nei bimbi in questa fascia d'età. Per questo in Italia soffre della mancanza di pubblico?
"E’ chiaro che il calcio a 11, più popolare, la faccia da padrone. In Spagna, il seguito è simile al basket. In prima divisione spesso si vedono palazzeti pieni di 6/8 mila spettatori. In seconda Divisione, dove ho allenato io con l’Andorra, era quasi una costante avere tra le 1000 e le 1500 persone sugli spalti".
Esistono margini di sviluppo del c5 in Sardegna? Quando vedremo anche qui i palazzotti pieni?
"Ampi margini. Dopo l’esperienza in Spagna, posso affermare che nonostante il periodo di crisi economicasi deve aver fiducia nel movimento. Bisogna cercare di lavorare seriamente. Partendo dalla base."
Quali sono i tuoi scenari prossimi futuri?
"Io e il mio fido collaboratore, il preparatore atletico Marco Orrù, abbiamo appena concluso il primo campus estivo di calcio a 5 per bambini. In collaborazione con C10 sport, società brasilina specializzata in eventi futsal, organizzato ad Ussana grazie all’amministrazione Comunale. Ora ho vari contatti per avviare dei progetti legati sempre al settore giovanile. Per quanto riguarda le prime squadre, ho preferito non accettare alcune proposte ricevute da società di serie C, anche perché sto valutando alcune possibilità di continuare a fare il pendolare con la Spagna. Vediamo, l’importante è vivere alla giornata."
Come per l'imminente tappa di Fordongianus? Quali giocatori hai intenzione di invitare. Giovani o non più giovani?
"Dipende da cosa si intende per non più. Non farei una distinzione. Ma parlerei di ottimi giocatori Sardi, i catalani sono tosti, li conosco bene. Il nostro movimento ha sfornato un discreto numero di buoni giocatori ma se devo fare dei nomi (non me ne vogliano gli altri) cito giocatori come Alberto Melis, Massimo Nurchi e Andrea Barbarossa. Loro raccolgono le qualità del giocatore moderno di Futsal. Apprezzo anche i più giovincelli; Marco Spanu, Luca Ruggiu, Giulio Mura e Alessandro Costa del Cagliari 2000"
Eri fuori, ma parrebbe, con l'occhio attento al panorama isolano. Che considerazioni hai riportato in Sardegna?
"Innanzi tutto ringrazio la mia famiglia che mi ha dato la serenità di giocarmi questa possibilità. Adesso bisogna vedere la reale diponibilità di far nascere una collaborazione. Conosco bene i campionati sardi. Son pronto a condividere le mie conoscenze le forti esperienze di campo vissute."
Esiste quella che consideri l'emozione più grande provata sul parquet?
"Facile. L’esordio come primo allenatore, vista l'indisponibilità del tecnico titolare durante un torneo. La mia prima panchina vera con l’Andorra. Giocavamo contro, l’Inter Movistar di Madrid, una delle squadre più forti del mondo. Contro veri e propri mostri sacri del calcio a 5. Il portiere Luis Amado, il pivot brasiliano Betao, Schumacher, Bateria, Ortiz, Pola, Matias, Eka, Rafael. Per la cronaca pareggiammo 0-0."
E' qui che hai avuto la consapevolezza di esser preparato?
"Mai! Sto aspettando ancora di avere questa consapevolezza. Vivo per il calcio a 5 e trovo sempre stimoli per continuare, imparare. Dopo le prove che mi ha regalato la vita, faccio mia una massima di Gandhi: Vivi come se dovessi morire domani, ma impara come se dovessi vivere sempre” Antonello Lai