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"Con il San Paolo voglio vincere e divertirmi"

Piergianni Pala chiarisce i motivi del suo addio: "Il progetto del Cargeghe non mi ha convinto"

La notizia è stata ufficializzata alcuni giorni fa: Giovanni Pala non è più l'allenatore del Cargeghe e nella prossima stagione siederà sulla panchina del San Paolo Sassari, impegnato nel campionato di terza categoria
Quello di Pala è in un certo senso un addio inaspettato, alla luce del buon torneo disputato dalla sua ormai ex squadra, con cui ha guadagnato una salvezza tranquilla e per che lunghi tratti della stagione è riuscita a mettere in mostra un calcio frizzante ed efficace.
L'allenatore sassarese, in questa breve intervista, chiarisce meglio i motivi che stanno dietro al suo addio.

 

"Non sono il tipo che ama situazioni precarie, senza niente di concreto. Non son voluto rimanere alla guida del Cargeghe perchè il progetto non mi è sembrato abbastanza serio come avrei voluto.
Abbiamo perso alcune pedine che io ritenevo fondamentali e questo ha contribuito al mio allontanamento: come sappiamo è ormai praticamente impossibile che un calciatore venga a giocare nella tua società senza compenso; a Cargeghe purtroppo non c'è la possibilità di fare grossi investimenti, come già accaduto negli altri anni.
E' proprio per questo motivo che le buone cose ottenute nelle ultime due stagioni assomigliano più a miracoli, hanno un po' il sapore dell'impresa.
Non mi sentivo insomma di imbarcarmi in un'altra avventura di questo tipo, considerando poi che tutte le altre squadre si stanno rafforzando notevolmente e hanno fatto dei buoni investimenti.
Il Cargeghe non ha la possibilità di fare altrettanto e io non me la sono sentita, sinceramente, di espormi così tanto, di metterci la faccia.
Ci tengo a precisare che ho lasciato la società nel migliore dei modi, senza rancore; non posso assolutamente dire niente di male nei confronti della dirigenza, sia chiaro."

 

Mr. Pala, si aspettava un'epilogo di questo tipo?
"Io ho aspettato che la società potesse pianificare e mettere in pratica la propria strategia, ho aspettato che giungesse un segnale positivo in questo senso, una buona notizia.
Sono convinto che per fare le cose nel migliore dei modi occorra muoversi con buon anticipo, invece sino all'ultima giornata non c'erano novità.
A questo punto quindi, ho preferito sposare un progetto che mi desse più garanzie, anche se questo significa scendere di categoria.
Fare l'allenatore non è il mio lavoro, ma è una delle mie più grandi passioni; non ho problemi quindi a fare scelte di questo tipo.
Il progetto propostomi dalla San Paolo mi entusiasma, loro hanno un settore giovanile di tutto rispetto; curano tutte le categorie, a partire dai primi calci sino ad arrivare alla prima squadra; c'è tanto da lavorare e questo rappresenta sicuramente uno stimolo per me.
Penso sia più interessante, anche per quanto riguarda il mio profilo professionale, poter far crescere qualche ragazzo e farlo magari maturare al meglio.
Non sono sicuramente il tipo che si fossilizza in una società: mi è già capitato di andare via anche da altre società in cui ho lavorato e vinto, senza polemiche e in perfetto accordo.
Ci sono infine dei vantaggi a livello logistico, visto che io abito a Sassari e sono in un certo senso più agevolato a seguire la squadra."

 

Quali sono gli obbiettivi per il prossimo anno?
"L'obbiettivo della San Paolo non è probabilmente quello di vincere il campionato; io sicuramente cercherò di migliorare i risultati raggiunti in questi anni.
Crescere dev'essere una prerogativa mia ma allo stesso tempo della squadra, se non fosse stato così non avrei accettato questo incarico.
Sono qui alla San Paolo per fare bene, non per fare un campionato anonimo; ho visto che c'è un buon gruppo su cui lavorare, porterò con me qualche ragazzo per integrare la rosa e per essere un po' più competivi.
Ci sono, insomma, tutte le basi per divertirci ma secondo me divertirsi perdendo è impossibile, uno si diverte quando vince.
Dal canto mio, cercherò di fare il massimo come ho sempre fatto."

 

 

 

 

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2012/2013