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Pino Murgia, il vero Jolly del Montemurlo capolista del girone E: «Organizzazione e spirito di sacrificio, vivo il campo 24 ore su 24 e si lavora in sinergia»
Il tecnico ogliastrino: «Puntiamo sui giovani»

Pino Murgia, il vero Jolly del Montemurlo capolista del girone E: «Organizzazione e spirito di sacrificio, vivo il campo 24 ore su 24 e si lavora in sinergia»

Un ufficio con 10 computer e stampanti, una sede e un campo di calcio da vivere 24 ore su 24. A Montemurlo il metodo di Pino Murgia, 50 anni di Arbatax, ha già conquistato tutti, è lui il "Jolly" del club toscano in provincia di Prato. L'allenatore ogliastrino guida la prima squadra ed è in vetta al girone E di serie D insieme con il Montecatini ma è anche il coordinatore tecnico dell'intero settore giovanile. Dai primi calci alla prima squadra tutta passa dal tecnico ex Tortolì che negli ultimi anni ha affinato le sue conoscenze all'estero in Indonesia, Macedonia, Malta e Iraq. «Sono impegnato tutto il giorno ma, dopo le ultime esperienze, specie quella fatta in Iraq all'Erbil dove avevo sottomano 290 ragazzi, diventa più semplice per me applicare anche qui il mio metodo, un po' all'inglese. Si lavora in un'unica direzione, non ci sono due società distinte per la prima squadra e per il settore giovanile, seguo tutti i 300 ragazzi del Jolly, nello scorso fine settimana sono rimasto fino a mezzanotte per vedere il torneo dei 2003. Io sono a disposizione di tutti gli allenatori delle giovanili che sono miei assistenti e lavorano in sinergia andando a riportare lo stesso metodo di lavoro tattico nelle rispettive squadre. Sabato è iniziato il campionato Juniores nazionale, ho mandato a giocare tre ragazzi della prima squadra, Silipo del '96 che era squalificato e ha fatto la differenza, Motti ed El Gallaf del '98, abbiamo vinto in trasferta. Se il tecnico Masi mi dice che i ragazzi non danno quello che devono dare li metto fuori in prima squadra, l'atteggiamento dev'essere quello, non dobbiamo trascurare niente».

 

Pino Murgia allena il Jolly Montemurlo capolista del gir EL'impatto è stato ottimo

«Il Jolly Montemurlo arrivava da una stagione in cui aveva speso molto, prendendo giocatori molto esperti ed era arrivata al quinto posto, comunque un ottimo risultato. All'inizio mi dicevano che volevano vincere il campionato, io risposi: "Ma siamo all'altezza senza prima creare le fondamenta? Ripartiamo dalla scuola calcio e facciamo un lavoro in sinergia". Con i raduni fatti a giugno fatti con il diesse Luca Pacitto è stato fatto un grande lavoro, un mese di selezioni prendendo giovani affamati e con voglia di arrivare. Il budget è stato totalmente ridimensionato, la squadra è costata 70mila euro e oggi non fai probabilmente nemmeno una squadra di Promozione. Domenica ci hanno chiesto l'accredito gli scouting di Roma e Samp, i nostri giovani stanno suscitando molto interesse»

Ma non c'è il rischio di perderne qualcuno già a dicembre?

«Abbiamo appena dato un giocatore al Carpi. Noi lavoriamo al contrario dell'anno scorso dove si è speso tanto, con nomi importanti, ma alla fine non hanno ottenuto i risultati sperati. Adesso si fanno crescere e si lanciano i giovani per monetizzare, i nostri ragazzi devono darci risposte importanti in campo, per loro la serie D rappresenta un trampolino di lancio. Con me in prima squadra lavorano 8 giocatori del 2000, aggregati sin dall'inzio preparazione e si lavora in prospettiva. In Toscana c'è un interesse enorme e una visibilità importantissima, con 9 squadre di Lega Pro e 14 in serie D, per non parlare di Empoli e Fiorentina in A e del Pisa in B. Qui si vive di calcio, c'è un livello di cultura calcistica molto alto e tanta qualità, fare bene qui è molto importante anche per me come allenatore»

Siete già la sorpresa del girone, primo posto e difesa imbattuta

«Contando la Coppa Italia, sono 4 gare ufficiali che non abbiamo subito reti, se non è un record poco ci manca. Quello che mi sta piacendo e che subiamo pochi tiri in porta e concediamo poco agli avversari, col 4-3-3 gli attaccanti esterni se non fanno la fase difensiva sanno che dopo 1' li sostituisco. Ci godiamo questo momento, per molti inaspettato ma non per me, sapevo che lavorando così, con doppie sedute per 15 giorni sul metodo globale e sul modello di gioco, saremmo partiti molto bene. Partecipiamo tutti alla fase difensiva, il collettivo è importante, sappiamo come attaccare in 11 e difendere in 11, il fatto di non subire gol è frutto di un'organizzazione collettiva. Chi non rispetta questi principi viene sostituito. Domenica sono arrivato al campo alle 5 del mattino, ho preparato le stampe sugli schemi e la palle inattive, non dobbiamo sbagliare niente»

L'obiettivo?

«La salvezza quanto prima e la valorizzazione dei giovani, che sono tantissimi e li alterno. Giochiamo con sei "quote" che diventano anche sette e otto»

Una squadra ben costruita con il ds Pacitto che si basa sui senior Biagini, Olivieri, Fedi, Gialdini e Pinzauti

«A volte se non gioca Niccolò Biagini, che è un '95, in porta va una quota. Tommaso Gialdini è un regista atipico perché oltre alla qualità abbia una quantità incredibile, è un motirino instancabile e si sdoppia tra vertice basso e interno. Dario Fedi lo vidi per la prima volta nel Portogruaro con Massimo Rastelli allenatore e fece gol con la Triestina, c'era l'occasione di prenderlo e non ce la siamo fatta sfuggire. Matteo Olivieri è il capitano, è il più anziano del gruppo e ci dà l'esperienza, un po' il nostro Zanetti, uno con tutti i requisiti importanti in uno spogliatoio e in campo. Lorenzo Pinzauti è un bomber che presto andrà a giocatore nei professionisti, ha segnato 3 gol in 3 partite e ora ha tutti gli occhi puntati addosso, è fortissimo e anche in allenamento non si risparmia mai»

Col Finale Ligure e Savona in dieci e vincete agli ultimi minuti, grande tenacia e spirito di sacrificio

«A Savona abbiamo segnato due gol nel momento in cui siamo rimasti con l'uomo in meno. Il Finale è venuto da noi e ha messo il pullman davanti all'area di rigore, nel primo tempo tanto possesso da parte nostro, a Lumbombo, un francese di colore classe '98, è mancata la zampata sottoporta. Con l'espulsione di Borgarello è cambiato il loro atteggiamento, in 11 contro 10 si sono aperti, noi abbiamo gol su schema di punizione, ci è stato negato un rigore sacrosanto e fallito il 2-0 con il neo-entrato Motti ex Empoli, ha calciato fuori a tu per tu col portiere. Abbiamo rischiato nel finale, loro hanno colpito una traversa ma i segnali positivi sono che per due gare di fila abbiamo fatto gol nei minuti conclusivi, vuole dire avere consapevolezza dei propri mezzi e della riuscita del nostro metodo globale di lavoro»

Tanti sardi nel girone Manis e Piras Argentina, Caboni, Cabeccia, Sirigu Sanremese, nel Grosseto è arrivato mister Sanna da Demartis

«La Sanremese è una delle favorite alla vittoria finale insieme con il Gavorrano che incontreremo domenica. Con loro abbiamo fatto 0-0 ma ci è andata un po' stretto considerato le tante occasioni nitide create. Proprio domenica si sono incontrate Sanremese e Argentina, è finita 1-1 con gol di Caboni a Manis. Il Grosseto è un club blasonato e il fatto che ci siano giocatori e allenatori sardi non può che farmi piacere»

Domenica sfida al vertice col Gavorrano che vi insegue un punto dietro

«Ho visto la loro gara di domenica vinta 2-1 col Ponsacco, hanno un gruppo consolidato da anni e formato da giocatori di categoria superiore. Sono una grande squadra ma se noi facciamo quello visto nelle tre gare migliorando qualcosina sia in fase difensiva che offensiva possiamo fare risultato. Vedo che nella squadra cresce la consapevolezza e la mentalità, i risultati positivi fanno lavorare al meglio. Si va lì per vincere e niente barricate, noi non dobbiamo vincere il campiomato ma giochiamo per vincere ogni partita sapendo che non sarà sempre possibile, se l'avversario è più bravo e fortunato gli stringiamo la mano ma noi dobbiamo uscire dal campo avendo dato tutto quello che abbiamo da dare»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna