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Serie D
Il tecnico: «Annata storta ma i giovani crescono»

Porto Torres al bivio, Pinna ordina: «Battiamo il Sant'Elia e festeggiamo la salvezza»

Non c'è spazio per i sentimentalismi ma solo l'obbligo di centrare una vittoria per non passare ulteriori guai in un'annata controversa. Il Porto Torres non ha altra scelta che battere il Progetto Sant'Elia e il tecnico Sebastiano Pinna è concentrato su questo risultato: «A noi servono tassativamente tre punti per avere la quasi aritmetica salvezza, la vittoria ci manca da sei gare e dobbiamo riconquistarla nell’ultima nostra gara casalinga della stagione. Certo, mi dispiace che questo significhi affossare una squadra sarda ma purtroppo è andata così la stagione per noi e per loro».

 

Salvezza con i giovani. Proprio questo rallentamento finale sta tenendo ancora aperti i giochi che un mese e mezzo fa parevano già chiusi con 4 vittorie in 5 gare. E, invece, sono arrivati 3 pareggi nelle ultime 6 giornate a complicare questo finale di stagione. «Paghiamo un’annata particolare - dice il tecnico dei rossoblù - tutti gli episodi ci vanno contro, noi poi non siamo cinici mentre gli avversari ci colpiscono alla prima occasione. Così è successo nell’ultima gara a Genzano contro la Cynthia. Nel primo tempo abbiamo concesso solo un calcio d’angolo e da lì è arrivato il gol che ha deciso l'incontro mentre noi abbiamo sbagliato diverse occasioni per pareggiare». Ma Pinna vuole anche rimarcare gli aspetti positivi di questa travagliata stagione: «Siamo arrivati alle porte dalle semifinali di Coppa Italia, facendo un percorso che ci ha portato a vincere 4 volte fuori casa. Manca ancora l'ufficialità ma siamo in testa al “Progetto Giovani”, una classifica che assegna punteggi alle squadre che utilizzano più dei quattro fuoriquota obbligatori dalle norme. Chi la vince viene premiato dalla Lega con 35mila euro, che non è poco per le casse societarie. Se perciò stiamo ottenendo la salvezza utilizzando molti giovani in ogni partita, con uno di questi come Pietro Ladu che è approdato in Nazionale, tanto di cappello alla mia squadra per ciò che ha fatto pur incontrando mille difficoltà e ricordando che siamo stati gli unici a non esserci rinforzati nel mercato di dicembre».

 

Battere il Sant'Elia. La salvezza, comunque, va ottenuta battendo il Progetto Sant'Elia che, nonostante i numeri la condannino alla retrocessione, spera sempre in una classifica ridisegnata dal Giudice Sportivo (penalizzando Civitavecchia e Real Hyria), perciò i cagliaritani scenderanno in campo alla ricerca della vittoria. «Non ero a conoscenza di questa possibilità del Sant’ Elia - ammette Pinna - e non so neanche se ci siano i tempi tecnici sufficienti per far scontare eventuali penalizzazioni entro la fine di questo campionato. A noi tutto ciò non cambia perché ci siamo preparati pensando di affrontare una squadra che non regalerà niente mentre noi dobbiamo ottenere un unico risultato possibile che è la vittoria per non dover poi sperare nelle disgrazie altrui per la salvezza».

 

Il futuro delle sarde. Il paradosso della Sardegna è vedere che la Torres sta per vincere il campionato quando due squadre sono negli ultimi due posti (Sant'Elia e Selargius), un'altra è nei playout (Budoni) e un'altra ancora cerca di evitarli (Porto Torres). Cio induce Seba Pinna ad una riflessione: «La Torres che vincerà meritatamente il campionato non deve illudere il calcio sardo. I presidenti delle società isolane devono sapersi attrezzare per affrontare un campionato che sarà sempre più difficile e competitivo. Basta vedere la differenza tra un anno e l'altro. Noi e il Budoni siamo arrivati quinti, i galluresi hanno disputato i playoff e in questa stagione hanno aggiunto al loro organico un ottimo giocatore come Borrotzu e ora sono a 3 punti dalla salvezza. Il Selargius ha ottenuto la salvezza diretta e ora rischia di chiudere il campionato con una quindicina di punti in meno. L’anno prossimo, con la Lega Pro unica, la serie D sarà un torneo semi-professionistico e la maggior parte dei nostri club non sembra essere così strutturata per competere con avversarie di grande livello, che possono disporre di strutture importanti e di giocatori che non sono a fine carriera pur avendo giocato nei professionisti. Prima, quando raggiungevi la serie C non ci voleva tanto per mantenere la categoria, ora si fa fatica a strappare un contratto e tanti ottimi giocatori scendono in serie D. In Sardegna si deve programmare per il lungo periodo senza cambiare idea a stagione in corso».

In questo articolo
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2012/2013
Tags:
Sardegna
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