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Antonio Prastaro, allenatore, Tonara
«Servono nuove leve, siamo gli stessi dirigenti, pronti a lasciare»

Tonara, quante spine, Verlezza: «Speravamo Prastaro rimanesse, ha fatto grandi cose in due anni. Il nuovo tecnico? Prima una società allargata»

L'aveva fatto capire nel dopogara della Supercoppa persa ai rigori che sarebbe stato difficile rivederlo alla guida del Tonara per il terzo anno di fila, ora Antonio Prastaro ha confermato la sua volontà di lasciare l'incarico dopo due salvezze con 40 punti e la grande vittoria della Coppa Italia. La società è rimasta un po' spiazzata e attraversa un momento di riflessione profonda prima di ripartire. «Antonio ha fatto grandi cose in due anni - dice il presidente Vincenzo Verlezza - speravamo potesse continuare l'ottimo lavoro fatto con lo staff (Paolo Seddone, preparatore dei portieri, Massimo Becconi, preparatore atletico, ndr) e non ci aspettavamo questa sua decisione ma va accettata perché capiamo i problemi di lavoro e famiglia, d'altronde Tonara non è dietro l'angolo. La vittoria della Coppa Italia di Eccellenza rimarrà nella storia, così come aver fatto un turno della fase nazionale. Siamo fieri del gruppo di ragazzi, hanno voglia di giocare e combattere, così i risultati si ottengono».

 

Ma la società rossonera non si trova di fronte solamente alla grana allenatore. Il presidente Verlezza lascia intendere che la compagine dirigenziale potrebbe lasciare il comando del club senza un ingresso di forze fresche: «Siamo un po' preoccupati e sconsolati, chiediamo al paese di darci una mano. Vorremmo altri ingressi in società per far sì che i soliti 5-6 dirigenti che ci sono da dieci anni possano rifiatare. Il Tonara non è dei singoli individui ma è patrimonio della comunità intera, in qualche modo occorre una maggior partecipazione dei tonaresi, l'impegno non solo economico dell'Eccellenza è pesante ma non è nemmeno l'unico. La Juniores e gli Allievi, compreso il settore giovanile, devono crescere, nessuno ci fa caso ma sono le basi per il futuro della prima squadra. Chi c'è adesso in società ha l'esperienza dalla sua ma servono le nuove leve, quei 10-15 giovani con idee e voglia di fare, se ognuno fa il proprio compito c'è meno lavoro per tutti. Ma se non ci sono sviluppi entro il 30 giugno e non entrano nuovi soci, non sappiamo se il gruppo attuale porterà avanti la società, non è una minaccia ma la richiesta di aiuto. Il discorso allenatore dipende da questo, qualcuno lo abbiamo sentito o ci ha chiamato ma, prima di dare una risposta concreta, vogliamo creare un gruppo di soci e dirigenti numeroso e solido, in pochi non possiamo fare tutto».

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2017/2018