«Senza un impianto è impossibile crescere»
Vecchio Borgo Sant'Elia, l'orgoglio di mister Murgia: «In vetta nonostante le difficoltà, ma non giochiamo per vincere il campionato: le favorite sono altre»
Grazie alla terza vittoria consecutiva, ottenuta in trasferta contro il quotatissimo Villasimius, il Borgo Sant'Elia ritorna in vetta alla classifica, agganciando a quota 26 la Ferrini Quartu, e si regala l'ennesima, grande soddisfazione di questa prima metà di stagione, impreziosita da otto successi e due pareggi che consentono ai ragazzi allenati da mister Miro Murgia di confermarsi come una delle realtà più belle e sorprendenti dell'intero girone. I motivi per essere orgogliosi non mancano di certo: i rosso-blu rappresentano al momento l'unica società calcistica all'interno del quartiere, un progetto che va avanti ormai da quattro anni nonostante le tante difficoltà, anche a livello logistico, che il club deve affrontare contando soltanto sulle proprie forze. I sacrifici però, parola del tecnico, vengono puntualmente ripagati dall'entusiasmo con cui i più giovani affrontano gli allenamenti e gli impegni domenicali, supportati a dovere dai più anziani: si tratta di un discorso che va ben al di là del piano meramente sportivo ma sfocia, lo sport dovrebbe essere anche e soprattutto questo, in maniera genuina nel sociale.
«Siamo in salute, i risultati parlano chiaro in questo senso, ci stiamo impegnando tutti al massimo per permettere ai più giovani di crescere al meglio: puntualmente in campo scendono diversi classe '97, dei classe '96 e dei classe '95, ma a questo proposito vorrei sottolineare il grande lavoro fatto dai vari Davide Murgia, Alessio Feboli, Mirko Lugas e Daniele Puddu, che in sostanza sono il punto di riferimento del gruppo, coloro che spingono la carretta insomma. Le vittorie poi aiutano a trovare le motivazioni per andare avanti, anche se non è facile».
Soprattutto perchè il Vecchio Borgo Sant'Elia è costretto a fare i conti con una situazione estremamente difficile a livello logistico: «L'ostacolo più grande è quello di non poter disporre di un campo, dunque siamo costretti ad affittare quello del Progetto Sant'Elia, con tutti i limiti che questo comporta. Avremmo bisogno di un aiuto da parte del comune, per poter rientrare in possesso del nostro vecchio impianto che ormai è indisponibile da due anni: le strutture sono l'elemento fondamentale per proseguire con un progetto iniziato anni fa; per quanto ci riguarda, ci piacerebbe partire con la scuola calcio e con il settore giovanile, ma manca la materia prima. Al momento siamo l'unica squadra di calcio presente nel quartiere, però ci sono ancora tantissimi ragazzi buttati in strada, con tutte le ovvie conseguenze e i rischi che questo comporta. Abbiamo dimostrato, credo, di poter lavorare bene, con serietà e competenza, ora aspettiamo un segnale dalle istituzioni». Il rischio di vedere sparire nel nulla l'ennesima società sportiva è alto: «La squadra va avanti grazie soprattutto ai sacrifici da parte mia e di mio fratello Davide, per il resto, puntiamo sulla grande disponibilità dei nostri tesserati: da noi tutti giocano gratis, per l'amore nei confronti di questa maglia».
Nonostante tutto, il Vecchio Borgo Sant'Elia ha dimostrato, con i fatti, a suon di ottime prestazioni, di non essere secondo a nessuno: le vittorie contro Villasimius e Ferrini Quartu, oltre al pareggio rimediato con la San Marco, sono un dato inequivocabile in questo senso, ma il tecnico smorza i facili entusiasmi: «Non giochiamo per vincere il torneo, soprattutto perchè non saremmo in grado di sostenere un campionato di Promozione. Per la corsa al titolo comunque ci sono squadre più attrezzate di noi, anche e soprattutto a livello economico: basta guardare le strategie del Sinnai, della San Marco e della Ferrini, che stanno investendo per centrare il salto di categoria». Il club cagliaritano invece sul mercato ha dovuto gioco forza mantenere un profilo bassissimo: «Abbiamo integrato due fuori quota, più un calciatore che arriva dal Siddi. Ma non significa che scendiamo in campo per perdere, anzi, nell'ultima uscita a Villasimius sono stati gli stessi avversari a riconoscere la nostra superiorità, e questo non può che farci estremamente piacere».
Sono tanti i miglioramenti fatti registrare dalla squadra in quest'ultimo periodo: un bel salto di qualità rispetto al recente passato. «Siamo cresciuti molto sul piano caratteriale: tutti danno il 100%, il temperamento è una delle nostre armi migliori, soprattutto quando affrontiamo le squadre più quotate. Forse, a voler essere sinceri, ci capita ancora troppo spesso di sbagliare l'approccio con le squadre di bassa classifica, dovremmo essere più cattivi. Vorrei comunque sottolineare la grande cultura al lavoro di questi ragazzi: accettano anche carichi di lavoro pesante, e si mettono a disposizione per raggiungere l'obbiettivo».
La prossima sfida contro il fanalino di coda Iglesias in questo senso è un impegno delicatissimo, da non sottovalutare. «Li ho visti giocare, sono una bella squadra, sarà una sfida molto difficile. Noi ci teniamo a concludere nel migliore dei modi questo finale di stagione prima della sosta, anche se sarà dura fare a meno di Davide Murgia, alle prese con un problema al ginocchio. Senza di lui pecchiamo di esperienza, è un pilastro sia in campo che fuori».
La corsa al vertice entra nel vivo, con quattro squadre nell'arco di sei punti: «Le favorite, senza dubbio, sono Sinnai, Ferrini e San Marco. Noi cercheremo di rendere la vita difficile a chiunque, vendendo ogni domenica la pelle a caro prezzo. Non ci mettiamo limiti, sino a quando ci saranno delle speranze, continueremo a coltivare il nostro sogno, ma dobbiamo essere realisti: la rosa sta maturando in fretta, puntiamo a raccogliere i frutti negli anni; per noi è già eccezionale il fatto che il gruppo sia composto dai ragazzi del quartiere, l'impresa è stata coinvolgere nuovamente tutti quelli che avevano smesso di giocare o avevano bisogno di nuovi stimoli».