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Massimiliano Paba, allenatore, Atletico Uri
«Anche da ultimi ci abbiamo creduto, orgoglioso del gruppo»

Atletico Uri, un'altra impresa, Paba: «Salvezza sofferta e con tanto pathos ma la gioia provata è indescrivibile»

La seconda volta è ancora più bella perché tremendamente difficile. L'Atletico Uri sarà ai nastri di partenza in serie D per il terzo anno di fila e lo farà con il suo condottiero, Massimiliano Paba, che ha ottenuto la seconda salvezza di fila dopo la storica promozione del giugno 2021. Un anno fa come domenica scorsa sono stati i playout a sancire la permanenza in serie D, al termine di 120' e con un pareggio che ha premiato i giallorossi per la miglior posizione in classifica. Se nello 0-0 contro l'Insieme Formia si chiudeva positivamente una stagione da matricola inevitabilmente difficile, il 2-2 contro l'Ilva ha chiuso il cerchio ad un campionato che, per valori tecnici e investimenti economici, si avvicinava più ad una vecchia C2 e che ha visto i giallorossi camminare sull'orlo del baratro coi 13 punti al giro di boa salvo poi piazzare la rimonta coi 26 nel girone di ritorno con le perle incastonate del 3-0 a Pagani in casa della capolista o l'1-0 alla Casertana lanciatissima verso la vetta con le sette vittorie di fila giocando un'intera ripresa con l'uomo in meno. «Abbiamo vissuto la coda della stagione come un'ingiustizia - rivela il tecnico Paba - non meritavamo quella classifica perché all'appello mancano almeno 8-10 punti. Siamo comunque riusciti a farne 39, che sono molti e in altri gironi sarebbero stati più che sufficienti per la salvezza diretta mentre nel nostro, difficilissimo e di alto livello, non sono bastati».

 

La salvezza è comunque arrivata sebbene al termine di un derby tiratissimo

«Con più sofferenza e maggior pathos ma con appresso una gioia indescrivibile. Mi dispiace molto che a retrocedere sia stata l'Ilva, una bella società e una squadra con giocatori importanti capaci di fare un gran campionato e meritevoli, come noi, della salvezza. Per quanto mi riguarda, invece, posso tranquillamente dire che è il traguardo sportivo più importante che abbia raggiunto, vale molto di più dei campionati vinti in Eccellenza. Se Uri farà il terzo anno di fila in serie D è tutto merito dell'ambiente, inteso come giocatori, staff tecnico, dirigenza e tifosi, sempre pronti a remare nella stessa direzione»

Tornando con la mente al periodo natalizio si fa fatica a trovare qualcuno pronto a scommettere sulla salvezza dell'Atletico Uri 

«Abbiamo chiuso il girone d'andata all'ultimo posto con soli 13 punti e l'etichetta di squadra retrocessa. Abbiamo rimesso in piedi la stagione perché avevamo una grande compattezza; io ho sempre cercato di trasmettere positività ad un gruppo che non ha mai mollato di un centimetro, con i dirigenti e tutto l'ambiente che ci sono stati sempre molto vicini. Sono orgoglioso del gruppo che ho guidato, i ragazzi hanno compiuto una grande impresa al cospetto di avversari che impiegano risorse economiche anche otto volte superiori alle nostre»

Quali sono stati i passaggi chiave della stagione?

«Intanto, quando in serie D fai 13 punti al girone d'andata non puoi pensare diversamente dal sentirti retrocesso. Ma noi abbiamo accettato la sfida, nella pausa ci siamo detti: "Ci danno già in Eccellenza? Benissimo, non abbiamo più niente da perdere, dalla nostra abbiamo ancora la matematica e 17 gare, facciamo un passo per volta e provimoci". Abbiamo cambiato qualcosa a livello tattico e siamo ripartiti, giocandoci il tutto per tutto e ogni gara a viso aperto e con quella voglia di rivalsa. C'è stata subito la vittoria a La Maddalena, poi quella con Aprilia e Cos, in mezzo al pari di Nola, per arrivare al 3-0 in casa della Paganese prima della classe. Un prestazione maiuscola che ci ha dato la consapevolezza totale che potevamo farcela, poi siamo andati avanti con normali alti e bassi, a volta in posizione di salvezza diretta e a volte in quella da playout in trasferta ben consci che dovevamo cercarci la sfida-salvezza da disputare in casa. All'ultima giornata, contro il Portici che arrivava dalle vittorie contro Casertana, Vis Artena e Angri, è arrivato l'1-0 che ci ha permesso di fare il playout al Ninetto Martinez»

Il futuro è ancora coi colori giallorossi

«Io sento l'affetto del paese, dell'ambiente, dei tifosi, tra cui quelli della Brigata Spinosa che giocano un ruolo molto importante per noi, ed è del tutto ricambiato. Ora abbiamo staccato un po' la spina, ci stiamo riposando un attimo per poi programmare la squadra del prossimo anno. Cercheremo di essere il più competitivi possibile, facendo il mercato in base alle nostre risorse, proveremo a migliorarci ancora in termini di punti per arrivare all'obiettivo magari senza passare per la sofferenza della coda dei playout»

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2022/2023