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Walter Zenga, allenatore, Cagliari
Il tecnico fa l'esordio a Verona: «Complimenti a loro ma abbiamo stesse incognite»

Cagliari, si riparte e la vittoria manca da sei mesi, Zenga: «Va recuperata quella sana spavalderia per tornare la squadra ammirata all'inizio»

Da una parte c'è il Verona che stava vivendo la propria favola al momento dello stop del campionato, nonostante la sconfitta che aveva fermato i nove risultati utili consecutivi, e dall'altra c'è il Cagliari che la favola l'aveva vissuta intensamente all'avvio di stagione dimenticandola, quasi come l'ultima vittoria alla 14ª giornata, contro la Sampdoria (4-3). Era il 2 dicembre 2019 e la discesa dei rossoblù ha portato all'avvicendamento in panchina tra Maran e Walter Zenga, che domani potrà fare l'esordio assoluto in quello che lui stesso ha ribattezzato, durante il lockdown, un mini-campionato che necessita dell'utilizzo di tutta la rosa. Al Bentegodi (ore 21.45, ulle frequenze di DAZN) non ci saranno gli infortunati recenti Nainggolan e Oliva a cui si aggiungono i lungodegenti Pavoletti e Faragò, più lo squalificato Joao Pedro, capocannoniere rossoblù con 16 gol.

 

Torna il campionato di serie A e il mister Walter Zenga parla in conferenza stampa portandosi appresso i dubbi sulla condizione fisica dei giocatori all'esordio dopo la lunga sosta forzata: «È qualcosa che tutti gli allenatori si chiedono. Non è stato un periodo normale: i ragazzi sono rimasti due mesi chiusi in casa, poi si sono allenati singolarmente, poi a gruppetti. Non c'è stata la possibilità di affrontare un test amichevole. Da quando è stato reso noto il calendario, i giocatori hanno intravisto un obiettivo e hanno continuato a dare il cento per cento in ogni allenamento. Personalmente voglio dare tutto per questa Società e questa città, senza tralasciare nulla. Concentriamoci a fare bene oggi per cercare domani di fare ancora meglio».

 

Sei mesi senza vittorie. «Se una Società cambia guida tecnica, l'allenatore dovrà portare nuove idee e avere il coraggio di imporle. A me importa che la squadra vada a giocarsi ogni partita contro tutti, senza risparmiarsi. Dobbiamo far bene da subito, non vinciamo dal mese di dicembre; occorre recuperare quella sana spavalderia, la serenità che ci ha caratterizzato nei primi mesi dell'anno e tornare la squadra ammirata all'inizio».

 

L'incognita avversari. «Bisogna fare i complimenti all'Hellas per il campionato che sta disputando, in pochi l'avrebbero previsto. Penso che Juric sia alle prese con le mie stesse incognite. L'Hellas che ha affrontato la Juventus era una squadra feroce, determinata, aggressiva per tutti i 90', ma in questo momento credo che nessuno possa esprimere questo atteggiamento per tutta la partita. Sarà necessario quindi gestire i cambi e fare fiducia ai giocatori più in forma e non acciaccati».

 

Già vissuto a porte chiuse. «Le mie esperienze mi hanno portato in Inghilterra, dove si giocava due volte la settimana e la partita serviva da allenamento; negli Emirati Arabi, dove raramente lo stadio era esaurito. In Serbia e Romania, dove abbiamo giocato anche a porte chiuse Per me non è una novità assoluta».

 

In 40 giorni ben 13 partite. «È stata una lunga attesa, il Cagliari ha giocato l'ultima partita a marzo. È un nuovo inizio, un nuovo campionato, anche se si riparte dalla classifica maturata prima dello stop. Dovremo essere bravi a gestire 13 partite in 40 giorni, fare ruotare gli effettivi a disposizione. Non ci saranno distinzioni tra titolari e riserve, sarà importante gestire il recupero dei giocatori, che dovranno mostrare altissima capacità di concentrazione».

 

Correre in modo intelligente. «La mia impressione è che in questo nuovo campionato saranno favorite le squadre abituare a giocare palla a terra, con qualità. Non è semplice gestire tante partite in un così breve lasso di tempo a livello fisico, mentre per me conteranno i giocatori che sanno correre bene, in maniera intelligente, in modo da fondere qualità ed equilibrio».

 

La benzina verde. «Mi è sembrato normale coinvolgere tanti ragazzi della Primavera, sia perché la Primavera non gioca sia per integrare la rosa della prima squadra. Hanno tanta voglia di mettersi in mostra, sono sicuro che ci daranno una mano».

In questo articolo
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2019/2020