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Fabio Cocco, aspetta la chiamata giusta: «Tortolì è dura per il lavoro, lo stress mi portò all'addio a Nuoro e con Mereu sono cresciuto tanto»
«Sono allenato e presto dimostrerò il mio valore»

Fabio Cocco, aspetta la chiamata giusta: «Tortolì è dura per il lavoro, lo stress mi portò all'addio a Nuoro e con Mereu sono cresciuto tanto»

Due promozioni di fila - dalla Promozione alla serie D - con la Nuorese e, la scorsa stagione, 10 reti in Eccellenza nel Tortolì. Questo è il biglietto da visita di Fabio Cocco, centrocampista-fantasista classe 1988 ancora incredibilmente sul mercato nonostante le enormi capacità tecniche, pari a quelle umane, che lo porterebbero ad essere titolare in ogni squadra del massimo torneo regionale. Una situazione inedita per il 27enne di Nuoro cresciuto nella Puri e Forti per poi esordire in Eccellenza col Taloro nel 2006, giocare successivamente nel San Teodoro e poi fare spola tra Tortolì e Nuorese vincendo coi verdazzurri i due campionati di Promozione del 2009/10 (con Prastaro) e del 2012/13 (con Coccone) col record personale di marcature (14) e poi quello in Eccellenza del 2013/14 con Mereu in panchina. Mai gli era capitato, finora, di essere ancora sul mercato ad una settimana dal via dei campionati dilettantistici. «Ma sono tranquillo - fa sapere Cocco - e non ho fretta di fare le mie scelte perché non voglio sbagliare. Ho la fortuna di avere la mia fidanzata che di professione fa la personal trainer e abbiamo studiato insieme un percorso atletico che rispecchia più o meno quelli che sono i test di una preparazione». E non fa fatica ad ammettere che «lo stare con i compagni e vivere la settimana aspettando la domenica mi manca da morire ma sono fiducioso e consapevole che quando troverò la sistemazione giusta sarò in grado di dimostrare quello che valgo».

 

Fabio Cocco, la scorsa stagione, ha segnato 10 gol nel Tortolì Fabio una grande stagione e ancora sul mercato, che sta succedendo col Tortolì visto che la conferma sembrava scontata?

«Purtroppo i chilometri che dividono Nuoro da Tortolì non sono tra i più scorrevoli soprattutto nel periodo invernale dove in strada si trova di tutto. Per me è uno sforzo notevole visto che ho un attività a cui devo togliere del tempo e non so se riuscirei a portare avanti un progetto come quello del Tortolì che è comunque ambizioso e che ha visto l'ingresso di nuovi dirigenti e ottime persone»

Seconda punta, trequartista, esterno e pure regista, in quale ruolo rendi di più?

«In questi anni ho ricoperto praticamente tutti i ruoli dalla metà campo in su, però il ruolo che prediligo è quello di esterno sinistro accentrandomi tra le linee, cioè ciò che ho fatto a Nuoro con mister Mereu che per me è stato il miglior anno in assoluto a livello di rendimento»

Si diceva che il Tortolì, per i giovani bravi e i senior di valore, era una delle squadre di Eccellenza che avrebbe potuto fare pochi interventi sul mercato per lottare al vertice, invece diverse defezioni e pochi acquisti dovuti a cosa?

«Non so da cosa dipenda questa situazione, sicuramente la base dell'anno scorso era ottima, però alla fine di un anno si fanno tante valutazioni e si cerca di capire come si possa migliorare. In questo senso la società ha fatto delle scelte e sta continuando a farle visto che comunque nel mercato ci sono ancora tanti giocatori bravi che non hanno trovato una sistemazione»

Vedendo il mercato fatto in Eccellenza e la prima gara ufficiale in Coppa Italia, chi pensi siano le favorite per la vittoria in campionato?

«Sicuramente Latte Dolce, Tergu e San Teodoro hanno costruito ottime squadre che faranno un campionato di vertice, anche se vedo molto bene Ghilarza e Taloro che si sono rinforzate parecchio rispetto all'anno scorso. Credo che sarà un campionato molto livellato perché non vedo al momento una squadra ammazza-campionato»

La serie D con 8 squadre sarde sarà seguitissima. Che rendimento avrà la Nuorese partita con l'handicap del Frogheri chiuso?

«Sarà un campionato bello e appassionante, dispiace per la situazione della Torres ma ci saranno dei derby molto interessanti e che racchiudono la storia del calcio sardo. A Nuoro purtroppo viviamo in un clima particolare dove le società sportive sono penalizzate da delle regole che da altre parti non vengono rispettate. Alla fine chi ne paga le conseguenze sono i presidenti, come è successo in questo caso alla Nuorese, e il pubblico, che non può andare a seguire la squadra della sua città. Io so quanto sia importante per la Nuorese avere il supporto del proprio pubblico e spero per il bene della società che tutto venga risolto il prima possibile per poter regalare altre gioie ai tifosi verdazzurri»

Due grandi promozioni nella Nuorese e forse il rammarico di non aver potuto dimostrare che in serie D potevi dire la tua

«La scelta di andare via un anno fa dalla mia squadra del cuore è stata presa in un periodo particolare della mia vita. Probabilmente potevo gestire meglio lo stress di quei mesi e cercare di superarlo perché giocare per la tua città non ha prezzo. Io vivevo la città e la Nuorese 24 ore su 24, ho vinto due campionati di fila avendo la fortuna di giocare con giocatori importanti e di trovare un allenatore come Bernardo Mereu che per me è stato fondamentale nella crescita come calciatore. Andare via è stato doloroso ma purtroppo il calcio è questo e sono ripartito da una piazza come Tortolì che mi ha sempre fatto sentire a casa mia»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna