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Ferreli, capitan coraggio: «Il Tortolì non vuole perdere l'Eccellenza»
«A S.Teodoro battuti dalla terna, Corsi esemplare»

Ferreli, capitan coraggio: «Il Tortolì non vuole perdere l'Eccellenza»

Il San Teodoro resta in paradiso, il Tortolì va in purgatorio. Il dayafter della sconfitta subita in Gallura, ha un sapore tremendamente amaro per il Tortolì e per tutto l’ambiente calcistico ogliastrino. Il 2-1 con cui la squadra di Giovanni Pittalis ha superato i rossoblù di Pino Murgia, costringe gli ogliastrini a disputare il triangolare con le vincenti dei playoff di Promozione (Dorgalese, che ha superato ai rigori il Quartu 2000 e vincente della sfida tra Porto Corallo e Usinese) per continuare a sperare nella salvezza. Il risultato del campo ha penalizzato oltremodo la squadra tortoliese, uscita immeritatamente sconfitta dal “Comunale”, nonostante un evidente predominio soprattutto nei secondi 45’. Gridano vendetta le nitide occasioni capitate a più riprese ai vari Manrico Porceddu, Marco Ladu e Alessio Schirru, fallite per un non nulla davanti ad un Antonio Fortuna (di nome e di fatto) in giornata di grazia. Il Tortolì, inoltre, recrimina per un gol non visto da arbitro e assistente su una conclusione mancina di Porceddu a metà ripresa. Inutili le proteste di Ladu & Co. all’indirizzo degli ufficiali di gara, che in realtà sono apparsi piuttosto titubanti nel giudicare la convulsa azione. Una giornata nerissima per i colori rossoblù, enfatizzata oltretutto da un’indecisione del gigantesco portiere Daniele Corsi in occasione del secondo gol di Marco Maniero. Episodio che comunque non può e non deve intaccare la professionalità del portiere romano, che durante la stagione ha salvato la porta rossoblù in diverse circostanze, ultima delle quali mercoledì scorso nello spareggio di Castiadas col Samassi. Corsi, portiere di grandissima esperienza (nel suo passato anche il Cagliari alla fine degli anni Novanta, da vice Scarpi) è stato oggetto di critiche da parte di qualche sostenitore del Tortolì, che dalla tribuna ha sollecitato il portiere ad una maggiore determinazione. Critiche apparse eccessive e fuori luogo nei confronti di un giocatore che ha sempre tenuto un comportamento esemplare all’interno dello spogliatoio. Davanti al pubblico delle grandi occasioni, correttissimo da entrambe le parti fino al momento degli incresciosi cori razzisti di alcuni supporters viola ai danni dei giocatori senegalesi del Tortolì, Djouf e Faye, la banda tortoliese ha corso e lottato per 90’, guidata da un eroico capitano come Christian Ferreli, tortoliese doc e innamorato pazzo della maglia rossoblù. Il difensore, 20 anni compiuti lo scorso 21 gennaio, nonostante la giovane età, può già essere considerato un veterano dell’Eccellenza, essendo questa la sua quarta stagione da titolare. Il Tortolì rischia di abbandonare il massimo campionato regionale dopo otto lunghissimi anni (l’Eccellenza fu conquistata nel 2002/03 con Antonio Ravot in panchina e Roberto Ibba presidente), ma Ferreli, da autentico condottiero, prova a scuotere l’ambiente dopo la bruciante sconfitta e ad infondere fiducia per l’imminente triangolare, ultima ancora di salvezza per l’U.S. Tortolì.

 

Christian, quali sono le sensazioni dopo la cocente débâcle?

«L’amarezza è davvero tanta, ancor di più se penso all’andamento della partita. Siamo passati in vantaggio dopo pochi minuti (esterno destro di Zazzo Melis dal limite dell’area, ndr), ma poi siamo stati prima raggiunti e poi superati nel giro di 15’ (doppietta di Marco Maniero, ndr). Abbiamo comunque giocato una grande gara e non meritavamo assolutamente di perdere. Come non meritavamo di trovarci in questa situazione, considerato l’organico a disposizione. Oggi avremmo potuto e dovuto parlare di una stagione in archivio già da un pezzo ed invece siamo ancora in lotta per non perdere la categoria»

Che spiegazione ti sei dato per la sconfitta?

«Ce l’abbiamo messa tutta, purtroppo però la fortuna non è stata dalla nostra parte. Abbiamo avuto diverse occasioni per pareggiare la partita, ma vuoi per una clamorosa svista arbitrale, vuoi per imprecisione sulle conclusioni, non siamo riusciti a raddrizzare la partita»

Quanto pensi abbia inciso l’arbitraggio nell’economia della partita?

«Più che l’arbitro come singolo, credo che in generale abbia inciso negativamente per noi la prestazione della terna. L’episodio più eclatante è stato il gol non assegnato sulla conclusione di Manrico Porceddu, che sarebbe valso il 2-2 ed a quel punto sarebbero cambiate le sorti della gara. Con un pizzico di personalità in più dell’assistente numero due (Giuseppe Merella della sezione di Sassari, ndr), a quest’ora staremmo parlando di un altro risultato»

Dopo l’ingresso di Marco Ladu, si è vista un’altra partita. Non pensi che il roccioso attaccante potesse rendersi utile già ad inizio ripresa, visto che dovevate recuperare lo svantaggio?

«Non lo so, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Certo, Marco ha alzato notevolmente il baricentro del gioco, creando più spazi per gli altri attaccanti. Forse, però, inserendolo da prima ci saremmo sbilanciati eccessivamente e avremmo rischiato di subire il terzo gol. Ma è chiaro che fare questi discorsi a risultato acquisito non è facile»

Al fischio finale si sono visti tanti dei tuoi compagni più giovani accasciarsi in preda alla disperazione. Da grande capitano, sei stato tra i primi a sostenerli

«Ieri ho visto tutti molto giù, dai più giovani a quelli più esperti. Poi certo, è chiaro che i giovani alla prima esperienza nel campionato di Eccellenza abbiano accusato maggiormente il colpo. In questa stagione, che per tanti ha rappresentato il debutto, si sono subito trovati in una situazione particolarmente difficile. Ora sarà compito di noi più esperti, aiutarli a sollevare immediatamente la china e metterci tutti insieme a lavoro per affrontare al meglioil triangolare che ci attende»

A proposito di giocatori esperti, sono state mosse diverse critiche nei confronti di Corsi, reo secondo qualcuno di aver subito due gol in modo troppo arrendevole. Qual è la tua posizione?

«A Daniele è stato criticato per aver commesso qualche leggerezza in occasione delle reti del San Teodoro, in particolare la seconda. Ma tutto ciò può accadere e ci mancherebbe non fosse il contrario. Corsi, lo dico e lo affermo ad alta voce, non si discute minimamente. Questa era la partita che sentiva di più (oltre che un ex, Corsi vive proprio a San Teodoro, ndr) e probabilmente è stato tradito anche dal fattore emotivo. Non ho alcun dubbio sul fatto che Corsi sia il miglior portiere dell’Eccellenza»

Subito dopo aver subito il secondo gol, verso Corsi sono piovute alcune contestazioni dal pubblico di fede rossoblù a cui lui ha replicato in maniera stizzita. Dal campo vi siete accorti dell’insolito siparietto?

«Sì, io sentivo Daniele che urlava qualcosa contro la tribuna, anche se sinceramente non capivo contro chi ce l’avesse. Ad ogni modo, ho provato subito a calmarlo affinché ritrovasse immediatamente la concentrazione. Certo, quando poi sono venuto a sapere che le contestazioni piovevano dalla tribuna occupata dai nostri spettatori, mi è dispiaciuto tantissimo, soprattutto perché Daniele quest’anno per la causa tortoliese ha dato veramente tutto se stesso»

Pare che a contestarlo siano stati anche alcuni dirigenti

«Ritengo sia doveroso fare una precisazione. Dal mio punto di vista, i dirigenti di una società sono coloro che finanziano il progetto. Quest’anno non c’è stato nessuno al fianco del nostro presidente, motivo per cui si è spesso trovato in grandi difficoltà. A tal proposito, colgo l’occasione per ringraziare immensamente chi ci ha accompagnato per tutte le trasferte, ovvero i genitori dei giocatori più giovani che puntualmente rinunciavano al loro unico giorno libero pur di non far saltare le partite»

Come ti spieghi la poca affluenza dei tifosi al “Fra Locci” durante questo campionato?

«Purtroppo il pubblico non ci è stato vicino quest’anno. Posso solo dire che quel poco pubblico che ci seguiva nelle partite casalinghe, era formato per il 70 per centro da persone che gufavano e per il restante 30 da veri tifosi che volevano esclusivamente il bene della squadra. Nelle ultime partite si sono mobilitati tantissimi ragazzi di Tortolì che studiano a Cagliari, per dare il loro supporto alla squadra che rappresenta la città in un momento così difficile della stagione. È chiaro, però, che per motivi economici non potevano sostenere ogni 15 giorni una trasferta da Cagliari a Tortolì. Colgo l’occasione per ringraziare anche loro per esserci stati vicini sia a Castiadas che a San Teodoro e averci incitato nel corso di queste due partite»

Ora dovrete affrontare il triangolare con Dorgalese e una tra Porto Corallo e Usinese. Cosa sai della squadra baroniese?

«Sinceramente so ben poco perché non ho seguito il girone B di Promozione. Certo è, però, che se ha battuto una delle migliori squadre del girone A qual è il Quartu 2000, è senza dubbio una formazione temibile e formata da buoni giocatori»

Secondo te, quale sarà l’aspetto fondamentale in questo delicatissimo momento della stagione?

«Ora sarà soprattutto una questione mentale e di motivazioni. Noi ne abbiamo un milione per vincere il triangolare e sperare di giocare anche il prossimo anno in Eccellenza»

Un’ultima domanda, come giudichi gli insulti razzisti contro i tuoi compagni Djouf e Faye, da parte di alcuni pseudo tifosi del San Teodoro?

«Sembra che ormai tutto il mondo sia paese. Purtroppo, l’ignoranza della gente porta anche a fatti spregevoli come questi»

 

Roberto Secci

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Sardegna
Intervista