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Andrea Loi, allenatore, Gemini Pirri
«I giocatori meritano un 10 e lode, erano gli scarti e ora sono richiestissimi»

Gemini Pirri, si chiude il ciclo di Andrea Loi: «Tre anni importanti, per un punto è mancata la Promozione ma il Villasor è stato un grande avversario»

Tre anni al vertice, prima in Seconda e poi in Prima, il salto in Promozione sfiorato per un solo punto e ora l'addio. Andrea Loi saluta la Gemini Pirri consapevole di aver ricevuto dal club della presidente Daniela Giglio la possibilità di fare l'allenatore ma di aver restituito tanto riportando il club rossoblù a buonissimi livelli dopo la discesa nell'ultima categoria del calcio isolano. «Ho deciso di non rimanere - dice il 44enne tecnico cagliaritano - perché il ciclo di tre anni si è concluso nel migliore dei modi. Nella prima stagione in Seconda siamo stati ripescati in Prima categoria dopo essere arrivati secondi, l'anno scorso abbiamo concluso al terzo posto e quest'anno al secondo, ad una lunghezza dal Villasor raggiungendo 70 punti, una quota che in altri gironi ci avrebbe permesso di vincere». E neanche la vittoria del girone A avrebbe fatto cambiare idea all'ex bandiera del Progetto Sant'Elia: «Credo di no, sono contento che sia stato riportato in alto il nome della Gemini Pirri. Tre anni fa, insieme con Mario Orrù (nella foto con mister Loi), abbiamo costruito un gruppo di ragazzi che erano gli scarti delle altre squadre, improvvisamente siamo diventati una corazzata e ora tutti sono richiesti. Io ho creduto in questi giocatori e loro hanno creduto in me. L'intelaiatura che negli anni è diventata lo zoccolo duro c'è ma per me è giunta l'ora di valutare altre proposte, sono in attesa di qualsiasi chiamata ma se non arriverà andrò a seguire le partite negli altri campionati».

 

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«Chiudere ad un punto dal primo posto, dopo 30 giornate tirate, ti lascia l'amaro in bocca. È la distanza minima che ci possa essere nel calcio e vuole solo dire che noi e il Villasor abbiamo fatto una grandissima stagione. Ci dà un po' fastidio non esserci noi in Promozione ma bisogna riconoscere che abbiamo trovato nel Villasor un grande avversario che ha un bellissimo campionato»

Solo due sconfitte, quella col Cus Cagliari alla quart'ultima giornata brucia ancora?

«Abbiamo trovato un avversario in lotta per la salvezza e credo sia stata determinante, bastava anche un pareggio che ci avrebbe permesso di disputare lo spareggio col Villasor e lì avrebbe vinto il migliore. Ma per noi è stato una stagione lunga ma bellissima, nella quale forse abbiamo espresso il miglior gioco in assoluto, chiudendo 82 gol fatti, il miglior attacco del girone, e subendone 22, la seconda miglior difesa. Abbiamo vinto 21 gare su 30, pareggiato 7 e mai perso in casa»

Per tanti anni un baluardo in difesa e ora allenatore, chi l'avrebbe mai detto?

«Neanche io pensavo di poter un giorno sedermi in panchina, poi ho iniziato con una Juniores, mi ha "preso" e coinvolto. Lo faccio sempre nei limiti delle mie conoscente e di ciò che posso trasmettere alla squadra ma mi soddisfa molto i giocatori che parlino bene del proprio tecnico, per me vuol dire tanto. Io ho sempre coinvolto tutti, preso in considerazione tutti e 24 della rosa e li rendevo partecipi in tutto e per tutto. Sono felice che ognuno di loro mi abbia dato tanto in campo, anche chi è stato utilizzato meno. In tutto questo devo dire veramente grazie a chi mi ha dato una mano e sostenuto in tre anni come Gianfranco Masella e Tonio De Agostini, i miei due collaboratori tecnici, Matteo Crobeddu il preparatore dei portieri. Per la parte dirigenziale, ci tengo a ringraziare in particolar modo Mario Orrù, una bravissima persona con una passione per il calcio infinita. E poi per me sono stati fondamentali i due magazzinieri Luciano Galasso e Mino Antonietti, persone che hanno dato l'anima per i ragazzi»

Cosa hai trasmesso ai giocatori?

«La voglia di non mollare mai anche se poi in campo la squadra non rispecchiava appieno il mio carattere. Da giocatore ero più "cazzuto" che tecnico, la Gemini Pirri era più signorile, per le caratteristiche tecniche dei giocatori, giocavamo bene ma ho cercato di trasmettere in tutti i modi più sangue, in questo mi ha dato una mano anche il portiere Andrea Asunis. Ci è mancata quel pizzico di cattiveria in più che ci avrebbe portato in Promozione ma sono contento di ognuno di loro»

Che voto daresti alla Gemini Pirri?

«Si sono meritati un 10 e lode. Ho allenato un grandissimo gruppo, bravissimi ragazzi che hanno fatto tutto quello che chiedevo loro. Siamo rimasti uniti nonostante le difficoltà passate nel periodo di dicembre, abbiamo iniziato ad agosto con 24 ragazzi e a fine maggio la rosa era la stessa. In tutti i tre anni fatti alla Gemini ho sempre allenato lo stesso gruppo dall'inizio alla fine, credo sia una bella cosa»

Quali problemi avete affrontato?

«Come spesso capita nelle società dilettantistiche, i rimborsi non stavano arrivando e a dicembre non sarebbe stato giusto trattenere nessuno ma siccome conosco i vertici societari che, anche se non molto presenti hanno sempre rispettato gli impegni e saldato ogni pendenza, ci ho messo io la faccia per tutti, ho rincuorato i ragazzi e sono sicuro che faranno di tutto per saldare gli arretrati così come ha fatto anche l'anno scorso»

Trovando subito una nuova squadra quanti giocatori porteresti con te?

«Fosse per me li prenderei tutti ma ognuno di loro dovrà poi valutare ogni singola proposta che riceverà. Tre anni fa sono arrivato alla Gemini in una situazione in cui non c'era più niente, qualsiasi altro allenatore sarebbe scappato, io ho creduto nel progetto e, insieme con Mario Orrù, abbiamo preso giocatori che nessuno più voleva e che ora sono richiesti. Non faccio nomi ma cito il caso di Federico Farci (ex Muravera e San Teodoro, ndr), non trovava nemmeno una squadra per potersi allenare, l'ho fatto venire e ho deciso per tenerlo, mi ha ripagato alla grande segnando 34 gol, non pochi in Prima categoria. In ogni caso non sarebbe neanche giusto e corretto che portassi via alla vecchia società i giocatori, è bello misurarsi in altri ambienti con giocatori che non conosci e che vai a scoprire»

In carriera hai avuto tanti bravi allenatori, da chi prendere spunto in particolar modo?  

«Ho preso un po' di tutto da tutti e ne avuto davvero tanti a Sant'Elia. Fare un nome in particolare e non altri mi porterebbe a mancare di rispetto verso qualcuno. »

In futuro ci potrà essere la panchina del Sant'Elia?

«E chi lo sa. Nel Vecchio Borgo c'è Miro Murgia, mio carissimo amico, che ha raggiunto una salvezza importante in Promozione e gli faccio i complimenti. Essendo la squadra del mio quartiere non nascondo che in futuro mi piacerebbe poterla allenare»

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2017/2018