Il presidente Luca Esposito si gode il primato
«Il mio super Pula è nato quest'estate dopo aver perso l'Eccellenza»
Ha appena 28 anni ed è il presidente del Pula dei record dominatore del girone A di Promozione. Luca Esposito, nato a Capoterra ma di origini napoletane, è stato un ottimo portiere che, a un certo punto, ha appeso i guanti al chiodo «per dedicarmi dal 2006 anima e corpo alla mia azienda edile – dice – quando ho capito che il sogno che ha ogni giocatore di diventare professionista andava accantonato». Ha giocato in Campania nel Terzigno e nella Sangiuseppese, poi il ritorno in Sardegna. «Sono arrivato a Pula dopo aver vinto il campionato di Promozione con l’Iglesias nel 2004/05 (foto sotto) – ricorda l’ex portiere – È stata sempre una piazza che mi ha affascinato e ora sono ancora qui ma sotto la veste di dirigente. Questo è un paese che mi ha dato tanto dal punto di vista lavorativo, qui c’è una passione che voglio ricambiare, mi piace poi il fatto che la squadra giri per la Sardegna portando il nome di Pula».
Presidente, si aspettava di essere campione d’inverno con 2 giornate d’anticipo?
«No, sinceramente non abbiamo mai dato nulla per scontato. Si sperava di partire bene, questo risultato probabilmente è il frutto delle scelte operate in estate»
Avete 8 punti di vantaggio su Quartu 2000 e Porto Corallo, perché siete i più forti?
«Per la continuità di risultati. Siamo intervenuti ad agosto, in un telaio già molto buono, con acquisti mirati in quei ruoli scoperti. Fondamentale è stata poi la conferma di un ottimo allenatore come Zaccheddu»
Parliamo allora dei nuovi arrivi, cosa hanno dato?
«Claudio Placentino è sprecato per questa categoria, quando vuole vince le partite da solo con le sue accelerazioni imprendibili sulla destra. Gigi Pilleri è il tassello perfetto in mediana perché ha ricomposto con Dentoni la coppia centrale che ha portato il Selargius in serie D. Gabriele Concas è la carta vincente, si è adattato alla perfezione nel ruolo di attaccante esterno di sinistra. La nostra forza, infatti, è nelle fasce, e quando in area arrivano tanti palloni c’è Falco, il finalizzatore perfetto»
Due parole a parte per Michele Antinori, da ex portiere può parlarne con cognizione di causa
«L’ho sempre apprezzato come collega di ruolo anche se abbiamo giocato in categorie diverse, lo inseguivo da due anni e, forte del ridimensionamento economico del Selargius, ha sposato il nostro progetto ritrovando in squadra tanti amici. Lui trasmette sicurezza, ha esperienza, all’inizio ha preso qualche gol di troppo forse anche perché è mancato a lungo in difesa un uomo di esperienza come Luca Pilo, benché i giovani Erriu e Uccheddu ci abbiano tolto spesso le castagne dal fuoco. Michele è sempre decisivo come lo è stato domenica contro il Villasimius salvando il risultato sullo 0-0»
Qual è il segreto di Nunzio Falco, classe 1973, e già 18 reti segnate in 12 partite?
«A noi non ci stupisce. Lui è nato per fare gol, anche quando non è in forma come ad esempio contro il Porto Corallo (doppietta decisiva, ndr). Mantenerlo è stato il sacrificio più grande che abbiamo fatto; è un capitano esemplare, l’uomo che tiene in piedi lo spogliatoio. La scelta di affidargli la Juniores poi è servita a dare importanza al maggior serbatoio della prima squadra, i ragazzini vedono l’uomo più rappresentativo del Pula che li allena e hanno un esempio da seguire»
Tornerete sul mercato dopo l’infortunio di Concas?
«È l’unica nota negativa di quest’inizio di stagione. La lesione al legamento collaterale di Gabriele ci preoccupa, un infortunio già patito da Luca Pilo. Però non prenderemo nessuno perché è giusto attingere dalle risorse interne, puntare sui nostri giovani bravi. Suella sta andando bene, ma non dimentico Erriu, Uccheddu, Botarelli, Piroddi e Gianluca Picciau, diventato un punto fermo della difesa. E poi conta anche il vantaggio di 8 punti che abbiamo sulle rivali»
Come si fa a vincere 12 partite su 13?
«Perché c’è una rabbia positiva che ci trasciniamo dalla fine dello scorso campionato»
Ecco, quanto è stato duro mandare giù il boccone amaro per aver fallito di un punto il salto in Eccellenza?
«Ho provato tanta amarezza anche se non eravamo partiti per vincere il campionato. Era il mio primo anno da presidente (dal 28 luglio 2009, ndr) e ho cercato di dare subito un’impronta al livello organizzativo ma abbiamo fatto delle scelte tecniche poco felici, poi col cambio dell’allenatore e, a dicembre, con l’arrivo di 4 pedine molto importanti abbiamo svoltato. Il Villacidro ha fatto un bellissimo campionato ma nella partita decisiva contro il Sant’Elena diciamo che è mancata un po’ di sportività. Siamo stati beffati ma non voglio riaprire vecchie polemiche, anche perché noi stessi abbiamo perso punti contro squadre di bassa classifica come Samatzai e Asseminese»
Un ex giocatore che fa il presidente in cosa parte avvantaggiato?
«I rapporti coi giocatori sono facilitati, capisco lo stato d’animo e le loro esigenze perché sono state le mie quando mi infilavo le scarpette. Ad esempio ho fatto allestire il servizio lavanderia in modo che i ragazzi siano liberi dal preoccuparsi dell’attrezzatura; una struttura semi-professionistica serve più che altro ai giocatori che lavorano ad alleggerire quella stanchezza mentale che ti trascini in campo e ti consente poi di assecondare meglio la passione per il calcio»
Il settore giovanile è il tasto dolente per molte società, a Pula come va?
«Anche per noi è stato il punto debole che ci trascinavamo dallo scorso campionato. Poi, dopo aver limitato i danni, quest’estate abbiamo fatto tanti investimenti, potenziando il vivaio mettendo in ogni posto figure professionali di alto livello come Angelo Agus, il responsabile del settore giovanile. Ora abbiamo 130 iscritti quando Pula aveva una media annuale di 50, un bel traguardo»
E il diesse Angelo Farci che meriti ha?
«È la figura che ci mancava senza nulla togliere a chi lo ha preceduto come Mauro Ulizio, che è più un procuratore. Angelo ha maggiori conoscenze del regolamento federale e un’esperienza navigata nel trattare coi giocatori e le società, poi conosce come pochi i giovani»
Ci spieghi bene il perché della decisione di lasciare l’ingresso libero allo stadio?
«Quando giocavo a Pula con l’arbitro si faceva la battuta nel contare le persone presenti in tribuna: 20-30, che diventavano massimo 100 solo nelle partite più importanti. A me piace seguire le gare con tanta gente intorno, a costo di rinunciare all’incasso; è sempre stato un mio pallino. L’apporto dei tifosi è stato fondamentale l’anno scorso e in alcune gare di quest’anno, poi è anche un modo per ripagare i loro sacrifici quando ci seguono in trasferta oltre a responsabilizzare maggiormente i giocatori che così sentono di più il fatto di onorare la maglia che portano addosso»
Dodice vittorie su tredici, c’è un premio particolare per la squadra sotto Natale?
«Prima vinciamo ad Arbus poi faremo una grande festa il 22 dicembre nel salone parrocchiale a Pula con tutto il settore giovanile presente. Ci saranno almeno 400 persone. Un premio? Se avessero fatto l’en-plein forse (ride…)»
Fabio Salis