«Giocheremo ancora fuori ma spero in Monserrato dall'inizio»
Il Sant'Elena riparte da Piras e alza l'asticella: «Gruppo riconfermato e con gli acquisti giusti possiamo giocarci il campionato, Quartu merita altre categorie»
Il Sant'Elena conferma Pier Paolo Piras e punta a migliorare la posizione dell'ultimo campionato. I quartesi hanno chiuso al quarto posto nel girone A di Promozione (tre posizioni in più e 2 punti in più della precedente stagione) ed è il miglior piazzamento degli ultimi sei anni, cioè dal dopo retrocessione dall'Eccellenza della stagione 2010-11. Il club biancoverde vuole fare un passo, in più centrare i playoff e quel salto di categoria che manca da troppo tempo ma, oltre ad avanzare di una posizione, ci sono quei 14-15 punti di differenza che hanno separato Motzo e compagni dal terzo e secondo posto (Guspini e Carbonia). Un gap che può essere annullato con un importante mercato. «Sto aspettando che la dirigenza si incontri - dice il tecnico Piras - poi decideremo insieme come muoverci. Rimangono tutti i ragazzi dell'anno scorso, molti di loro sono giovani e credo che la società sia disposta a fare qualche ottimo acquisto almeno per giocarci il campionato, i presupposti ci sono. Il Sant'Elena e la città di Quartu ha bisogno di stare in un'altra categoria, se il Latte Dolce è in serie D ed è una squadra di borgata, la squadra della terza città della Sardegna non può non essere come minimo in Eccellenza». Poi l'allenatore selargino, ex bomber della Monreale fine anni Ottanta, ammette: «Anche se a livello di impianti Quartu è molto indietro, purtroppo paghiamo l'operazione del Cagliari che ottenne l'Is Arenas togliendolo alle squadre quartesi, ancora per un anno dobbiamo aspettare e saremo costretti ad emigrare. Speriamo di riavere il campo di Monserrato, come per la fine dello scorso campionato sia per gli allenamenti che per le gare interne, ci hanno ospitato alla grande e noi ci siamo trovati molto bene».
Pierpaolo Piras ripercorre l'annata andata in soffitta: «È stata positiva, da parte mia con la società c'era un feeling e un'unione perfetta, al Sant'Elena si può lavorare bene veramente, mi hanno sempre sostenuto dandomi una pacca sulle spalle per continuare ad andare avanti. Ho guidato poi dei ragazzi eccezionali, un gruppo davvero in gamba, gli "anziani" poi sono da elogiare perché fanno da traino ai più giovani. Quest'anno inseriremo alcuni 2000 degli Allievi provinciali che hanno vinto il titolo e sono passati al Regionale, tre buoni già ci sono come Andrea Argiolas, centrocampista centrale, Federico Pirroni, un esterno basso, e Mihai Rotaru che l'hanno scorso ha giocato diverse partite in prima squadra». Il problema campo ha inciso per due mesi, solo 6 pareggi in 11 partite: «Abbiamo dovuto girare nell'hinterland cagliaritano, ci allenavamo in campi di calcio a sette, coi giocatori che si potevano cambiare a gruppi di 5 o 6, così non fai gruppo, lo spogliatoio in un sport a squadra è basilare. Abbiamo sofferto in quel periodo, può essere anche che la squadra abbiamo sofferto il richiamo di preparazione convinto di potermi giocare i playoff a fine stagione, c'è stato un normale calo di qualche giovane. Chiusa la parentesi buia di gennaio-febbraio, dove siamo scesi in classifica, poi ci siamo ripresi molto bene e siamo andati forte vincendo sei delle ultime otto partite, pareggiando col Guspini e perdendo 4-3 a Carbonia». Lo score finale dice che il Sant'Elena ha fatto 24 punti in casa e 22 in trasferta. «Non abbiamo mai snaturato il nostro tipo di gioco - chiosa Pier Paolo Piras - pur sapendo che ci avrebbero messo in difficoltà, non tanto come singoli, abbiamo cercato sempre di fare il nostro gioco. E questo atteggiamento ci ha spesso premiati, le vittorie in casa sono state pari rispetto a quelle in trasferta».