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Il Selargius perde il suo maestro, Perra dà l'addio: «Tutte le cose belle devono finire»
«Ho allenato un gruppo di ragazzi eccezionale»

Il Selargius perde il suo maestro, Perra dà l'addio: «Tutte le cose belle devono finire»

Ha chiuso il campionato guidando il Selargius alla salvezza, evitando i playout grazie ad un grande girone di ritorno (quinto posto) e, soprattutto, una media punti fuori casa al ritmo delle grandi. Poi ha sorpreso tutti, ringraziando i suoi giocatori e quella società che più di tre anni e mezzo fa lo scelse come allenatore e col quale è riuscito a raggiungere numerosi traguardi. Ha ringraziato tutti, Virgilio Perra, e poi ha annunciato l’addio. «Sono passati quasi quattro anni ormai da quando sono arrivato a Selargius e ora è il momento giusto per dire basta – spiega a fine campionato l’ormai ex mister granata – Abbiamo fatto insieme tante belle cose, specialmente per merito della società, perché io ho solo collaborato». Un quadriennio che ha prodotto tanti risultati, partendo quasi da zero. «Quando Danilo Melis (ex presidente granata, ora consigliere e a capo del settore giovanile, ndr) arrivò qui tre-quattro mesi prima di me – continua Perra – non c’era niente, nessuna squadra neanche nelle giovanili a livello regionale. Ora ce ne sono ben quattro, gli Allievi due anni fa hanno vinto il titolo regionale, ogni anno i giovani primeggiano e molti di loro sono arrivati anche in prima squadra. Col Selargius poi abbiamo fatto tre anni di fila i playoff, siamo saliti di categoria e, secondo me, abbiamo raggiunto dei risultati eccezionali. Poi Danilo Melis nell’ultimo anno si è un po’ “disinteressato” alla prima squadra».

 

Immagino che non sia stato facile prendere la decisione di dare l'addio al Selargius

«Purtroppo, tutte le cose belle devono finire e, nonostante a Selargius stia benissimo e venga trattato da re – dai magazzinieri ai massaggiatori – per una serie di motivazioni ritengo sia giusto andar via. Anche per i mezzi economici penso che non si possa continuare e, probabilmente, la società verrà anche venduta. In seguito vedremo, nella vita succedono tante cose ma ora è giusto così. E questa scelta, ci tengo a sottolineare, è stata fatta senza per questo avere una squadra dietro perché lascio il Selargius a prescindere, anche a costo di stare fermo. Non sono uno di quelli che si attaccano ad una panchina solo per il gusto di allenare»

Sarà improbabile vederla senza panchina, le richieste ora fioccheranno

«Delle proposte comunque mi sono arrivate e sono disposto anche ad andare fuori perché più che la distanza, quello che mi interessa di una società è il progetto; nei posti in cui sono andato ad allenare infatti, tranne Villacidro dove ho trascorso solo mezza stagione, sono sempre rimasto a lungo. Quello che mi piace fare è programmare per il futuro e raccoglierne poi i frutti, non vorrei fare una scelta per un anno ma accettare un progetto che duri nel tempo»

In attesa di conoscere la prossima destinazione si può nel frattempo tracciare un ultimo bilancio sulla stagione del Selargius

«La stagione è stata più che positiva. Non dimentichiamoci che, rispetto all’anno scorso, siamo partiti senza giocatori importanti come Figos, Antinori, Sanna, Sartor e Chessa ed una rosa che sì, aveva picchi di giovinezza, ma era più ampia e respirava un clima più maturo – afferma il tecnico – Quest’anno su 25-26 giocatori otto erano “anziani” e il resto giovani. Il clima troppo da scolaresca non è stato facile da gestire, ma non tanto a livello comportamentale quanto piuttosto per l’approccio alla gara e l’impostazione al campionato. Poi le squalifiche, troppe direi, e gli infortuni mi hanno costretto più volte a schierare 6-7 "Under", e in campo in un campionato difficile come il nostro, questo davvero non è possibile. Poi, come nel caso del Tavolara, ci sono stati poi anche dei problemi econimici ma siamo stati bravi a non far polemiche e non far uscire niente sui giornali, tutto è rimasto all’interno degli spogliatoi. Così abbiamo raggiunto la salvezza in un campionato che è difficile per tutti, ma lo è stato soprattutto per noi»

Qual è stato il momento del campionato nel quale ha temuto di più per la sua squadra?

«Nel girone d’andata. Una serie di rigori sbagliati e delle partite che ci giravano un po’ male ci avevano portato a sei punti di distacco dall’Astrea. Vedevo squadre importanti davanti a noi senza riuscire a capire chi potesse essere alla nostra portata. Poi invece, specialmente nella seconda parte della stagione, fuori casa abbiamo fatto molto bene. Successi come il 5-2 a Sanluri, il 4-0 sull’Astrea e il 4-1 in un grande stadio e contro una grande squadra come la Viterbese, sono particolarmente esaltanti. Quando poi, proprio a Viterbo, vedo giocatori come Di Prisco che, con la madre in fin di vita, arriva da Venezia e gioca tutta la partita, segnando tra l’altro pure un gol, allora è chiaro che mi rendo conto di avere a disposizione un gruppo che, pur avendo di fronte anche squadre con più qualità tecniche, ha avuto più possibilità di salvarsi rispetto alle altre. Un gruppo di ragazzi eccezionale, per cuore e attaccamento alla maglia»

Quali altri giocatori si possono citare come emblema di questa stagione chiusa alla grande?

«È brutto fare nomi di qualcuno in particolare, poi i ragazzi sono permalosi; ne premierei tanti ma ne penalizzerei degli altri e questo non mi va. C’è da dire però che il gruppo degli “anziani” – e per anziani intendo dall’87-’88 in su – è sicuramente da elogiare. Non bisogna dimenticarsi che a Selargius abbiamo avuto il budget più basso di tutto il nostro girone e che, rispetto alla media nazionale, i ragazzi prendono rimborsi minimi. Tutta gente che gioca per passione ma che lo fa da professionista»

Il Selargius ha conservato la categoria ma per Sanluri e Tavolara c'è una coda di campionato, domenica lo spareggio a Macomer e poi, per la vincente, ci sono i playout

«È una partita secca per cui può succedere di tutto e gli episodi saranno determinanti. Il Tavolara, da quello che ho letto, sta attraversando dei problemi societari, specialmente per i rimborsi. Come nel nostro caso, solo che noi questa situazione l’abbiamo superata diversamente, senza dare le notizie in pasto ai giornali. Il Sanluri, dopo una serie di risultati negativi, era praticamente retrocesso. Nel passare dall’Eccellenza sicura allo spareggio avrà grandi motivazioni. Chiunque vincerà questa partita poi se la dovrà vedere con il Cynthia e non sarà facile. Vista la crisi e la pochezza del nostro calcio, speriamo comunque che almeno una delle due si salvi»

Silvia Dell'Orto

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Girone G
Intervista