Salta al contenuto principale
Prima Categoria
«Ci tengo a ringraziare i dirigenti e i ragazzi. Il futuro? Valuterò con attenzione tutte le offerte»

Juri Matzuzzi pensa ancora alla Montalbo: «Non c'erano più le condizioni per andare avanti, mi dispiace aver lasciato così»

Certi addii lasciano il segno, soprattutto quando mettono il punto finale a delle storie intense, cariche di significati, ricordi ed emozioni. Proprio per questo, Juri Matzuzzi sente il bisogno di ripercorrere, a distanza di un mese, le tappe e le vicissitudini che l'hanno portato a prendere una decisione sofferta e dolorosa, ma allo stesso tempo necessaria: abbandonare il club baroniese nel momento forse più delicato della sua storia è stato un gesto estremo, con il tecnico che precisa meglio la sua posizione e spende parole importanti per i suoi ormai ex compagni di avventura.mtzzz

«Avevo dichiarato che sarei rimasto sino al termine della stagione, ma purtroppo le condizioni necessarie per continuare sono venute a mancare all'improvviso. E' stato un epilogo brutto — ammette Matzuzzi —, per me e soprattutto per la squadra, ma non potevo fare diversamente. Dopo quattro anni passati alla Montalbo, credo tuttavia sia giusto fare alcune precisazioni».
Il tecnico parte però dai ringraziamenti. «Il mio pensiero va ai dirigenti, ed in particolar modo a Mirko Carta, il presidente, a Luciano Trubbas e Emanuele Manca. Mi rendo conto che non è facile sobbarcarsi il peso di un club quando si è così in pochi e loro hanno dato davvero il massimo in questo senso, facendo peraltro tantissimi sforzi e sacrifici».
Per Matzuzzi invece si trattava di una situazione ormai senza via d'uscita. «Nel calcio sono importanti la stima e il rispetto, che devono essere reciproci. Tra di noi c'era, e c'è ancora, un grande rapporto di amicizia, ma ho avuto la netta sensazione che stessimo andando oltre i limiti, una cosa pericolosa perchè rischia di compromettere gli aspetti umani, oltre che quelli calcistici».

Le criticità della Montalbo erano ben note. «Le cose diventano ancora più difficili quando puoi allenarti soltanto una volta alla settimana, e per giunta con un gruppo ridottissimo di 6-7 persone. Da parte mia e da parte dei giocatori c'era pochissima serenità; in questi casi i malumori e le incomprensioni sono inevitabili, proprio per questo ho preferito chiamarmi fuori per non alimentarli ulteriormente. Ho lasciato tutti i ragazzi, che ringrazio, in maniera ottimale».
I baroniesi hanno lottato sino all'ultimo per acciuffare una salvezza che avrebbe avuto, considerando le premesse, il sapore di una vera e propria impresa.
«Sandro Bono e Giuseppe Venale scendevano in campo nonostante infortuni e acciacchi vari per provare a far vincere la squadra; Roberto Manca e Pau si sono fatti a pezzi. Discorso simile può essere fatto per mio cugino Eros Matzuzzi, che s è trovato a vivere una situazione inedita, considerando che lui arriva dai professionisti».
In queste condizioni diventa difficile mantener fede agli impegni presi. «Non ero più l'allenatore della squadra, ero semplicemente un amico che andava al campo con l'unico intento di schierare una formazione di undici persone. Non è il massimo, e sicuramente non è il tipo di lavoro che avrei voluto fare io. Sono rimasto sino a quando c'erano le condizioni minime, dopo è diventato impossibile».

I risultati degli ultimi anni hanno contribuito ad aggravare la situazione dal punto di vista del morale. «Due retrocessioni non aiutano di certo, ma a parte questo è stata comunque un'esperienza molto positiva per me. Dopo essere approdati in promozione la rosa è stata completamente ricostruita: i play-out e la salvezza sono stati un miracolo, così come lo è stato riuscire a restare in corsa sino alla fine, considerando che spesso affrontavamo gli impegni con soltanto dieci uomini a disposizione. Il punto però non è questo: non potevo più incidere sulla realtà che stavamo vivendo come avrei voluto».

Mazuzzi è pronto a voltare pagina. «Mi auguro di continuare ad allenare, ho già avuto qualche contatto in questo senso ma devo valutare bene, perchè ora non posso più sbagliare. Non mi spaventano le situazioni critiche, ma d'ora in poi prenderò in considerazione solo le proposte che presentano le garanzie sufficienti per poter fare bene il mio compito».

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2017/2018
Tags:
Prima Categoria
Girone D