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Sebastiano Pinna, allenatore, Castiadas
«Con la Nuorese non interessa il risultato, voglio coraggio»

La nuova sfida di Seba Pinna: «La Ferrini non è un ripiego, l'unica a chiamarmi e ne sono onorato. Salvarsi sarà un'impresa ardua ma ci metteremo tutte le nostre forze»

Torna in pista otto mesi dopo da quel Samassi-Castiadas che sanciva la fine di un campionato dominato dai sarrabesi. Il successivo confronto con la società biancoverde e la decisione di non proseguire il rapporto ha portato Sebastiano Pinna ad una pausa forzata fino a quando, lunedì scorso, il tecnico cagliaritano è stato chiamato dalla Ferrini per risollevare una squadra impelagata nella zona caldissima della classifica, reduce da due pesanti sconfitte in casa contro Sorso (0-4) e Bosa (2-4) e con la peggior difesa del campionato (33 gol subiti in 14 partite). Una scelta coraggiosa e motivata da un grande spirito di rivalsa: «Ringrazio la società e in particolare Pietro Caddeo e Chicco Ruggeri. Sono lusingato e onorato di poter guidare una società che è un patrimonio della città di Cagliari, con 70 anni di storia importante e con uno dei settori giovanili tra i migliori in Sardegna. Ho accettato con grande entusiasmo e spero di ripagare la fiducia che hanno riposto in me raggiungendo l'obiettivo del mantenimento della categoria». 

 

Come faceva ad essere ancora a spasso l'allenatore che ha vinto l'ultimo campionato di Eccellenza?

«Siamo in un paese come l'Italia in cui il "sistema" decide tutto o quasi scavalcando ogni meritocrazia, in particolare nel calcio non esiste la figura dell'allenatore ma solo quella di chi porta con sé un patentino Uefa B. La Ferrini è stata la prima e unica società che mi ha contattato e prospettato un progetto. A questa chiamata non potevo dire di no e non è assolutamente un ripiego bensì una sfida che riguarda me stesso perché dopo due anni vincenti con il Guspini in Promozione e il Castiadas in Eccellenza è giusto misurarsi in una realtà con ambizioni diverse, con il budget più basso della categoria. Guiderò una squadra che finirà con lo stesso organico che ha iniziato stagione. Salvarsi sarà un'impresa ardua, non per la precaria posizione di classifica ma quest'anno retrocedono direttamente tre squadre e il playout lo fanno quart'ultima e quint'ultima. In lotta c'è il Tonara che ha vinto la Coppa Italia, lo Stintino che ha fatto i playoff, San Teodoro e Tortolì retrocesse dalla serie D e date per un campionato di avanguardia»

Che ha di speciale la Ferrini?

«Dall'esterno mi ha sempre incuriosito il pianeta-Ferrini e la conduzione di questa società rispecchia un po' i miei valori, il mio modo di fare calcio e vivere la mia vita. Aver deciso di affidarsi a me per risollevare un intero gruppo lo trovo gratificante. Può sembrare una frase fatta ma la salvezza in Eccellenza sarà come vincere il campionato, cercheremo di agguantarla con tutte le nostre forze, con il lavoro, la dedizione e il sacrificio, ciò che ho sempre messo in ogni avventura fatta da giocatore e allenatore»

Da chi è composto lo staff tecnico?

«Ho portato con me Nicola Sanna, da anni un prezioso e fidato collaboratore. Gli altri che avevo a Castiadas come Pierpaolo Mura e Giomaria Ruiu lavorano ora per il Samassi e l'Arzachena, a testimonianza che certi risultati si ottengono anche con la composizione giusta dello staff. Alla Ferrini sto trovando validissime figure come Massimiliano Ledda, preparatore atletico giovane e competente; Marco Cinus, che è stato un grande portiere e ora li prepara a dovere; Antonello Lai, uomo di calcio che conosco da anni e che sarà di grande aiuto a me come lo è stato con chi mi ha preceduto; il medico sociale Roberto Seguro e il fisioterapista-massaggiatore Matteo Murgia, due professionisti»

Com'è stato l'impatto con la squadra?

«Direi eccezionale. Se sono stato chiamato è chiaro che ci sono dei problemi e c'è una situazione di grande difficoltà ma ognuno di loro mi ha dato completa disponibilità. Ho fatto una settimana di lavoro importante, in cui si è resettato un po' tutto, salvaguardando le cose positive e proponendo un nuovo modo di lavorare. La conoscenza è limitata alle poche ore in cui siamo stati insieme ma sono contento di come si è iniziato, è chiaro che ci vuole del tempo per assimilare tutto. L'altro aspetto che mi preme sottolineare è quello di una società stra-organizzata e strutturata con le figure chiave sistemate al posto giusto; per me è stata una piacevole sorpresa e lo trovo un valore aggiunto per chi lotta in un campionato di giganti. Ma se riesce a farlo evidentemente un forte valore e merito va dato proprio alla società»

L'esordio è probabilmente il peggiore che potesse capitare: la capolista Nuorese, reduce da una sconfitta

«Da quando ho firmato con la Ferrini non ho incontrato nessuna persona che mi abbia pronosticato che potrò strappare punti all'esordio, per tutti questa sfida sarà 1 fisso. I numeri effettivamente testimoniano della forza della Nuorese, ho visto dei filmati ed incontreremo una squadra con grande qualità e fisicità, non ha un difetto o lacuna ed è guidata da un tecnico preparato come Fraschetti con tante panchine fatte in serie D e Lega Pro. Come detto, ho fatto i complimenti ai ragazzi per la settimana trascorsa, del risultato di domenica mi fregherà relativamente, cercherò risposte diverse dal risultato, a me interesserà con quale spirito e atteggiamento scenderemo in campo. Spero che faremo una prova propositiva e di grande coraggio, tutte le gare vanno affrontate così, con la cultura del grande lavoro e sacrificio in settimana e la domenica con uno spirito sbarazzino»

Sarà importante non sbagliare soprattutto le altre due gare prima della sosta contro Tonara e Tortolì

«Sono sincero, il calendario non l'ho guardato. È stata una settimana talmente impegnativa che non ho potuto andare oltre alla gara contro la Nuorese. Questa è anche una mia filosofia, la sosta ci darà la possibilità di fare dell'altro importante lavoro, perfezionare sul campo certi automatismi, recuperare qualche infortunato perché già domenica al Frogheri avrò diverse defezioni (Piselli, Sigismondo, Virgili e Cuccu, ndr). In una rosa molto giovane, diventa problematico quando mancano dei riferimenti ma ho anche notato un certa freschezza atletica che sarà importante poter sfruttare»

In un club come la Ferrini c'è perlomeno la certezza che il "serbatoio" non sarà mai vuoto

«Qui c'è la filosofia di portare avanti i giovani che, quando finiscono dall'essere fuoriquota, conservano un grande senso di appartenenza. Questo è il modo migliore per abbattere i costi, visto che non si possono reperire sul mercato quei giocatori dagli ingaggi importanti. Per me sarà bello e stimolante poter pescare dalle giovanili i futuri punti cardine della squadra. Intanto faremo un blocco comune con la Juniores e, contemporaneamente, ci sarà un occhio di riguardo verso i 2002 degli Allievi. Una programmazione mirata nel lungo periodo e non effimera o legata alla singola stagione»

Come è stata passata la pausa forzata?

«Intanto, fino a ottobre mi sono goduto il mare e la famiglia, staccando un po' dagli impegni domenicali. Mi sono tenuto aggiornato su tutte le categorie, dalla serie D che mi ero conquistato sul campo alla Promozione che è la categoria da dove venivo quando mi ha scelto il Castiadas. Sono nella categoria di mezzo, che ho fatto lo scorso e che conosco bene anche perché non necessariamente devi essere sui campi a vedere, ci sono tanti modi per documentarsi, per conoscere gli avversari e la stessa squadra che sei chiamato ad allenare. Perciò ero pronto a qualsiasi soluzione e la chiamata della Ferrini mi lusinga parecchio»

In questo articolo
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2018/2019
Tags:
16ª giornata